“Immagina che non esista paradiso, è facile se provi, nessun inferno sotto di noi e sopra solo il cielo, immagina che tutta la gente viva solo per l’oggi. Immagina che non ci siano nazioni, non è difficile da fare, niente per cui uccidere e morire, e nessuna religione. Immagina tutta la gente che vive in pace…”, sono i meravigliosi versi pacifisti di “Imagine” che la mente geniale di John Lennon consegnò al mondo e all’eternità nel 1971, mentre l’America usciva dilaniata dentro e fuori dalla guerra più sporca di tutte contro del Vietnam.
Un pezzo che ieri sera è risuonato all’Ariston di Sanremo, a far da sottofondo alle voci di israeliani e palestinesi, in una suggestione di musica e speranza seguita al messaggio di Papa Bergoglio sul valore sociale della musica. Tutto bellissimo, se non fosse che “Imagine” nei suoi versi, tocchi un punto non esattamente in linea con i dettami della Chiesa: la religione, i riferimenti agli inferi e ai cieli paradisiaci, l’esistenza di Dio e lo stesso concetto di religione – oppio dei popoli, diceva non a caso Marx – vengono indicati da Lennon come la causa dei conflitti e la loro “inesistenza” come una premessa ad una società giusta e pacifica. Possibile che il Papa non lo sapesse e che abbia “benedetto” inconsapevolmente quell’inno apparentemente agnostico?
Sanremo ospita il Papa che lancia “Imagine”, perché?
E se il Santo Padre era a conoscenza che a Sanremo, ieri sera, avrebbe di fatto introdotto quella che è considerata l’inno al lacisimo, se non all’ateismo spinto, se non all’ideologia comunista, avrebbe accettato la scaletta prevista? In tanti, tra i cattolici, sul web se lo stanno chiedendo, in queste ore, ma la risposta, forse, esiste.
Qualche tempo fa Giorgia Meloni fu messa all’indice per aver detto che una certa canzone non è un inno pacifista ma un pezzo intriso di ideologia e contro la religione. Parole che fecero arrabbiare la sinistra, ma che non avrebbero di certo indispettito John Lennon che mise personalmente quel bollino “comunista” ain sede di prestigiose interviste ad autorevoli testate americane. Lo stesso artista affermò che il brano era “anti-religioso, anti-nazionalista, anti-convenzionale e anti-capitalista, e viene accettato solo perché è coperto di zucchero”, e che quei richiami – “Niente religioni, niente confini… – sono un po’ il manifesto dell’omologazione mondialista.
E la Chiesa? E il Papa? “Imagine” fu utilizzata, come inno pacifista, anche per l’inaugurazione dei Giochi Olimpici di Tokio, ma già in quella occasione il vescovo ausiliare di Los Angeles, Monsignor Robert Barron, autorevole “influencer cattolico”, non la prese bene. “Perché odio la canzone Immagine” era il titolo di un video in spiegava a tutti cosa si nascondeva in quei versi che non poteva di certo far piacere al Vaticano. «Sono un fan dei Beatles da quando avevo 12 anni. Le loro canzoni hanno trovato uno spazio nella mia anima… Tra di loro il mio preferito era John Lennon che considero uno dei più grandi cantautori del ventesimo secolo (…). Ricordo che quando morì nel 1980, ero uno studente universitario a Washington e piansi profondamente e sinceramente. Questo devo dirlo perché sia chiaro che non ho nulla contro i Beatles o contro John Lennon, ma devo dire che non mi piace la canzone Immagine. Amo la musica della canzone e mi piace come la canta John Lennon, ma odio il testo e critico il fatto che sia diventato una sorta di inno laico. Guardiamo attentamente al testo», diceva Barron.