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Nazareno "esplosivo"
Altro siluro al campo largo, Guerini: “Noi del Pd lontani da Conte, sull’Ucraina ha capovolto la verità”
La sinistra in Germania ha perso e cominciano le critiche anche in chiave nazionale sui motivi di una dèbacle che coinvolge i progessisti di mezzo mondo. Lorenzo Guerini, leader dei riformisti dem e presidente del Copasir, si aggiunge alle critiche del dopo voto fatte dall’eurodeputato Nardella. Dalla sconfitta pesantissima della Spd di Scholz la sinistra di Shlein -sempre più “sola” in Europa – deve ricavare un lezione. Quale? Anche lui punta il dito sulla cattiva gestione dell’immigrazione come fattore determinante: «C’era sicuramente l’esigenza di rafforzare l’attenzione ai bisogni delle persone in difficoltà. Da questo punto di vista la segreteria di Schlein ha rappresentato un efficace elemento di impegno e innovazione; ma c’è bisogno di una visione ancora più larga che presti attenzione alle paure e alla richiesta di protezione della parte più esposta della società. Protezione sociale ma anche maggiore sicurezza e politiche per il governo dell’immigrazione».
Guerini inchioda Giuseppi
Ma c’è un altro elemento nell’intervista rilasciata da Guerini a Repubblica che ha un effetto dirompente. E che “rottama” definitivamente – se mai dovessimo avere ulteriore prova – il campo largo, l’unità del centrosinistra. Le parole che pronuncia su Giuseppe Conte sono ultimative e senza ombra di ipocrisia: si parla della guerra e della pace tra Ucraina e Russia, dei rapporti Europa e Usa, di Trump e di Zelensky. Il Conte “trumpiano”, il ritorno di Giuseppi, mette in difficoltà Guerini, che non transige. Se la segretaria Schlein dopo 48 ore dall’endorsmente del leader del M5S alle parole di Trump ha affermato di avere “chiarito” tutto”, il chiarimento non trapela affatto dalle parole di Guerini. Conte ha detto che finalmente “Trump ha smascherato la propaganda bellicista occidentale”. Guerini replica:
“Conte ha capovolto la verità”
«Così si capovolge la verità, tra un po’ qualcuno dirà che è stata l’Ucraina a invadere la Russia. Putin ha aggredito un popolo che voleva solamente essere padrone del proprio futuro, che guarda alla relazione con l’Europa come orizzonte ideale. Tutto ciò era intollerabile per Putin. Io a questo stravolgimento della realtà mi oppongo con determinazione e con me tutto il Pd». Quanbdo si dice parlar chiaro. Una presa di posizione contro Conte che si unisce a un altro elemento:nella commemorazione dei tre anni dell’invasione russa, il Pd è andato in piazza con i centristi. Il M5S e Avs non c’erano. Esiste ancora il centrosinistra? Guerini risponde secco a domanda precisa:
«È innegabile che vi sia una distanza sul giudizio sulle risposte da dare alla guerra d’aggressione mossa dalla Russia all’Ucraina. In politica estera ci possono essere sfumature diverse. Ma non si può immaginare di non affrontare una discussione chiara e precisa sui principi». Altro che sfumature. La Schlein si accontenta di poco: “Devo dire che Conte ieri ha voluto chiarire che trova inquietanti le parole di Trump e che non condivide l’attacco violento e frontale a Zelensky”. Ma a chi gli chiede da giorni da che parte sta, lei risponde che il problema non c’è perché il capo dei 5Stelle ha spiegato tutto. Ma cosa ha spiegato? Nulla. Guerini oggi la dice tutta: “noi distanti da Conte”. E Schlein cosa dice?
Un’altra “croce” sul campo largo
A sinistra hanno un grosso problema: la politica estera segna marcatamente dei solchi tra i partiti, nn certo “sfumature”. Forse ha ragione Franceschini – fa notare il quotidiano- di fronte a queste divergenze, a suggerire un accordo solo elettorale con il M5s. Guerini boccia l’idea: «Capisco il valore tattico della proposta di Dario. Ma di fronte all’offensiva della destra credo che ci voglia qualcosa di più di un accordo di desistenza. E credo che rafforzando il profilo unitario dell’opposizione e lavorando su un credibile progetto alternativo si possa fare. Con coraggio e lealtà reciproca». Un lavoro a questo punto lunare.