
Compagni di censura
“Norma Cossetto figlia del patriarcato, non va ricordata”: il vergognoso no della sinistra toscana
La notizia ha dell’incredibile a arriva dalla rossa provincia di Livorno: i compagni negano l’evidenza pur di non rendere omaggio a Norma Cossetto, una delle vittime. A denunciare l’accaduto il deputato grossetano di Fratelli d’Italia Fabrizio Rossi. “Sono veramente vergognose e prive di fondamento storico le dichiarazioni riportate da Sara Brogioni, consigliera comunale e presidente commissione pari opportunità del comune di Campiglia Marittima (Livorno), che ha definito presunte e incerte, sia la storia che le violenze subite da Norma Cossetto, studentessa italiana, vittima delle foibe, prima torturata e violentata, e infine gettata in una foiba, dai partigiani comunisti jugoslavi nell’ottobre del 1943″.
Negato lo spazio alla vittima del comunismo titino
“Il tutto nasce – spiega Rossi in una nota – dalla richiesta del gruppo di minoranza in seno al consiglio comunale di Campiglia, di intitolare uno spazio comune a ricordo di Norma Cossetto. Richiesta, poi bocciata dalla maggioranza del comune livornese. Affermare e mettere in discussione quello che ha subito nell’autunno del 1943, Norma Cossetto vuol dire mettere nel frullatore, ideologia comunista e negazionista che indigna”. Per Rossi “è doppiamente vergognoso e di cattivo gusto che certe considerazioni vengano fatte da una donna”, “fanno benissimo i gruppi di opposizione in consiglio comunale a chiedere le dimissioni”.
La delirante tesi di Brogioni: Norma Cossetto esempio di Femonazionalismo
Su Facebook Brogioni porta avanti la sua delirante tesi: “Non sono e non sarò mai una negazionista – dice lei – Se un fatto non è suffragato da prove certe, è presunto. Mi spiace molto che la Cossetto sia esempio di Femonazionalismo: la sua storia usata dalle destre per cercare di appropriarsi di riferimenti femministi, per attirare consenso”.
Nei giorni precedenti Brogioni, sempre sui social, aveva teorizzato: “Le fonti circa la vita e la morte della Cossetto sono molto incerte. Sappiamo che era una giovane studentessa, una donna indipendente, una maestra. Sappiamo che era iscritta ai gruppi universitari fascisti, e che, come la sua famiglia, era un attivista del movimento fascista. Sappiamo che, per questo, come molte altre ahimè, è stata una vittima della atrocità della guerra. Ho parlato di violenza e di come la povera Cossetto sia effettivamente martire, non tanto per il destino subito, certamente orribile, ma perché viene strumentalizzata per celebrare non le vittime della guerra o la violenza di genere, ma le vittime fasciste della guerra partigiana”.
Stenta a credere alle parole della consigliera di Campiglia marittima anche Susanna Donatella Campione, senatrice di Fratelli d’Italia eletta in Toscana: “Come si fa a mettere in discussione quanto storicamente accertato da più fonti? Non c’è caso più eclatante del tragico martirio di Norma Cossetto. La consigliera in questione – prosegue Campione – fa emergere la cattiva coscienza della sinistra, un meccanismo di rimozione di fatti innegabili, ormai emersi dal buio di una storia che si voleva seppellire per sempre”.