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Dazi amari, Trump prepara uno scherzo a Macron: colpire lo champagne, salvare il prosecco italiano
C’è paura, sui mercati e nei palazzi della politica, per la politica dei dazi “aggressivi” annunciata dal presidente americano nei confronti di molti paesi del mondo che considera “minacciosi” per l’economia americana. Canada. Messico, Cina, ma anche la Ue, che ieri ha replicato minacciando “ritorsioni” nel caso in cui Trump desse corso a una vera e propria guerra commerciale col Vecchio Continente. Oggi le Borse hanno reagito con nervosismo a queste fibrillazioni, con gli investitori che aumentano l’avversione al rischio e si rifugiano nel dollaro, nell’oro e nei bond. Sui listini europei crollano le auto, come pure sono oggetto di forti vendite i titoli tecnologici e i minerari. La minaccia di dazi verso l’Europa – dopo Messico, Canada e Cina – pesa anche sull’euro, in calo dell’1,2% sul dollaro, a quota 1,024. Elementi su cui la Ue deve fare una riflessione congiunta, che forse inizierà oggi a Calais d’Egmont, dove si svolgono i lavori del Consiglio Europeo informale con la presenza della premier italiana Giorgia Meloni.
I dazi di Trump e la mediazione dell’Italia
L’alta rappresentante per la politica estera europea, Kaja Kallas, oggi ha ribadito che “non ci sono vincitori nella guerra dei dazi, chi se la ride è la Cina, ’Unione europea e gli Stati Uniti sono legati, noi abbiamo bisogno di loro e loro hanno bisogno di noi, i dazi non vanno bene per i posti di lavoro e per i consumatori». A chiedere una risposta ferma e decisa da parte di Bruxelles è anche la Francia. “Se sarà attaccata da un punto di vista commerciale, l’Europa dovrà farsi rispettare e reagire, dice Emmanuel Macron, per il quale, però, secondo alcuni giornali americani, Trump starebbe preparando uno “scherzo” non da poco. Gli americani potrebbero colpire lo champagne francese ma non il prosecco o il franciacorta…
Il ruolo dell’Italia con gli Usa
“I prodotti europei saranno molto presto colpiti dai dazi doganali americani, dopo quelli imposti sui prodotti provenienti da Canada, Messico e Cina, ha detto Trum. “Non ci prendono le nostre auto o i nostri prodotti agricoli, quasi nulla e noi tutti prendiamo milioni di automobili, quantità enormi di prodotti agricoli”, ha detto ancora il Tycoom. Il Corriere della Sera fa sapere che dagli uffici di Ursula von der Leyen in queste ore è stato aperto un canale negoziale con la Casa Bianca. Bruxelles sta cercando di offrire pacchetti di maggiori acquisti di gas liquido e aumenti della spesa militare per scampare ai dazi. E l’Italia? Danni ne riceverà certamente, dai dazi Usa, ma il buon rapporto tra Meloni e Trump potrebbe “salvare” alcuni filoni del made in Italy particolarmente importanti per la nostra economia.
Meloni, secondo quanto scrive oggi La Stampa, conta di poter esercitare un ruolo di mediazione tra Washington e Bruxelles. “La premier può garantire una maggiore sintonia con il tycoon. Ma in cambio chiederà di venirle incontro sulle spese per la difesa. E sulla necessità di scorporare gli investimenti del settore dal calcolo del deficit secondo il nuovo Patto di Stabilità, mentre il ministro dell’Industria francese, Marc Ferraci, auspica una reazione aggressiva…”. E la cosa non sembra spaventare Trump, anzi…