
Centri sociali violenti
Padova, assalto antagonista al banchetto di Casapound: una delle vittime rischia di perdere un occhio
I militanti antifascisti del centro sociale Pedro hanno aggredito in branco il gazebo di Casapound nel comune padovano di Prato della Valle sabato scorso. Un gruppo di antagonisti ha fatto irruzione nella piazza in cui i militanti della tartaruga frecciata stavano realizzando una raccolta firme, regolarmente autorizzata anche con la concessione del suolo pubblico. I militanti di Cpi avevano montato il banchetto per una campagna sulla remigrazione, chiedendo il rimpatrio nel Paese d’origine per tutti i migranti arrivati in Italia. Secondo quanto riportato da Il Giornale, la piazza in cui è avvenuto il pestaggio era piena di persone che hanno assistito pietrificate all’aggressione. In un comunicato, il movimento di Casapound ha parlato dell’aggressione e della presenza di una “Mafia antifascista” nelle città italiane.
Successivamente sono intervenuti gli agenti della Digos, attraverso il dispositivo di sicurezza programmato dal questore di Padova, che hanno provvisto a bloccare i militanti antifascisti insieme alle volanti accorse sul posto. I militanti antifascisti non sono riusciti a fuggire in tempo e sono stati condotti in questura, dove le forze dell’ordine hanno condotto gli accertamenti. Gli antagonisti non si sono limitati ai pugni e ai calci, impugnando le gambe divelte del banchetto allestito come fossero spranghe e utilizzandole contro i ragazzi della destra radicale. Per il momento sono stati identificati 22 attivisti del centro sociale padovano che hanno aggredito sei militanti di Casapound: tra questi c’è un 32enne padovano che sarà sottoposto a intervento chirurgico per la frattura del pavimento dell’orbita oculare e che rischia di perdere un occhio. Altri tre sono rimasti feriti durante l’assedio antifascista e hanno dovuto ricorrere alle cure mediche in ospedale.
Il comunicato di Casapound contro gli antagonisti e la “Mafia antifascista”
“Uno dei gazebo organizzati in tutta Italia per la raccolta firme sulla remigrazione è stato assaltato stamattina da oltre 30 antifascisti nel centro di Padova”. Così il movimento politico di Casapound ha raccontato l’aggressione ai propri danni avvenuta sabato scorso. «Mentre nei nostri confronti, dalle denunce e daspo assurdi per la commemorazione di Acca Larenzia fino ai divieti di manifestare, è in atto un’inspiegabile criminalizzazione di un movimento che da 20 anni agisce alla luce del sole – prosegue la nota – dall’altra parte in un clima di impunità totale si permettono agguati del genere in grossa superiorità numerica che colpiscono il nostro diritto a stare in piazza per le nostre battaglie politiche».
«È piuttosto singolare – si legge ancora nel comunicato – considerato che ad ogni nostra iniziativa vengono blindate intere città, che il banchetto regolarmente autorizzato non fosse proprio in quel momento presidiato dalle forze dell’ordine». «Non possono esistere città ostaggio di centri sociali e della ‘mafia antifascista’ che evidentemente vanta sostegni istituzionali ad ogni livello – continua ancora il comunicato – e nel chiedere la condanna unanime di questa vile aggressione che mira ad alzare il clima di tensione, non faremo passi indietro». I militanti di Casapound si dicono pronti «a dare una ferma risposta a Padova e in ogni altro luogo dove viene messa in discussione la nostra agibilità politica».
Gli accertamenti e i filmati della Digos inchiodano gli aggressori antifascisti
Dopo gli accertamenti condotti dalla Digos sull’aggressione attraverso i filmati, una ragazza e due ragazzi sono stati arrestati. La prima è indagata per violenza privata aggravata e lesioni aggravate, il secondo per violenza privata aggravata e resistenza a pubblico ufficiale e il terzo per violenza privata aggravata e lesioni gravi. Eppure per tutti e tre è stata disposta l’immediata liberazione. I restanti 19 sono stati invece indagati ma in stato di libertà per concorso in violenza privata aggravata e lesioni aggravate. A uno di loro è stata contestata la rapina aggravata di una bandiera di Casapound. Intanto il questore di Padova, Marco Odorisio, ha predisposto 12 fogli di via obbligatori da Padova per i militanti antifascisti dei centri sociali di Brescia, Vicenza, Venezia, Gorizia e da altri comuni della provincia padovana, oltre a 11 avvisi orali nei confronti degli altri antagonisti residenti nella città.