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Călin Georgescu

Romania

Bucarest in rivolta per l’arresto del leader di destra Georgescu. Fidanza: “Un’Europa che soffoca la democrazia fa paura”

Lo spauracchio delle ingerenze filorusse porta il Paese membro Ue a ribaltare il tavolo: dopo aver annullato le elezioni ne arresta pure il vincitore

Europa - di Alice Carrazza - 27 Febbraio 2025 alle 17:27

«Ieri le autorità rumene hanno arrestato, poi interrogato e infine rilasciato ma sotto incriminazione Calin Georgescu, che aveva vinto il primo turno delle presidenziali poi cancellate con un tratto di penna per presunte ingerenze russe. Con questa azione, dai contorni davvero discutibili, di fatto si esclude dalla corsa il candidato favorito contro la sinistra». Così Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia a Bruxelles e vicepresidente dei Conservatori europei, commenta un episodio che sta continuando a scuotere l’opinione pubblica e solleva seri interrogativi sullo stato di diritto in Romania.

Georgescu incriminato, ma per cosa?

La procura di Bucarest ha formalizzato le accuse contro Georgescu per dichiarazioni false sulle fonti del finanziamento della sua campagna elettorale. «Il procuratore ha ordinato l’apertura di accuse penali», si legge in un comunicato ufficiale in cui il nome del candidato non viene citato, ma l’arresto non lascia spazio a fraintendimenti. Un’accusa che giunge dopo l’annullamento delle elezioni in cui il candidato di destra risultava favorito, facendo emergere il sospetto di un’operazione mirata a escluderlo dalla competizione politica.

Fidanza: “Fa spavento un’Europa che sopprime le libertà politiche”

«Al netto delle posizioni non sempre condivisibili, fa spavento un’Europa in cui viene impedito a un esponente di candidarsi con accuse tutte da dimostrare. Le democrazie liberali non devono avere paura delle opinioni discordanti e della forza dei popoli», aggiunge Fidanza, sottolineando il pericoloso precedente che si sta creando in Romania.

 

 

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Il popolo scende in piazza: proteste a Bucarest

La vicenda ha immediatamente innescato un’ondata di indignazione. Migliaia di manifestanti sono scesi in piazza a Bucarest per denunciare quello che definiscono un abuso di potere da parte delle autorità. Tra loro, numerosi esponenti di Aur, partito conservatore che sostiene la candidatura di Georgescu e che è alleato di Fratelli d’Italia in Europa.

George Simion: “Un colpo di Stato è in atto”

Ad alzare ulteriormente il tono della polemica è George Simion, leader di Aur e vicepresidente di Ecr party. Il suo appello è senza mezzi termini: «C’è un colpo di Stato in corso a Bucarest. La legge in Romania prevede che un candidato raccolga 200.000 firme per essere ammesso alle elezioni. Noi abbiamo incontrato Georgescu due giorni fa e abbiamo deciso di depositare la documentazione in anticipo perché ci aspettavamo di tutto».

Simion ha poi lanciato da X una chiamata alla mobilitazione di massa: «Questo sabato, 1^ marzo, a Bucarest ci aspettiamo la più grande protesta di sempre! Prevarremo! Dio benedica la Romania!».

L’Europa tace: il doppio standard democratico

Mentre Bucarest si infiamma, il silenzio delle istituzioni europee è assordante. Da Bruxelles nessuna dichiarazione ufficiale, nessuna condanna, nessuna richiesta di chiarimenti. Un doppio standard che non passa inosservato: quando si tratta di attaccare la destra, le voci si alzano con veemenza, ma di fronte a episodi di dubbia trasparenza in Paesi europei, l’indifferenza sembra la regola.

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di Alice Carrazza - 27 Febbraio 2025