
Insulti, chiassate e show da circo, la sinistra moribonda insiste. Conte: “Meloni è senza onore”
Gli ululati e i teatrini da avanspettacolo (di quart’ordine) delle opposizioni non si fermano. Sul caso Almasri, neutralizzato dalle comunicazioni puntuali e circostanziate dei ministri Nordio e Piantedosi, è una gara a chi la spara più grossa. All’indomani della chiassosa sceneggiata in Parlamento a favore di telecamera e in diretta televisiva, la strategia del centrosinistra per la spallata al governo non cambia. Un fluorilegio di insulti in un crescendo inarrestabile. Il più scatenato è Giuseppe Conte che oggi in diretta dai microfoni dell’Aria che tira torna all’attacco. Nel talk show condotto da David Parenzo, l’ex avvocato del popolo ha definito la premier addirittura “senza onore”, perché “scappa dopo aver liberato uno stupratore di bambini”. Già accusata ieri nientemeno di “viltà istituzionale”, la premier rimane l’argomento privilegiato delle provocazioni del leader 5Stelle. “A cosa sta lavorando?, provoca Conte, “a difendere Santanchè, ad aumentare lo stipendio dei ministri?”.
Dopo la gazzarra le opposizioni insistono con insulti e chiassate
Ossessionati dall’assenza della premier in aula, le sentinelle rosse insistono con l’arma decisamente spuntata della richiesta di un’informativa in Parlamento. L’istinto giacobino di processare il nemico sulla pubblica piazza è l’unico argomento che fa ritrovare alle opposizioni un briciolo di compattezza. “Di fronte alla vicenda scandalosa di Almasri è rimasta nascosta”, dice Conte che ieri aveva detto sibilato “Lo so che ci sta guardando nascosta dietro il computer. “Si è comportata e si sta comportando senza onore. Rivendichiamo che lei venga, Noi continueremo. Meloni calpesta la legge, si sente intoccabile”. Un ritornello assordante e rocambolesco. Insomma complice morale di torturatori e stupratori, premier in fuga, governo a braccetto con i delinquenti e sotto ricatto: questa la narrazione delle opposizioni. Prive di qualsiasi argomento politico, divise su tutto, tanto da propendere per il lodo Fransceschini che ‘consiglia’ di andare in ordine sparso al voto (e dopo si vedrà), dal giorno dell’avviso di garanzia a mezzo governo, avanzano con dichiarazioni belligeranti ed esilaranti “copia e incolla”.
Conte: Meloni senza onore, che lavoro fa? Difende la Santanchè?
Chi pensava che ieri si fosse toccato il fondo si sbaglia. Per la cronaca Elly Schlein, Matteo Renzi e Giuseppe Conte ieri hanno ingaggiato una gara di volgarità e incitamento alla gazzarra da stadio. La segretaria dem si è prodotta in un numero da circo definendo la premier “presidente del Consiglio” mentre Renzi si è affidato alle letture di Collodi dell’infanzia per una rivisitazione di Pinocchio (proprio il nomignolo che si è guadagnato sul campo negli anni d’oro) con i membri del governo. Allora i due ministri diventano “il gatto e la volpe”, il presidente del Senato “Mangiafuoco” e Meloni “l’Omino di burro”, forte con i deboli e deboli con i forti. Nicola Fratoianni non è stato più elegante. Come già Angelo Bonelli da Bruno Vespa, il capo della sinistra italiana delizia i parlamentari con la foto di una bambina torturata da Almasri per attaccare il governo amico dei torturatori. “Ci dica ministro, quando Almasri ha compiuto queste torture? Quando le ha fatte? In che anno? Ci dica ministro. Lei si è assunto la responsabilità di non fare il suo dovere”, dice rivolgendosi a Nordio.
Appendino: pagina piena di bugie, noi non molliamo
Per la ghiotta occasione oggi è scesa in campo anche Chiara Appendino che promette guerra senza quartiere al governo. “Non molliamo”. E giù con la levata di scudi indignata per “la brutta pagina di una storia piena di bugie”, il ricordo della “vergognosa passerella” dopo la strage di Cutro. “Diceva che avrebbe cercato per tutto il globo terracqueo i trafficanti. E quanto ne ha uno nel nostro Paese e la digos di Torino lo arresta cosa fa lei? Anziché farlo marcire in carcere lo libera e lo riporta a casa con un volo di Stato con tutti gli onori”. Un’ossessione e una giostra sguaiata di attacchi.