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Il decreto Cultura è legge

Un altro impegno mantenuto

Cultura e periferie: il binomio possibile diventa legge. Sì definitivo al decreto

Investimenti dedicati alle periferie e alle svantaggiate, sostegno all'editoria e cooperazione con l'Africa: cosa contiene il dl Cultura

Politica - di Natalia Delfino - 19 Febbraio 2025 alle 16:16

L’Aula del Senato ha dato il via libera con 80 sì, 61 voti contrari e un astenuto al decreto Cultura. Il testo, che contiene anche il “Piano Olivetti”, è già stato approvato dalla Camera e diventa quindi legge. «È stato un risultato molto bello, molto promettente: intanto ci sarà una grandissima boccata d’ossigeno per tutta la filiera dell’editoria, e soprattutto ci siamo dati degli strumenti triennali, quindi a scadenza, per intervenire sia sul territorio con il Piano Olivetti, sulle aree interne, spopolate, sulle periferie, sia per concentrare gli sforzi di diplomazia culturale con l’area del Mediterraneo e del Mediterraneo allargato», ha commentato il ministro della Cultura, Alessandro Giuli.

Giuli: «Un risultato molto promettente»

Giuli si è poi detto «molto contento» dell’iniziativa per favorire l’ampliamento dell’offerta culturale nelle pagine dei giornali, «perché quello è un segnale di grande fiducia nei confronti della carta stampata oltre che della comunicazione giornalistica in generale». Il ministro, inoltre, intercettato dai giornalisti ha dato un «giudizio è stellare da parte di una persona totalmente immersa nel lavoro…».

Mollicone: «Un altro impegno elettorale mantenuto e un nuovo importante passo nell’attuazione della visione di sintesi culturale»

«Con questo testo abbiamo messo a terra il programma elettorale di Fratelli d’Italia di sostegno all’editoria, allo spettacolo dal vivo, ai borghi, all’audiovisivo e all’identità locale e nazionale», ha commentato il presidente della Commissione Cultura della Camera e Responsabile nazionale cultura e innovazione di FdI, Federico Mollicone. «Grazie al lavoro del ministro Giuli e all’ottima collaborazione con le commissioni del Parlamento – ha aggiunto Mollicone – abbiamo compiuto un nuovo importante passo nell’attuazione della visione di sintesi culturale».

La cultura in periferia: cos’è il Piano Olivetti

Ad “aprire” il decreto, all’articolo 1, c’è l’adozione del cosiddetto “Piano Olivetti per la cultura”, ispirato alla figura di Adriano Olivetti e dedicato a favorire lo sviluppo della cultura, a promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell’editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali. Tra le finalità del piano, anche riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell’audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell’alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie.

Il contributo della cultura al Piano Mattei: l’Unità di missione per l’Africa e il Mediterraneo

Il dl prevede che il ministero della Cultura istituisca una Unità di missione per la cooperazione culturale con l’Africa e il Mediterraneo allargato, al fine di promuovere iniziative culturali fissandone le funzioni, la durata, la composizione, nonché la copertura dei relativi oneri, operando in stretto raccordo e coordinamento con la Cabina di regia del Piano Mattei.

Il sostegno all’editoria e alle librerie

Il decreto istituisce misure a sostegno dell’editoria e delle librerie, tra le quali un fondo di 4 milioni di euro per finanziare l’apertura di nuove librerie da parte di giovani fino a 35 anni di età, con priorità alle aperture in aree interne e svantaggiate o in aree prive di librerie o di biblioteche, e con una specifica destinazione di 1 milione dei 4 stanziati per le librerie collocate in alcune tipologie di piccoli Comuni, dove siano l’unico punto vendita di libri.

E ancora: un fondo di 24,8 milioni di euro per l’anno 2025 e di 5,2 milioni di euro per l’anno 2026 per l’acquisto di libri, anche in formato digitale, da parte delle biblioteche statali, degli enti territoriali e degli enti culturali che ricevono contributi pubblici, al fine di sostenere la filiera dell’editoria libraria, anche digitale, nonché le librerie di lunga tradizione e interesse storico-artistico, le librerie di prossimità e quelle di qualità. Inoltre, in via sperimentale, viene previsto un fondo di 10 milioni di euro da ripartire per l’anno 2025, finalizzato ad ampliare l’offerta culturale dei quotidiani in formato cartaceo attraverso il potenziamento delle pagine dedicate alla Cultura, allo spettacolo e al settore audiovisivo.

Come cambiano la “Carta cultura giovani” e la “Carta del merito”

Il decreto detta, inoltre, nuove regole “tecniche” per l’utilizzo della “Carta della cultura giovani” e la “Carta del merito”: ai fini del pagamento del rimborso spettante ai possessori delle Carte, è necessario trasmettere la fattura entro il termine di 90 giorni dalla conclusione dell’iniziativa. Analogamente, rispetto al pagamento del credito maturato nell’ambito delle edizioni già concluse dell’iniziativa ‘Bonus cultura 18app’, i possessori dovranno trasmettere la fattura entro il 31 marzo 2025.

Il capitolo semplificazione: meno scartoffie e rompicapo

L’articolo 7 dispone misure urgenti per la semplificazione degli interventi sul patrimonio culturale, per il cinema e per il settore audiovisivo: si prevede l’iscrizione di diritto nell’elenco delle stazioni appaltanti qualificate previsto dal nuovo Codice dei contratti pubblici anche delle Soprintendenze Archeologia, belle arti e paesaggio con competenza sul territorio del capoluogo di regione; viene sostituito ogni atto di autorizzazione, licenza, concessione non costitutiva, permesso o nulla osta richiesto per l’organizzazione di spettacoli dal vivo che presentino determinate caratteristiche, con una Scia, la segnalazione certificata di inizio attività, ad esclusione dei casi in cui sussistono vincoli ambientali, paesaggistici o culturali nel luogo in cui si svolge lo spettacolo.

Nasce la dicitura «opere non adatte ai minori di anni 10»

Per quanto riguarda il cinema viene introdotto un nuovo criterio di classificazione delle opere cinematografiche denominato «opere non adatte ai minori di anni 10».

Tra le altre misure viene autorizza una spesa pari a 800mila euro per il 2025 con la finalità di celebrare il 25esimo anniversario della “Convenzione europea sul paesaggio”, firmata a Firenze il 20 ottobre 2000.

Il decreto prevede inoltre fondi per i cosiddetti “Istituti della rete”: l’articolo 5 destina alla Giunta storica nazionale, all’Istituto italiano per la storica antica, all’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea, all’Istituto italiano di numismatica e alla Domus mazziniana un contributo complessivo pari a 2 milioni di euro, a decorrere dal 2025.

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di Natalia Delfino - 19 Febbraio 2025