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E Schlein restò sola. Dopo il tonfo di Scholz e l’addio di Biden non ha più amici fuori casa

Nazareno isolato

E Schlein restò sola. Dopo il tonfo di Scholz e l’addio di Biden non ha più amici fuori casa

La sinistra italiana mai stata così isolata nel contesto internazionale. I suoi naturali alleati sono sulla via del tramonto e la segretaria dem fa finta di niente. Non pensa alla pace in Ucraina ma al campo largo

Politica - di Alessandra Parisi - 25 Febbraio 2025 alle 11:20

Il voto in Germania con il tonfo storico dei socialdemocratici è un nuovo motivo di depressione per Elly Schlein sempre più isolata nello scenario internazionale e pressata dentro casa. Non a caso la segretaria dem continua con la politica dello struzzo, glissare sui temi caldi dell’agenda politica europea e attaccare la premier Meloni. Anche ieri si è concessa la dose quotidiana di insulti al governo spaziando dalla mafia alle bollette ma glissando attentamente sul tema del giorno. Non si vede. Nel terzo anniversario dell’invasione russa Schlein è invisibile. Non ha preso parte alla piazza romana a sostegno dell’Ucraina, non si è vista a Kiev dove ieri erano presenti tutti o principali rappresentanti della sinistra europea e atlantica. Neppure una delegazione dem per certificare l’esistenza in vita, ma è inevitabile visto che il Nazareno non ha un barlume di strategia e la segretaria non ha ancora deciso da che parte stare. Accanto al presidente ucraino Zelensky c’è solo la dem Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo, non a caso in prima linea nell’esercito della minoranza Pd. Ma c’erano lo spagnolo Sanchez e il portoghese Costa, il francese Glucksman e il canadese Trudeau.

Schlein in totale isolamento, i suoi alleati europei sono al tramonto

L’uscita di scena di Biden con il trionfo o del nemico Trump negli Usa e il capitombolo di Scholz in Germania fanno fuori in un colpo solo alleati naturali della sinistra italiana, oggi senza interlocutori né modelli vincenti da sbandierare. Lo stunami di Berlino spacca ulteriormente in due il Pd: c’è, segretaria in testa, esulta perché i nazisti di Adf non andranno al governo (e poco importa se 1 tedesco su 5 li ha votati). E chi, come Stefano Bonaccini, invita a leggere il dato con un pizzico di realismo.

La segretaria dem in un vicolo cieco

In un’Europa in cui la premier Giorgia Meloni, alla faccia dell’isolamento italiano, si accredita come ponte con la Casa Bianca, Macron prova a riprendersi la scena e il Regno Unito, dopo il caos suicida della Brexit, gioca a dare le carte, Elly è in un cul di sac. Non si schiera, non parla. Ormai il silenzio è la sua cifra, e a nulla serve il pressing interno e dei cespugli (Calenda le ha consigliato vivamente di smetterla di fingersi morta). “Per lei è una ragione di distinzione», dice un dirigente Pd, allarmato dalla deriva isolazionista del Nazareno. Un trend dimostratato plasticamente a Strasburgo dove in più occasioni il Pd ha votato con le estreme rossobrune contro il Pse.

La sua priorità non è la pace in Europa ma il campo largo

“La sua priorità non è la pace per l’Ucraina, ma quella nel campo largo”. Insomma i suoi interlocutori non sono i leader di governo e opposizione del Pse ma Conte, Bonelli e Fratoianni, che non può mollare e che sono schierati senza se e senza ma contro Kiev. Pur di non restare del tutto muta Elly prende a prestito un’ideona di Matteo Renzi e rilancia la proposta di una figura istituzionale europea al tavolo delle trattative sull’Ucraina. Ovviamente senza immaginare un riarmo dei singoli Stati, guai a entrare nel dibattito sulle spese per la difesa. La nuova parola d’ordine è: “difesa comune europea”, ma senza troppi dettagli impegnativi. La segretaria continua a ripetere come un mantra che la politica estera è altra cosa dalle alleanze, tanto che non ha detto una parola sulla sbandata trumpiana di Conte. Salvo parlare quando il leader 5Stelle ha negato il feeling con il leader tycoon. Un atteggiamento insopportabile per i riformisti dem. “Se si legittima l’aggressione di Putin e si mette in discussione il diritto delle democrazie di rispondere, il Pd non può star zitto”, protesta Alessandro Alfieri.

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di Alessandra Parisi - 25 Febbraio 2025