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Delmastro non si fa zittire dalla sinistra: “I giudici non sono ayatollah, si possono criticare. Avanti con la riforma”

La sentenza beffa

Delmastro non si fa zittire dalla sinistra: “I giudici non sono ayatollah, si possono criticare. Avanti con la riforma”

Politica - di Leo Malaspina - 21 Febbraio 2025 alle 18:51

Non si lascia intimidire dalla sinistra politica e giudiziaria, il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, oggi a Portici (Napoli) per un convegno sulla devianza minorile: il giorno dopo la sentenza-beffa, arrivata dopo tre richieste di assoluzione dei pm, l‘esponente di FdI replica alle accuse dell’Anm e delle toghe rosse, che hanno bollato come “vergognose” le critiche formulate dal centrodestra su quella misura relativa alla fuga di notizie del caso Cospito. Delmastro va avanti, con il suo mandato e con la riforma della giustizia, che appare il vero obiettivo dei magistrati italiani. “Dimissioni? Ho ricevuto un mandato preciso dagli italiani per riformare fra le altre cose anche la giustizia,  con tre richieste di assoluzione sono riusciti a condannarmi. Le sentenze credo che si possano anche commentare, soprattutto quelle politiche che peraltro si commentano da sole. Devo dire che è una bella pretesa quella di poter rivendicare più che legittimamente di scioperare contro le nuove leggi, però che nessuno può manco commentare una sentenza. Io credo che esista una sola categoria che rivendichi il diritto non essere commentato, quella degli ayatollah“, ha detto il sottosegretario alla Giustizia.

Delmastro e l’opposizione giudiziaria alla riforma

Alla domanda di un cronista se la sentenza che lo riguarda fosse una risposta della magistratura al lavoro del governo sulla riforma della giustizia, Delmastro ha commentato: “Non lo so, lo dovrebbe chiedere ai giudici, diciamo che se questo fosse, hanno sbagliato indirizzo perché proseguiremo con più rinnovato spirito”. Delmastro infine ha confermato che non si dimetterà. “Ho ricevuto un mandato preciso dagli italiani per riformare fra le altre cose anche la giustizia. Ho avuto evidentemente al mio fianco in questa vicenda pure la Procura della Repubblica che ha chiesto, detto impropriamente ma correttamente, tre assoluzioni e sono entrato nel Guinness dei primati occidentali. Con tre richieste di assoluzione sono riusciti a condannarmi”.

Poi Delmastro ha rivendicato con orgoglio l’azione del governo: “Abbiamo avuto per anni governi che su Caivano hanno fatto passerelle. Oggi Caivano sta rifiorendo e diventa il modello per tutte le periferie. Mi piace essere in Campania per raccontare questo modello di rinascita urbanistica, di contrasto alla povertà educativa, alla marginalità sociale. Un modello sulle periferie che è nato dalla Campania ed è un bel modello di speranza”.

L’Anm prova a raffreddare i toni

In serata, poi, il presidente dell’Anm ha provato a raffreddare i toni. “Mantengo sempre e comunque, quale che sia il livello della tensione, la speranza che invece ci possa essere un dialogo assolutamente franco, leale e costruttivo da entrambe le parti: è l’unica cosa che posso aggiungere rispetto al comunicato della giunta”, ha detto Cesare Parodi, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, riferendosi al comunicato della giunta dell’Anm sulle reazioni del governo alla sentenza che ha condannato il sottosegretario Andrea Delmastro. “Non vedo perché non dovremmo riuscire a relazionarci anche in un momento difficile come questo con il governo, se qualcuno è disposto ad ascoltarci”, ha spiegato Parodi, in collegamento video con un evento di Meritocrazia Italia oggi a Firenze. “Certamente vogliamo lasciare sempre aperta la porta – ha proseguito – per una comprensione reciproca. Io credo che sia un principio irrinunciabile. Poi, ripeto, bisogna che ci sia una volontà collettiva di fare questo, ma certamente non sarò io il primo, noi i primi, a smettere di essere disponibili, ad ascoltare e a farci capire, questo è sicuro”.

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di Leo Malaspina - 21 Febbraio 2025