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Il “compagno Gino” resta in carcere a Parigi. Tra un mese la decisione sull’estradizione e Salis trema

Estrema sinistra

Il “compagno Gino” resta in carcere a Parigi. Tra un mese la decisione sull’estradizione e Salis trema

I giudici francesi hanno respinto la richiesta dei domiciliari per l'antagonista arrestato lo scorso novembre con l'accusa di aver partecipato ai pestaggi di Budapest. La Francia prende tempo sull'estradizione

Politica - di Eugenio Parisi - 13 Febbraio 2025 alle 18:04

Niente da fare per il compagno Gino, amico fraterno di Ilaria Salis. Rexhino Abazaj, l’antagonista milanese di origini albanesi, arrestato a novembre a Parigi con l’accusa di aver partecipato – proprio come la maestra antifà oggi europarlamentare di Avs – ai pestaggi contro militanti di estrema destra, dovrà restare in carcere. In virtù di un mandato di cattura internazionale emesso dall’Ungheria, dallo scorso novembre il complice della Salis è recluso in un carcere alle porte di Parigi. Niente domiciliari per il militante di estrema sinistra che si era dato alla fuga fino al fermo nella capitale francese. Respinta, infatti, la domanda per ottenere i domiciliari, fanno sapere i suoi amici antagonisti. “Il domicilio eletto è sconosciuto e non ci sono legami certificati con le persone che lo ospiterebbero”.

Il compagno Gino resterà in carcere a Parigi

Nessuna decisione, invece, sull’estradizione richiesta dall’Ungheria per avviare il processo. I giudici francesi hanno deciso di prendersi ancora un mese di tempo. L’udienza del 12 febbraio che avrebbe dovuto decidere sull’estradizione del ‘compagno Gino’ è stati rinviata al prossimo 12 marzo. Notizie allarmanti per la Salis che vede incrociarsi il suo destino con quello del compagno di lotte. Inutile dire che a caldo la maestra antifascista si era precipitata a dare la sua solidarietà politica all’antagonista (“Per me è un amico e un compagno”), esprimendo “grande preoccupazione” per l’ingiusto arresto.

Entro 1 mese il verdetto sull’estradizione e Salis trema

Ora ci sono ancora trenta giorni per conoscere il futuro dell’antagonista milanese, un mese di ulteriore preoccupazione per Ilaria che vede a rischio la sua permanenza tra i comodi scranni a Strasburgo. Se i giudici di Parigi dovessero dare il via libera all’estradizione in Ungheria anche per lei le cose potrebbero mettersi male. Al momento l’eroina della sinistra ultrà, candidata dalla coppia Bonelli-Fratoianni per evitarle il carcere, è in attesa di conoscere il verdetto dei giudici europei sulla revoca dell’immunità parlamentare la richiesta di Budapest (oggi ha preso il via a Strasburgo la sessione a porte chiuse della commissione Affari Giuridici dove oggi è in agenda l’esame dell’immunità). Scarsi per ora i risultati della mobilitazione militante di Salis a difesa del compagno Gino. Tra i banchi del Parlamento europeo non si registrano prese di posizioni a favore della sua mobilitazione, se si esclude la comitiva di Left. Tutti indifferenti alle lacrime di Ilaria.

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di Eugenio Parisi - 13 Febbraio 2025