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Il Comitato 10 Febbraio e le associazioni degli esuli: “La pacificazione passa per il rispetto dei morti”

Il Comitato 10 Febbraio e le associazioni degli esuli: “La pacificazione passa per il rispetto dei morti”

Politica - di Alessandra Parisi - 8 Febbraio 2025 - AGGIORNATO 8 Febbraio 2025 alle 17:33

Sdegno trasversale per l’oltraggio alla Foiba di Basovizza a poche ora dal Giorno del Ricordo del dramma delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata. Condanna durissima da parte del Comitato 10 Febbraio e delle associazioni degli esuli. Che da decenni tengono viva la memoria di una delle pagine più buie della nostra storia, per decenni ‘infoibata’ dalla storiografia ufficiale. “Gli atti vandalici perpetrati la scorsa notte sono una grave offesa ai Martiri delle foibe. I soliti ignoti hanno vergato frasi deliranti e provocatorie sul Monumento Nazionale di Basovizza. La pacificazione passa anche attraverso il rispetto dei morti, ma gli jugonostalgici, quando si avvicina il Giorno del Ricordo entrano in azione con atti vera e propria criminalità”. Così in una nota Silvano Olmi, presidente nazionale del Comitato 10 Febbraio alla notizie delle tre scritte in lingua slava che hanno vandalizzato la foiba di Basovizza. “Appena la scorsa settimana, a Reggio Calabria è stata distrutta una targa in memoria di Norma Cossetto – ha concluso Olmi – e negli anni scorsi abbiamo registrato decine di atti vandalici che purtroppo non hanno trovato il giusto risalto sugli organi d’informazione”.

Il Comitato 10 febbraio: la pacificazione passa per il rispetto dei morti

Per Carla Cace, presidente dell’Associazione Nazionale Dalmata, interpellata da Adnkronos, quel gesto vigliacco non darà i frutti sperati dai negazionisti all’attacco. “È un gesto inutile per una realtà storica che è scientificamente accertata. Il resto sono solo rigurgiti di poco conto. Un atto veramente deplorevole e raccapricciante perché, al di là delle tue ideologie, vai a profanare la memoria dei morti”. Chi potrebbero essere i “coraggiosi” imbrattatori? “Potrebbe veramente essere stato chiunque a farle”, dice Carla Cace. “Però sicuramente è qualcuno che, non potendo più negare, allora cerca di provocare, di ridimensionare. Qui si è passati dal negazionismo al giustificazionismo tante volte. Però per fortuna, seguendo questa vicenda da vent’anni e oltre, posso dire che sono proprio quattro gatti. Per fortuna”.

Cace: sul tema del ricordo c’è ancora tanto da fare

Sul tema del ricordo, aggiunge, c’è ancora tanto da fare. “Ci sono delle lacune storiche importanti e per molti questo è un argomento con ancora una conoscenza sommaria. C’è ancora da fare ricerca. Perché in realtà noi sappiamo bene che ci sono decine di foibe inesplorate. Bisognerebbe fare un grande lavoro culturale, con ricerche pubblicazioni e, magari, qualche produzione come serie tv e film. Non fu solo una tragedia italiana, ma una tragedia europea: oltre agli italiani, nelle foibe ci sono anche gli oppositori politici di Tito, tanti sloveni e croati. Fu una vera e propria pulizia etnica per fini politici”.

Micich: sfregiare un luogo di dolore è calpestare la storia

Anche Marino Micich, storico e direttore dell’ Archivio Museo storico di Fiume, stigmatizza l’oltraggio notturno alla foiba di Basovizza. “Un gesto vigliacco e inaccettabile, che colpisce non solo un simbolo della storia italiana, ma anche la dignità di chi ancora oggi lotta per mantenere viva la memoria di una tragedia che ha segnato profondamente il nostro Paese. Sfregiare un luogo di dolore e raccoglimento significa calpestare la storia, mancare di rispetto alle vittime e alle loro famiglie, e alimentare tensioni che la memoria dovrebbe invece contribuire a superare”. Il significato delle scritte, chiaramente provocatorio – aggiunge Micich – “non può essere ridotto a una semplice bravata. Si tratta di un’offesa deliberata, che punta a riaprire ferite mai completamente rimarginate, trasformando la memoria in un campo di battaglia ideologico”.

 

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di Alessandra Parisi - 8 Febbraio 2025