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Nordio avverte: “La riforma non si tocca. Più cercano di intimidirci, più andiamo avanti”

Nordio avverte: “La riforma non si tocca. Più cercano di intimidirci, più andiamo avanti”

Politica - di Alessandra Parisi - 7 Febbraio 2025 - AGGIORNATO 8 Febbraio 2025 alle 14:48

Nessun passo indietro sulla riforma della giustizia. Tira dritto sulla separazione delle carriere il ministro Carlo Nordio, per nulla fiaccato dal plotone d’esecuzione sul caso Almasri, dagli avvisi di garanzie, dalla gazzarra delle opposizioni in Parlamento, dagli show delle toghe in trincea.  “Finalmente siamo riusciti ad attuare, dopo tanti anni, la separazione delle carriere. Che le Camere penali da sempre portano come vessillo di libertà e vera cultura della giurisdizione. Siamo quasi a metà strada, abbiamo intenzione di continuare. Più ci attaccano e cercano di intimidirci e più la nostra volontà di continuare e portare a fondo la riforma aumenta. Con determinazione e maggior forza”. Così il Guardasigilli intervenendo in videocollegamento all’inaugurazione dell’anno giudiziario dei penalisti italiani 2025 a Milano.

Nordio: la riforma non si tocca. Più vogliono intimidirci e più andremo avanti

Il concetto viene ribadito più volte. “È un mandato che ci ha chiesto il popolo e noi lo faremo. Non esiteremo e non vacilleremo. Più aumentano queste forme di pressione proprie e improprie e più siamo determinati a portare a fine il nostro lavoro”. Nessun timore per il referendum nel rispetto dellA volontà popolare. “Il nostro cronoprogramma è definito. In prima lettura la riforma dovrebbe essere approvata entro marzo e poi entro l’estate dovrebbe avere l’approvazione definitiva. Ci sarà poi il referendum, sono certo, e che io auspico, perché una materia così complicata, complessa e di alta sensibilità civica è bene che venga sottoposta alla valutazione del popolo sovrano. Noi non abbiamo timore e non vogliamo nemmeno lusingarci dei sondaggi che conosciamo”.

In Parlamento ho provato un forte disagio

Inevitabile un passaggio sugli show da circo delle opposizioni in aula durante l’informativa sul generale libico, urla e gazzarre contro il governo e i ministri ‘complici dei torturatori”. “Ho avuto una sensazione di grave disagio – ammette Nordio –  quando, in Parlamento, a margine della vicenda di Almasri ho spiegato ai parlamentari che il mandato di arresto della Corte di giustizia europea era un mandato completamente sbagliato e, secondo me, addirittura nullo”. Poi spiega: “In Parlamento mi è stato detto ‘vi siete attaccati a un cavillo giuridico e avete liberato un torturatore’. Come dire, poiché era un torturatore, legge o non legge, regole o non regole, dovevate tenervelo. Io non ho replicato, perché non era previsto dal regolamento, ma vorrei notare che se noi volessimo trattenere in vinculis una persona perché è un torturatore, un assassino o altro, a dispetto delle regole che disciplinano i processi, allora nemmeno la Corte internazionale avrebbe ragion d’essere”.

Almasri, il rispetto delle regole è prioritario

Il rispetto delle regole, insiste, è prioritario. Secondo la narrazione della sinistra non avrebbe avuto ragione d’essere “nemmeno la Corte di Norimberga. Persino ad Eichmann, nel processo di Gerusalemme di tanti anni fa, è stato concesso un difensore, un processo regolare, un rispetto delle regole. Le regole vanno rispettate sempre e comunque, non soltanto dal punto di vista sostanziale ma anche formale. In questo caso coincidevano, è stata fatta una violazione di legge formale e anche sostanziale”.

 

 

 

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di Alessandra Parisi - 7 Febbraio 2025