
Guerra
Dalla Russia schiaffo a Elon Musk: Mosca abbatte una postazione Starlink. La provocazione all’Occidente
Un avvertimento: la guerra non è finita. Nel bersaglio anche nove droni ucraini ad ala fissi sei cannoni di artiglieria da campo, di cui quattro proprio "Made in Nato", e quattro mortai
Una sfida, una provocazione diretta. Mosca annuncia con toni trionfali di aver distrutto una stazione di comunicazione Starlink, la costellazione satellitare di Elon Musk che è diventata un tassello fondamentale della resistenza ucraina. La notizia arriva dalla Tass, con la voce di Ivan Bigma portavoce del gruppo tattico Ovest, che proprio ha sferrato l’attacco. «Eliminata la stazione di guerra elettronica Kvertus, 21 postazioni di controllo dei droni e tre depositi da campo di munizioni», dichiara. E nel calderone delle rivendicazioni finiscono anche sei cannoni di artiglieria da campo, di cui quattro “Made in Nato“, e quattro mortai. C’è di più, disintegrati pure nove droni ucraini ad ala fissi per mano delle difese aeree russe.
Il bersaglio non è casuale: Putin avverte l’Occidente
L’elemento chiave, però, non è tanto il consueto bollettino di guerra, ma il bersaglio scelto: Starlink. Quella rete di satelliti che ha garantito all’Ucraina una comunicazione rapida ed efficace anche nei momenti più bui, permettendo ai droni di colpire con precisione, ai soldati di coordinarsi sul campo, e persino a Zelensky di connettersi con il mondo quando tutto sembrava collassare. Distruggerne una base non è solo un’operazione militare, è un messaggio trasversale a Musk, alla Nato, a chiunque creda che la guerra sia finita.
Musk nel mirino della Russia
Nonostante i pronostici americani e gli sforzi di Donald Trump per porre fine alla guerra in Ucraina, il Cremlino non sembra voglia frenarsi di fronte a nulla. Anzi, celebra la distruzione di un’infrastruttura del beniamino del presidente come un trofeo. Pare che nessuno possa giocare alla guerra con la Russia senza pagarne il prezzo. Putin lo sa, e lo dice con il suo linguaggio preferito: le esplosioni.
Il diciassettenne e la giustizia di Mosca: quando il nemico ha la faccia di un ragazzo
Mentre le macerie di Starlink sono diventate cenere, un’altra notizia rimbalza dalle agenzie russe. Un ragazzo di 17 anni è stato arrestato con l’accusa di aver aiutato l’Ucraina a colpire con i droni la raffineria di petrolio russa di Ryazan. Lo riferisce l’agenzia Ria, secondo cui il giovane sarebbe accusato di «terrorismo e tradimento» con una condanna che potrebbe arrivare fino a vent’anni di carcere.
Il ragazzo – di cui non si conosce il nome – avrebbe raccolto informazioni, dipinto graffiti e passato dati all’intelligence ucraina in cambio di denaro già dall0 scorso autunno. Il diciassettenne avrebbe confessato tutto durante l’interrogatorio.