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Rita Dalla Chiesa cani

Svolta animalista

Cani in Parlamento, Rita Dalla Chiesa in prima linea: basta voltare lo sguardo. Cominciamo dai canili lager

Da Dudù al carlino della Biancofiore, la discesa in campo per gli animali di Cav e centrodestra

Politica - di Prisca Righetti - 12 Febbraio 2025 alle 18:56

Svolta animalista nel centrodestra e ingresso ammesso ai cani dei parlamentari nelle stanze istituzionali: dalla Biancofiore a Rita Dalla Chiesa, centrodestra in prima linea. Nell’iconografia berlusconiana il fenomeno riconducibile a Forza Italia risale al 2017, quando il Cavaliere apparve in un video rilanciato sui social mentre allattava nel giardino di Arcore uno dei cinque agnellini, ribattezzato “Fiocco di neve”, scampato al “sacrificio pasquale”. Lo slogan coniato per l’occasione recitava: «A Pasqua scegli la vita, scegli Veg», e consacrò l’immagine pop del padre nobile forzista. Nell’ultimo ritratto di famiglia, tra agnelli e biberon, mancava all’appello solo il cane Dudù, il barboncino maltese arrivato a villa San Martino nel gennaio 2012 (dono dell’ex ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla) per il lancio della campagna “Forza Dudù”, nata con l’obiettivo di avvicinare gli amici degli animali al partito azzurro.

Cani in Parlamento, Rita Dalla Chiesa in prima linea

La letteratura parlamentare narra che proprio il barboncino bianco, diventato famoso e “paparazzato” come una star (famosa è la foto che lo ritrae mentre gioca a palla con Berlusconi e Vladimir Putin nei corridoi di palazzo Grazioli in occasione di una visita a Roma del presidente russo) abbia fatto scoppiare la passione del leader azzurro per gli animali, che ne aveva intuito anche il potenziale elettorale.

Svolta animalista, in principio fu Berlusconi…

L’ex premier, riferisce chi lo conosceva bene, non aveva un feeling in particolare verso i cani. Poi però, con l’arrivo di Dudù ad Arcore, il Cav avrebbe cambiato idea. Al punto che una volta confidò a chi era andato a trovarlo a Villa San Martino: «Ho dovuto comprarmi un cane per trovare una persona che mi sia veramente fedele…». Ora, mitologia e leggende di palazzo a parte, è un fatto che, grazie all’effetto Dudù, FI dal momento dell’ingresso ufficiale del simpatico cagnetto alla Corte di Berlusconi, il numero uno di FI ha sempre dedicato particolare attenzione al mondo animalista, capace di attirare molti consensi elettorali. Arrivando anche a istituire un Dipartimento ad hoc, chiamato prima “Diritti degli animali” e ora “Benessere animale”.

Rita Dalla Chiesa dall’amore per i cani al Dipartimento per i diritti degli animali

E oggi? Oggi a raccogliere e a tenere ben saldo nelle mani quel testimone foriero di nobili iniziative ritroviamo tutto il centrodestra. E, per lo schieramento azzurro in particolare, Rita Dalla Chiesa: nominata da poco alla guida del Dipartimento di Forza Italia per la tutela dei diritti degli animali, ribattezzato “Benessere animale”. Noto volto televisivo, prima della Rai, poi di Mediaset (conduttrice storica della trasmissione Forum), nonché figlia del generale Carlo Alberto, ucciso dalla mafia nell’82, la deputata azzurra racconta all’Adnkronos anche le sue battaglie anti-pellicce («Sono contraria alla caccia») e si dice favorevole all’ingresso dei cani in Parlamento ma solo nei casi di emergenza.

«Amo gli animali da sempre: in trincea contro sfruttamento e maltrattamenti»

«Sin da piccola amo gli animali, da sempre combatto contro ogni sfruttamento e qualsiasi tipo di maltrattamento. A cominciare da quello che succede nei circhi…», tiene a sottolineare la deputata azzurra, interpellata dall’agenzia per commentare il via di qualche giorno fa in Senato ai nostri amici amici a quattro zampe, con Palazzo Madama che ha aperto le porte, tra gli altri, a Puggy: il carlino dell’ex forzista Michaela Biancofiore, attuale presidente dei senatori di Civici d’Italia-Noi moderati-Maie. È stato lui il primo cagnolino ad entrare in Parlamento, grazie al nuovo regolamento in vigore dal 31 gennaio che riguarda al momento soltanto i cani.

I complimenti alla collega Biancofiore: «È stata brava, ha fatto da apripista»

Un’occasione accolta con favore da Rita Dalla Chiesa, che non ha mancato di complimentarsi con la Biancofiore: «È stata brava, ha fatto da apripista. Ma, sottolinea anche contestualmente, alla Camera si può far entrare i cani solo nei casi di necessità: il giorno in cui magari non hai a chi lasciare il tuo fedele amico a quattro zampe». Sì, dunque all’accesso anche a Montecitorio ma, insiste, «solo per l’emergenza. Perché il numero dei deputati è molto più elevato rispetto al Senato. E poi ritengo che bisogna avere rispetto delle “intolleranze” degli altri».

Cani (e non solo): Rita Dalla Chiesa in ticket con l’assessore regionale Comazzi

Non solo. Per l’occasione la deputata forzista ha rivelato anche di essere stata contattata da Antonio Tajani e, per la prima volta nella storia del partito, confida che c’è un ticket ai vertici del Dipartimento: Dalla Chiesa lavorerà in tandem con l’assessore regionale in Lombardia Gianluca Comazzi (responsabile uscente della struttura), che a sua volta ha commentato: «Sono contento di collaborare con Rita, una personalità importante. E sono certo che unendo le forze potremo svolgere un ottimo lavoro».

Il sì di Rita Dalla chiesa alla proposta di Tajani sulla tutela dei diritti degli animali

«Un giorno Tajani, conoscendo la mia passione  – racconta Dalla Chiesa – si è avvicinato in Aula e mi ha chiesto se volevo fare la responsabile del Dipartimento sulla tutela dei diritti degli animali. E io ho detto subito sì. Del resto, Forza Italia è un partito che è cresciuto nel segno dell’amore per gli animali di Berlusconi». E ancora, tra convinzioni maturate nel tempo e annunci di iniziative di là da venire, anticipa: «Una delle prime cose che farò», annuncia, «è dichiarare guerra ai canili lager».

Si riparte dai canili lager: basta voltare lo sguardo

Rilanciando in calce: «Farò controllare a macchia d’olio tutti i canili a gestione privata e comunale, perché, purtroppo, vengono commesse gravissime irregolarità sulla pelle degli animali rinchiusi in gabbie, maltrattati e denutriti. Pensate che ci sono Regioni, soprattutto nel Sud Italia – denuncia la Dalla Chiesa– dove non ti fanno neanche entrare per un adottare un cane e i gestori intascano soldi pubblici invece di assistere queste povere creature». Una verità sperimentata sul campo da chi scrive e che non può continuare a passare inosservata.

 

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di Prisca Righetti - 12 Febbraio 2025