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Chat di FdI rubate
Altolà del Garante della Privacy al “Fatto”: avvertimento formale e istruttoria in corso
L'Autorità richiama deontologia, legge e principi costituzionali e «si riserva l’adozione di ogni provvedimento opportuno». Ma Travaglio & co fanno le vittime
Il Garante della privacy ha inviato un avvertimento formale alla società che edita il Fatto Quotidiano in merito alle chat private di FdI pubblicate sul giornale e finite anche al centro di un libro.
L’altolà del Garante della Privacy al Fatto Quotidiano
Nel richiamo indirizzato alla Società editoriale Il Fatto Spa, il Garante elenca tutta una serie di norme e principi che potrebbero essere stati violati con quella pubblicazione. E l’impressione è che si debba usare il condizionale più per il fatto che l’istruttoria è ancora in corso che non per la consistenza dei dubbi al riguardo. Al Fatto però hanno dato la notizia parlando di “bavaglio”: «Il garante della privacy vuole imbavagliare il Fatto», è il titolo con cui hanno dato conto dell’avvertimento ricevuto.
Avvertimento formale e istruttoria in corso
Si va dalla violazione dei principi costituzionali a quella delle regole deontologiche, fino ovviamente al mancato rispetto della Privacy. Nel dettaglio il Garante ha «avvisato» Il Fatto «che l’ulteriore trattamento dei dati personali contenuti nelle chat pubblicate nel volume “Fratelli di chat” può violare la normativa in materia di privacy, le Regole deontologiche della professione giornalistica, nonché i principi generali di liceità, correttezza, minimizzazione ed essenzialità dell’informazione».
Il richiamo alle norme, alla deontologia e alla Costituzione
Il libro, infatti, si legge ancora nella nota dell’Autorità, «contiene la trascrizione, con virgolettati, di numerosissime chat – scambiate tra parlamentari, ministri e dirigenti di Fratelli d’Italia – che secondo la giurisprudenza costituzionale e di legittimità, sono equiparabili a tutti gli effetti alla corrispondenza privata, tutelata dagli artt. 15 e, in alcuni casi, 68 della Costituzione. Tali disposizioni determinano una naturale aspettativa di riservatezza».
Inoltre, spiega ancora il Garante, «la pubblicazione eccessiva di virgolettati potrebbe non risultare conforme al principio di essenzialità dell’informazione». «Ciò – viene precisato – anche in considerazione delle implicazioni che la diffusione delle chat potrebbe avere rispetto alla dignità dei terzi e dei minorenni, citati all’interno delle stesse».
Il Garante «si riserva l’adozione di ogni provvedimento opportuno»
In conclusione, quindi, l’Autorità fa sapere che «si riserva l’adozione di ogni provvedimento ritenuto opportuno, all’esito dell’istruttoria in corso, avviata a seguito delle doglianze pervenute». All’indomani della pubblicazione delle chat, era trapelato che FdI stava valutando azioni legali e anche la possibilità di rivolgersi al Garante della Privacy.