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A Verona i funerali di Nora: irreperibile il tunisino indagato per la sua morte. Don Coluccia: la droga ruba vite e sogni (video)

Cronaca - di Greta Paolucci - 5 Febbraio 2025 - AGGIORNATO 5 Febbraio 2025 alle 18:59

Oggi è il giorno del dolore e dello sconcerto a Verona: nella moschea di Via Bencivenga Biondani della città, sono in programma a partire dalle 14.45 di oggi pomeriggio i funerali di Nora Jlassi, la 15enne italo-tunisina trovata morta lunedì 27 gennaio in un appartamento abbandonato dell’Ater a San Bonifacio. La Procura ha aperto un fascicolo per morte in conseguenza di altro delitto, ipotizzando che la ragazza sia morta per un’overdose di eroina, ma l’unico indagato al momento è un tunisino senza fissa dimora di 30 anni non ancora rintracciato dagli inquirenti: di lui non c’è nessuna traccia, è irreperibile.

Oggi a Verona i funerali di Nora, la 15enne trovata morta a San Bonifacio

Nel frattempo, l’autopsia sui resti della povera Nora non ha rilevato segni particolari di violenza, ma saranno dirimenti gli esami tossicologici. Intanto, la madre, la sorella e le amiche dicono di non credere a una morte accidentale della ragazza, che a loro detta sarebbe stata trascinata in un giro di prostituzione in cambio di droga, da cui era dipendente da quando aveva 12 anni.

Nora, nel giorno dei funerali, l’ombra di una vita difficile e di un epilogo tragico inaccettabile

Un’esistenza complicata, tormentata, quella della giovane Nora. Una ragazza con un vissuto pesante nonostante la giovanissima età. Nora è una vittima della droga e dei pusher. È morta a 15 anni: l’hanno trovata senza vita i Carabinieri il 31 gennaio a San Bonifacio (Verona) in un appartamento abbandonato dell’Ater, l’azienda regionale di edilizia popolare. E intorno a quel che restava di lei, il degrado totale e l’indifferenza letale. Nora è morta sola e abbandonata, ma per mano di chi? Se lo chiedono i familiari e gli amici della ragazzina, che vogliono risposte e giustizia. Che invocano luce sul buio di omertà e connivenze, attive da quando Nora, una bambina appena, ha avuto i primi contatti con il mondo della droga a soli 12 anni…

Per la morte di Nora indagato un tunisino di 30 anni: è irreperibile

La mamma Luciana rilancia i dubbi e le accuse manifestati durante il presidio organizzato domenica pomeriggio a Verona davanti alla stazione di Porta Nuova, per chiedere verità e giustizia. Per sollevare quel velo di piombi di silenzi e complicità su questa brutta storia culminata nella morte della figlia giovanissima e che, sostiene la donna, presenta ancora molti punti oscuri da chiarire. «Mia figlia era talmente ingenua che si fidava, anche di persone di cui non si sarebbe dovuta fidare. A San Bonifacio non è quasi mai andata, forse due volte. In quella casa è entrata per la prima volta», ha rivendicato la mamma affranta dal dolore. Piegata da una tragedia incommensurabile, impossibile da sopportare…

I sospetti della mamma di Nora e delle sue amiche

Un dramma stratificato che, strato dopo strato, ha rivelato un orrore che rinnova il dolore e lo choc per quanto accaduto a Desiré Mariottini, a Pamela Mastropietro, e a tutte quelle giovanissime vite stroncate all’atto del loro sbocciare. Ma in questa vicenda che arriva da Verona, l’ombra dello sfruttamento e di una morte forse causata da chi si è approfittato di una ragazzina che evidentemente aveva delle fragilità. Un’ombra rilanciata dai sospetti di amici della vittima, e dalla sua stessa madre: «La facevano prostituire e in cambio dei soldi le davano una dose di cocaina, ma l’eroina non l’ha mai toccata».

«Nora era una brava ragazza e non meritava di fare quella fine»

Un’amica, poi, ha adombrato sospetti più circostanziati e lanciato accuse contro una donna brasiliana che le avrebbe accompagnate proprio in quell’appartamento a San Bonifacio per partecipare a una festa: «Nora si fidava di lei, una brasiliana che l’ha venduta a un criminale e l’ha fatta morire. Io avevo trascorso una serata con loro e avevano cercato di stuprarmi, ma sono riuscita a liberarmi». «Nora era una brava ragazza – ha aggiunto –. E non meritava di fare quella fine». Oggi, familiari e amici continuano a chiedere di «indagare su chi possa avere contribuito a uccidere Nora».

Don Coluccia si unisce all’appello di familiari e amici di Nora

Infine, a unirsi al coro che rilancia l’appello che chiede verità e giustizia per Nora, si è unito nelle scorse ore anche don Antonio Coluccia, il sacerdote salentino fondatore dell’Opera San Giustino, che da anni vive sotto scorta per la sua battaglia contro le infiltrazioni mafiose a Roma e contro il racket della droga. E che si è unito al raduno veronese organizzato in memoria di Nora. «La droga è un bluff; la droga non dà futuro e ruba i sogni», ha continuato a ripetere don Coluccia. Intanto dalla Procura di Verona arriva il nulla osta per i funerali, per quell’ultimo addio alla piccola Nora, strappata alla vita e alle speranze troppo presto e in modo inaccettabile.

 

Antoniozzi, sulla morte della piccola Nora deve esserci una reazione corale

E sulla tragica vicenda  della giovane Nora è intervenuto nelle scorse ore anche il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi, che ha affidato a una nota indignazione e sconcerto per quanto accaduto alla 15enne. «La morte per overdose a Verona di una bambina di 15 anni provoca un colpo al cuore. Ma la morte della piccola Nora deve trovare una reazione corale da parte di tutti», ha dichiarato l’esponente di FdI.

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di Greta Paolucci - 5 Febbraio 2025