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Il Greengate “a sua insaputa”: Timmermans nega i soldi alle lobby e attacca la destra che chiede chiarezza (video)

I Video del Secolo - di Eleonora Guerra - 3 Febbraio 2025 - AGGIORNATO 3 Febbraio 2025 alle 17:12

Non c’era e se c’era dormiva, e comunque è colpa della destra, che è “rea” di chiedere chiarezza ed evidentemente ce l’ha con la società civile. L’ex commissario europeo al Green Deal, che insieme ricopriva anche la carica di vicepresidente esecutivo della Commissione, il socialista Franz Timmermans cerca di smarcarsi dallo scandalo Greengate in un modo così goffo da trasmettere la netta sensazione che davvero non sappia come difendersi. «Non ho visto nessuna prova di tutto quello che è stato detto, poi sono delle decisioni di cui non sapevo e in cui non ero coinvolto. Ma dobbiamo essere chiari: questo è un attacco alla società civile che non piace alla destra», ha detto a margine di una riunione del Gruppo dei socialisti europei a Bruxelles.

Timmermans e la tesi del Greengate “a sua insaputa”

La risposta di Timmermans sul caso Greengate – ovvero l’emersione di finanziamenti alle lobby ambientali per sostenere le politiche green iper ideologizzate di cui lui stesso era artefice – fa acqua da tutte le parti: intanto dà il caso che a far emergere lo scandalo sia stata un’inchiesta non della destra, ma del quotidiano olandese De Telegraaf, che ha riferito di aver visionato i contratti; poi c’è il fatto che la stessa Commissione, nella figura dell’attuale Commissario al Bilancio, Piotr Serafin, ha ammesso che «sfortunatamente» pratiche di accordi con le Ong perché esercitassero pressioni sull’opinione pubblica e sugli stessi eurodeputati «si sono verificate in passato e devono essere sradicate»; infine c’è l’ipotesi davvero poco credibile che Timmermans nel suo ruolo non ne abbia mai saputo nulla. Che, anche a volerla prendere per buona, aprirebbe scenari inquietanti sull’accortezza politica di un uomo che è stato vicepresidente della Commissione Ue.

Il goffo attacco alla destra per deviare l’attenzione dalla richiesta di chiarezza

Quanto al presunto attacco della destra alla società civile, si tratta di una costruzione che non ha alcun appiglio e che appare come un tentativo disperato di spostare l’asse da ciò che veramente chiede la destra, insieme alle altre forze alternative al binomio rosso-verde che ha promosso il Green deal: chiarezza rispetto al ruolo non delle Ong, ma dei politici che eventualmente le hanno assoldate, facendo pagare un conto da almeno 700mila euro alla Commissione.

Fidanza: «La nostra sensazione è che si tratti della punta di un iceberg»

«La nostra sensazione è che oltre a questi 700mila che sono stati denunciati in questa inchiesta giornalistica, rispetto alla quale c’è stata una conferma da parte del Commissario al bilancio Serafin, è che si tratti della punta di un iceberg perché sono stati decine di milioni i soldi che sono stati stanziati ad associazioni ambientaliste in questi anni per spingere l’Agenda Green dell’Unione europea», ha spiegato il capodelegazione di FdI al Parlamento europeo, Carlo Fidanza, che sul caso ha presentato un’interrogazione e chiesto l’istituzione di una commissione d’inchiesta.

Un problema di merito e di metodo

«È chiaro – ha spiegato l’esponente di FdI-Ecr – che esiste una differenza: un conto è dare questi soldi alle associazioni per fare in modo che vengano veicolati i contenuti di provvedimenti che già esistono, le classiche campagne di sensibilizzazione per un ambiente più pulito, riciclare meglio i rifiuti, sprecare meno acqua; un altro conto è utilizzare queste risorse per fare un’azione di lobbying, cioè di condizionamento di un’altra istituzione democratica dell’Unione europea come il Parlamento, per cercare di cambiare il voto dei parlamentari. Saremmo di fronte – ha concluso Fidanza – a un fatto molto più grave». Insomma, il dossier Greengate allunga ombre molto fosche anche oltre il tema delle sole politiche verdi, estendendosi al modo stesso in cui certa sinistra pensa di poter imporre la propria visione.

 

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di Eleonora Guerra - 3 Febbraio 2025