CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Vance Ai Europa

La strada europea

Ai, Usa e Regno Unito si sfilano dall’accordo globale. L’Ue accelera e mobilita 200 miliardi

Vance rivendica il primato mondiale, ma Bruxelles detta la linea per un'Intelligenza artificiale "aperta, inclusiva ed etica". E pure la Cina sottoscrive

Europa - di Alice Carrazza - 11 Febbraio 2025 alle 18:54

L’intelligenza artificiale è il nuovo terreno di scontro tra Stati Uniti ed Europa. Al vertice globale sull’Ai di Parigi, il vicepresidente americano J.D. Vance lancia un monito agli alleati: la regolamentazione soffocante non è la strada giusta. Un attacco diretto all’Ai Act, la normativa europea entrata in vigore il primo febbraio, che impone vincoli stringenti alle aziende impegnate nella corsa all’innovazione tecnologica. Ma Bruxelles non arretra e difende la sua linea con fermezza la necessità di un’intelligenza artificiale «aperta, inclusiva ed etica», rimanendo compatta e aggregando intorno al documento finale 61 Paesi sui quasi cento partecipanti. Fra di loro c’è anche la Cina, ma non ci sono Stati Uniti e Regno Unito. Il piano è «un passo in avanti importante per l’Europa, che passa dalla definizione delle regole alla mobilitazione delle risorse per sviluppare un proprio ecosistema di intelligenza artificiale», ha commentato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

Vance protegge a spada tratta l’Ai americana

«Gli Stati Uniti sono leader mondiali nel campo dell’intelligenza artificiale e la nostra amministrazione vuole che restino tali», dichiara il protegé del magnate hi-tech Peter Thiel, rivolgendosi a una platea di politici e imprenditori tra cui Emmanuel Macron, Narendra Modi e Ursula von der Leyen. Poi la stoccata: «L’eccessiva regolamentazione potrebbe uccidere un’industria in forte espansione». Una posizione che riflette la strategia dell’amministrazione Trump, decisa a lasciare ampio spazio alla crescita dei colossi tecnologici d’Oltreoceano, senza le briglie normative imposte dall’Europa.

L’America spinge: Ai nuova rivoluzione industriale

Il messaggio di Vance fa eco al classico mantra statunitense: innovare prima di regolamentare. «Ci troviamo di fronte alla straordinaria prospettiva di una nuova rivoluzione industriale, di dimensioni pari all’invenzione della macchina a vapore», spiega il vicepresidente. Traccia poi le quattro linee guida della politica americana sulla questione: l’America sarà lo standard di eccellenza e aprirà la collaborazione agli Stati amici; incoraggiando la libertà di sperimentazione senza vincoli ideologici o strumenti di censura; l’Ai andrà a favore dei lavoratori, con la creazione di nuovi impieghi e non la loro eliminazione.

Europa: “La corsa all’Ai è appena iniziata, vogliamo essere leader”

Ma il Vecchio continente non lo segue. «Vogliamo che l’Europa sia leader nell’intelligenza artificiale», dice la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, sottolineando come il piano europeo rappresenti «il più grande partenariato pubblico-privato al mondo per lo sviluppo di un’Ai affidabile». E lancia un piano da 200 miliardi di euro per creare una rete di «giga-fabbriche» dell’Ai.

L’obiettivo? Fare dell’Europa il Cernun centro di eccellenza scientifica capace di attirare i migliori talenti mondiali. «Troppo spesso sento dire che l’Europa è indietro nella corsa, mentre gli Stati Uniti e la Cina sono già in vantaggio. Non sono d’accordo. Perché la corsa all’intelligenza artificiale è tutt’altro che conclusa. La corsa all’intelligenza artificiale è tutt’altro che conclusa. Siamo solo all’inizio», afferma von der Leyen.

La dichiarazione congiunta di 61 Paesi, ma Uk e Usa non firmano

Non solo, Paesi come Cina, India e metà del pianeta spingono nella stessa direzione per scongiurare il rischio di un’oligarchia tecnologica. Lo mettono nero su bianco in una dichiarazione congiunta che invoca un coordinamento globale rafforzato nella governance dell’Ai e un «dialogo mondiale» sul tema.

Eppure, mentre il mondo si compatta, Washington sceglie di distanziarsi non firmando. L’unica a seguirla è Londra, che si allinea all’alleato storico e si ritrova, di fatto, ai margini.

Dalle parole ai fatti: nasce un’Agenzia internazionale sull’Ai

Oltre agli scambi accesi tra i leader, il Summit di Parigi porta anche risultati tangibili. È stata ufficializzata la creazione di un osservatorio sull’impatto energetico dell’intelligenza artificiale, coordinato dall’Agenzia internazionale dell’energia, e di una coalizione per un’Ai sostenibile che riunirà le aziende leader del settore. «Stiamo gettando le basi, insieme all’innovazione e all’accelerazione, a ciò che diventerà l’Ai, le chiavi della fiducia», commenta il presidente francese Emmanuel Macron alla chiusura del vertice al Grand Palais di Parigi.

Dazi e sfida Ue-Usa

Se l’Ai è stata al centro del dibattito anche un altro tema è al centro del confronto Usa-Ue: i dazi su acciaio e alluminio. Von der Leyen e Vance ne hanno discusso faccia a faccia durante un pranzo di lavoro, accompagnati dall’Alta Rappresentante Kaja Kallas, nel quale Vance sembra aver ammorbidito i toni. «Ci importa molto dell’Europa, vediamo molte relazioni economiche sulle quali costruire. Ma vogliamo anche assicurarci che ci impegniamo in una partnership di sicurezza che sia positiva per l’Europa e per gli Usa», le parole di Vance. «Dovremmo guardare con ottimismo ai nostri profondi e forti legami», risponde von der Leyen, aggiungendo: «Quindi sono molto impaziente di lavorare con te e con il presidente».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Alice Carrazza - 11 Febbraio 2025