![Carlo Conti Carlo Conti](https://www.secoloditalia.it/files/2025/02/secoloditalia_2025021115334388_c31b286c3589a89f55b2cbb5e28013d4-860x358.jpg)
Sanremo 2025
Dieci cose antifasciste da imporre in scaletta a Carlo Conti prima della fine del Festival
Quando Carlo Conti ha dovuto ribadire per il secondo giorno consecutivo di essere antifascista, anzi, “decisamente antifascista”, a molti è scappato da ridere e non solo tra i giornalisti presenti all’Ariston di Sanremo. Il nome che è balenato nella memoria di molti è stato quello di Mario Brega: l’attore e caratterista romano, volto da duro dei western all’italiana, con simpatie a destra, costretto a recitare la parte del comunista duro e puro in un film di Carlo Verdone. Il povero Carlo Conti pareva Mario Brega nella scena: “Io non so’ comunista così, so’ comunista così!”, con tanto di pugno chiuso in risposta alla giovane fricchettona che lo aveva chiamato “fascio”.
A TeleMeloni (chissà perché non l’hanno mai chiamata TeleVeltroni o TeleD’Alema quando la sinistra davvero egemonizzava tutta la Rai) dovrebbero presto correre ai ripari. Per appagare le richieste pressanti dei partigiani sanremesi e per evitare al Festival e al suo direttore artistico boicottaggi e linciaggi mediatici, ecco dieci cose antifasciste da imporre subito in scaletta.
- Per la prima serata sarà opportuno mobilitare le sarte della Rai alla ricerca di un fazzoletto dell’Anpi da annodare al collo di Carlo Conti, fazzoletto che si intoni con l’abbronzatura.
- A proposito di abbronzatura, procedere a una drastica decolorazione di Carlo Conti in stile Michael Jackson, affinché sparisca ogni riferimento subliminale a riferimenti e lazzi e battute che evochino Faccetta nera.
- All’uopo, nella terza serata sarà doveroso annunciare per la prossima edizione di Tale e Quale Show la partecipazione straordinaria di Luca Marinelli nella parte del Duce sulla coreografia del ballo del Qua Qua, con annessa intervista alla nonna antifascista. Inutile dire che, dietro le quinte, prima dell’ingresso in ascensore, sarà necessario un tono affranto e dolente sia per l’intervistatore che per l’intervistato. Per quella puntata è indispensabile la presenza in giuria di Antonio Scurati. Presenza che, ovviamente, andrà ben remunerata.
- Sostituire l’impolitica e qualunquista, quindi destrorsa, “Sanremo è Sanremo” con la “decisamente antifascista” Bella Ciao.
- Imporre a Carlo Conti e ai co-conduttori il saluto con il pugno chiuso a inizio e fine di ogni serata.
- Nel caso di ulteriori richieste di patenti antifasciste tenere a portata di mano foto d’epoca di nonni, zii, prozii partigiani. Se non si trovano chiedere a Gerry Scotti.
- Video collegamento con una giuria esterna traslocata appositamente a Carrara, davanti al monumento appena inaugurato al compagno Che Guevara. Studiare anche un piccolo siparietto con Jovanotti che canta “Penso Positivo” e racconta di quanto sia bella, florida e democratica la vita a Cuba.
- Presentazione dal palco sanremese di un nuovo format intitolato “I peggiori anni della nostra vita”, stavolta dedicato al Ventennio, condotto in collaborazione con Aldo Cazzullo e Alba Parietti. A darne notizia, sul palco di Sanremo durante la diretta col Tg1, lo stesso Conti con l’ad Giampaolo Rossi (il cognome per una questione cromatica risulterà più tranquillizzante per la platea antifascista).
- Per le prossime conferenze stampa dell’Ariston, Carlo Conti dovrà pure imparare a memoria i nomi di tutti i segretari di Partito comunista, Ds, Pds, Pd, dal 1945 a oggi. Alcuni cognomi gli risulteranno più familiari perché li ha già sentiti in questi anni in Rai.
- A proposito di segretari, in sostituzione dei monologhi, introdurre un solo grande comizio di Elly Schlein dal palco sanremese. Comizio da piazzare poco prima dell’annuncio del vincitore (o della vincitrice) onde evitare un prevedibile crollo dello share. Da TeleMeloni è tutto.