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Il rapporto Onu

Previsioni nefaste per l’Italia: nel 2100 avrà solo 35,5 milioni di abitanti

L'inverno demografico è al centro delle azioni del governo. Ma serve anche una grande azione culturale collettiva (e gli allarmi sul "patriarcato" quando si parla di maternità non aiutano)

Cronaca - di Gigliola Bardi - 12 Febbraio 2025 alle 14:41

La popolazione italiana nel 2100 potrebbe ridursi fino a 35,5 milioni e nel 2307 potrebbe addirittura sparire. Sono le previsioni contenute nel rapporto World Population Prospects 2024 delle Nazioni Unite, che analizza l’andamento demografico a livello globale, differenziando i Paesi in tre gruppi: quelli che sono già in declino demografico e che sono complessivamente 63; quelli che raggiungeranno il picco nei prossimi trent’anni, che sono 48; quelli che sono in forte crescita e che si attestano a 126.

Il calo demografico in Italia: nel 2100 solo 35,5 milioni di abitanti

L’Italia si colloca tra i primi, registrando cali marcati e rapidi. Attualmente gli italiani sono circa 58,9 milioni, un numero che entro 76 anni appena potrebbe ridursi di circa il 40%. Alla base di questo trend negativo gli analisti individuano fattori come il potere d’acquisto, il welfare insufficiente, la scarsità dei servizi per l’infanzia, il gender gap. Tutti aspetti sui quali il governo in questi due anni è intervenuto in maniera puntale, mettendo la questione demografica al centro delle proprie azioni politiche ed economiche fin dall’inizio del proprio mandato.

L’impegno del governo per arginare il fenomeno

Ieri il presidente del Consiglio Giorgia Meloni è tornata a parlarne in occasione del suo intervento al congresso della Cisl, dove ha avvertito che «l’inverno demografico non investe solamente l’Italia, investe anche l’Europa e chiaramente ha enormi implicazioni sulla sostenibilità del nostro sistema sociale, sull’organizzazione dei servizi, sulla tenuta del mercato del lavoro». «In 20 anni noi abbiamo perso 2,2 milioni di lavoratori under 35 e sono invece raddoppiati i lavoratori over 50», ha ricordato Meloni.

Il fenomeno dei Dink e la sfida culturale per rimettere al centro la natalità

C’è però anche un’altra sfida che si pone e che richiede un impegno che non può riguardare solo le istituzioni: quella culturale. Studi recenti, infatti, hanno messo in evidenza la crescita del fenomeno delle cosiddette famiglie Dink, acronimo dell’espressione inglese “double income, no kid”. Ovvero coppie che pur non avendo problemi di natura economica scelgono di non fare figli e rispetto alle quali non sono certo d’aiuto i messaggi di quanti urlano alle “pressioni patriarcali” ogni qualvolta si parla di sostegno, anche culturale, alla maternità.

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di Gigliola Bardi - 12 Febbraio 2025