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Tregua in bilico
Netanyahu come Trump: “Se Hamas non consegna gli ostaggi entro sabato, sarà guerra”
La tregua tra Hamas e Gaza è a serio rischio. La fase 2 dell’intesa sul cessate il fuoco potrebbe non vedere mai la luce. Il quadro è repentinamente cambiato dopo l’annuncio da parte del gruppo terroristico palestinese di rinviare il prossimo rilascio di ostaggi fissato per sabato, a causa di presunte violazioni dell’intesa da parte di Israele. Nell’immediato, il ministro della Difesa israeliano Israel Katz aveva ordinato all’esercito di interrompere le operazioni di smobilitazione dalla Striscia. E prepararsi “al massimo livello di allerta per ogni possibile scenario”. A dare la spallata definitiva è stato l’annuncio di Donald Trump, confermato oggi, con il suo ultimatum ad Hamas. Se non consegnerà gli ostaggi ancora trattenuti a Gaza entro sabato, il presidente Usa ha minacciato di far saltare il tavolo. E se il tycoon non ha cambiato idea e annuncia di essere pronto a scatenare l’inferno, Netanyahu condivide e rilancia.
Netanyahu come Trump: se Hamas non consegna gli ostaggi sarà l’inferno
“Se Hamas non restituirà i nostri ostaggi entro sabato a mezzogiorno, l’Idf riprenderà a combattere intensamente fino a quando Hamas non sarà definitivamente sconfitto”. Così in un video pubblicato su X il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, al termine di una riunione del gabinetto di sicurezza. Un riunione fiume di quasi cinque ore di cui non si conosce l’esito finale. Fonti israeliane hanno inizialmente fatto sapere che il gabinetto ha dato pieno sostegno alla posizione di Trump :tutti gli ostaggi liberi o salta la tregua. Più tardi però altre fonti citate da Haaretz e dal Canale 12 hanno indicato come Israele sia pronto a procedere sulla strada tracciata dall’accordo vigente. L’ufficio di Netanyahu avrebbe imposto ai ministri il silenzio stampa, forse in vista di un annuncio del premier stesso. Sulla base dell’intesa entrata in vigore il 19 gennaio, Hamas deve rilasciare nella prima fase 33 ostaggi israeliani, in cambio della liberazione di centinaia di detenuti palestinesi. Sinora sono stati rilasciati 16 ostaggi.
Trump conferma l’ultimatum, la risposta di Hamas
Intanto l’esercito israeliano sta ulteriormente rafforzando le forze nel Comando Meridionale: un incremento “esteso” delle truppe con il richiamo dei riservisti in vista di ” vari scenari”. ”Gli accordi vanno rispettati e ‘le minacce non servono”, ha replicato il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri. ”Trump deve ricordare che c’è un accordo che deve essere rispettato da entrambe le parti. E questo è l’unico modo per restituire i prigionieri. Il linguaggio delle minacce è inutile e complica solo le cose”. Intanto l’Onu, che ha fatto i conti delle risorse necessarie alla ricostruzione di Gaza, 53 miliardi di dollari, fa appello ad Hamas perché proceda con la liberazione prevista degli ostaggi. “Dobbiamo evitare a tutti i costi la ripresa delle ostilità a Gaza che porterebbe a un’immensa tragedia”, scrive su X il segretario generale, Antonio Guterres. “Entrambe le parti devono rispettare pienamente gli impegni presi nell’accordo di cessate il fuoco e riprendere negoziati seri”.