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L'appello alla Ue
Il segretario di Stato Rubio: “Trump può fermare Putin, non Macron. Adesso bisogna agire”. E chiama in causa l’Europa
Il Segretario di Stato Usa ribadisce che solo The Donald può convincere Putin a fermare la guerra in Ucraina. Washington spinge per un deterrente credibile con il coinvolgimento europeo, mentre Zelensky si prepara a siglare un accordo strategico con gli Stati Uniti
Marco Rubio non ha dubbi: solo Donald Trump può convincere Putin a chiudere la partita in Ucraina. «Con tutto il rispetto per Macron, non è Trump», ha dichiarato il segretario di Stato Usa, sottolineando la differenza tra Monsieur le President e il tycoon americano. E la stoccata non è stata casuale: alludeva al colloquio tra il presidente francese e Vladimir Putin nel 2022, un tentativo diplomatico finito nel vuoto.
Rubio: “Non si tratta di fidarsi dei russi, si tratta di agire”
«Il presidente Trump è una persona molto diversa» ha insistito Rubio nell’intervista rilasciata a Fox News. «È l’unico leader al mondo che potrebbe effettivamente convincere Putin ad accettare la pace». Ma nessuna illusione: «Non si tratta di avere fiducia nei russi. Si tratta di azioni. O sono seri nel fermare la guerra, e lo capiremo presto», oppure «se ciò su cui insistono è irrealistico, allora sapremo che non sono realisti. Ma dobbiamo testare».
«Non c’è stato alcun negoziato, non ci siamo seduti davanti a una mappa per iniziare a tracciare linee», ha spiegato Rubio. «Siamo stati molto chiari con i loro»
La strategia di Washington: deterrenza e coinvolgimento europeo
Secondo Rubio, il punto centrale della strategia americana non sta solo nel sostegno militare a Kiev, ma nella costruzione di un «deterrente credibile», capace di dissuadere Mosca da nuove aggressioni. «Non deve essere solo l’America a occuparsene. Anche gli europei devono essere coinvolti», ha ammonito. «La garanzia di sicurezza è che ora gli Stati Uniti sono partner degli ucraini in qualcosa di importante» e, dunque, «un buon accordo per l’Ucraina» e «un accordo giusto per noi».
E mentre il Cremlino ribadisce il suo veto su qualsiasi negoziato riguardante i territori annessi nel 2014 e nel 2022, da Washington si comunica altro: «Se la Russia vuole una cooperazione più stretta con gli Stati Uniti su una serie di questioni, sia geopolitiche che economiche, questa guerra deve finire».
Zelensky da Trump per chiudere sulle terre rare
Nel frattempo, Volodymyr Zelensky è atteso per venerdì alla Casa Bianca per la firma di un accordo strategico sulle terre rare, un’intesa che, secondo Rubio, garantirà all’Ucraina «la possibilità di utilizzare le proprie risorse naturali non solo per ripagare i contribuenti americani, ma anche per sviluppare l’economia del Paese dell’Est». Una mossa che rafforza il legame tra Kiev e Washington. «Trump ha fatto accordi per una vita» e «non si lascerà farà ingannare da una brutta intesa», ha garantito il segretario di Stato.
“La Nato non è a rischio”, ma gli alleati spendano di più
Inoltre, nel quadro della nuova politica estera americana, l’amministrazione trumpiana ha annunciato un drastico taglio del 92% ai programmi di sviluppo e assistenza all’estero, per un totale di 54 miliardi di dollari. «Questi fondi saranno riallocati nell’interesse dell’America First», ha dichiarato un portavoce del Dipartimento di Stato. Ma se da un lato Washington riduce il suo impegno finanziario globale, dall’altro sollecita i suoi alleati a rafforzare le proprie difese. «La Nato non è a rischio», ha assicurato Rubio. «Ciò che la mette in pericolo sono gli alleati che non spendono abbastanza per le loro forze armate».
L’Europa chiamata alla prova delle garanzie di sicurezza
Eppure, a Bruxelles l’isteria non sembra disposta a placarsi. Il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa ha ribadito la necessità di un maggiore coinvolgimento dell’Unione nella sicurezza dell’Ucraina: «Dovremmo essere preparati a un possibile contributo europeo alle garanzie di sicurezza che saranno necessarie per assicurare una pace duratura».
Per quanto riguarda la difesa europea, spiega Costa, «L’Europa diventi più sovrana, più capace e meglio equipaggiata per affrontare le sfide immediate e future alla sua sicurezza», la chiamata di Costa a tutti i leader Ue in vista del summit del 6 marzo prossimo, al quale parteciperà come di consueto anche Zelensky.
Starmer: “Trump ha ragione, tutti vogliamo la pace”
Sulla stessa linea, il premier britannico Keir Starmer, che oggi incontrerà proprio il presidente americano nella sua visita “speciale” alla Casa Bianca. «Trump è stato molto chiaro sulla pace che vuole e ha ragione, tutti vogliamo la pace», ha detto il premier britannico. «Il punto è come essere sicuri sia una pace duratura?», la domanda che si pone Starmer prima dell’incontro.
«La garanzia di sicurezza deve essere sufficiente a dissuadere Putin dal ripresentarsi, perché la mia preoccupazione è che se c’è un cessate il fuoco senza una rete di protezione americana gli si darà semplicemente l’opportunità di aspettare e di ripresentarsi», ha avvertito Starmer, annunciando di conseguenza l’aumento della spesa per la difesa britannica al 2,5% del Pil entro il 2027.