
Criminalità
Paura a Bologna, diciassettenne accerchiato e accoltellato alla gola da un gruppo di tunisini
Colpito senza motivo. In una via limitrofa un'altra altra violenza: una rissa tra nordafricani. La città in preda all'insicurezza
Bologna è rossa, ma di sangue stavolta. Piazza dell’Unità, epicentro di una tensione che ribolle sotto la superficie, è stata ancora una volta il palcoscenico di un’aggressione brutale. Un ragazzo di 17 anni, accerchiato da un branco di tunisini, si è ritrovato con la gola squarciata da una lama. Per pochi millimetri la vicenda non si è trasformata in tragedia: la ferita, seppur profonda, non ha reciso arterie vitali. Trasportato d’urgenza al Sant’Orsola, il giovane ha ricevuto punti di sutura ed è stato dimesso, ma la paura, quella no, non si ricuce con un ago.
Accerchiato e accoltellato alla gola
La vittima, ospite di una comunità per minori stranieri non accompagnati, ha raccontato che una gang di cinque o sei tunisini, come lui, lo ha circondato e attaccato nella serata di domenica. «Mi hanno colpito senza motivo». Versione che ora è al vaglio della Squadra mobile, mentre gli agenti passano al setaccio le immagini delle telecamere di sorveglianza che punteggiano la piazza più problematica della città.
Bologna sempre più pericolosa
Ma c’è di più. Alla stessa ora, poche strade più in là, in via Crespi, un’altra violenza: una rissa tra sette o otto nordafricani, segnalata con insistenza dai residenti ai carabinieri. Al loro arrivo, sulla scena era rimasto solo un 31enne tunisino, col volto segnato da un pugno. Intanto, per il primo caso, è stato aperto un fascicolo per tentato omicidio. Tuttavia, l’aggressione al diciassettenne e la rissa potrebbero essere tasselli della stessa dinamica di rivalità, un regolamento di conti tra bande che ha finito per sfiorare il tragico.
Insicurezza diffusa: la voce dei residenti
La percezione è una sola: la Bolognina è fuori controllo. Lo hanno ribadito anche i residenti nella riunione per la sicurezza tenutasi proprio lunedì sera, alla presenza dell’assessore Matilde Madrid. Un incontro in cui l’esasperazione si è fatta verbo, e le testimonianze un monito.