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Mai dire Navalny: a un anno dalla morte, a Mosca è pericoloso anche citarlo. Tajani: non dimentichiamo il suo coraggio

L'ultimo oppositore di Putin

Mai dire Navalny: a un anno dalla morte, a Mosca è pericoloso anche citarlo. Tajani: non dimentichiamo il suo coraggio

Esteri - di Laura Ferrari - 16 Febbraio 2025 alle 13:29

«A un anno dalla morte di Aleksej Navalny, non dimentichiamo il suo coraggio e il suo sacrificio a favore della libertà e della democrazia. La mia vicinanza alla sua famiglia e a tutti i difensori dei diritti umani che ogni giorno combattono nel mondo per avere più giustizia e stato di diritto». Lo scrive in un post su X il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

I sostenitori di Navalny hanno deposto fiori sulla sua tomba dell’oppositore con la polizia che ha concesso l’ingresso al cimitero Borisov filmando tutto. C’erano anche diplomatici stranieri, compresi gli ambasciatori di Usa e Ue, Lynne Tracy e Roland Galharague.

Un anno dopo la morte dietro le sbarre del leader dell’opposizione russa Alexei Navalny, i suoi sostenitori si preparano a ricordarlo oggi con eventi commemorativi nonostante i rischi di ritorsioni per coloro che visiteranno la sua tomba a Mosca.

È morto Navalny: era in una prigione del circolo polare artico. Il Cremlino: malore dopo una passeggiata

L’avvocato e attivista anti-corruzione che aveva sfidato direttamente Vladimir Putin per il Cremlino sperava che i giovani delle grandi citta’ e filo-occidentali lo avrebbero aiutato nella missione di spodestare il presidente. Ma per le strade di Mosca, oggi, il nome di Navalny suscita solo indifferenza o paura.

il nome di Navalny suscita solo indifferenza o paura.

Il movimento di opposizione russo – costretto all’esilio da una repressione senza precedenti – è afflitto da lotte intestine e gravemente indebolito dalla perdita del suo leader. Esiliati in vari Paesi, i suoi esponenti di spicco hanno cercato di rilanciare la lotta contro il lungo regno del presidente Vladimir Putin anche in Russia, dove le critiche alle autorità sono severamente punite. Navalny, il principale oppositore di Putin, è stato dichiarato “estremista” dalle autorità di Mosca, una sentenza che rimane in vigore nonostante la sua morte in una colonia penale artica il 16 febbraio 2024. In Russia, chiunque menzioni Navalny o la sua Fondazione anticorruzione senza dichiarare che entrambi sono stati dichiarati “estremisti” è soggetto a multe o fino a quattro anni di carcere.

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di Laura Ferrari - 16 Febbraio 2025