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Cremlino-Casa Bianca
Putin cerca di riprendersi la scena. Loda Trump e apre alla Ue: “Serve che partecipi ai negoziati”
"La Russia non è contraria contraria alla partecipazione dei Paesi europei al tavolo sull'Ucraina". Lo "zar" torna ad attaccare Zelensky: sta diventando una figura tossica
Vladimir Putin prova a riprendersi la scena. Mentre i riflettori mondiali sono puntati sull’incontro Trump-Macron, la tv di Stato russa manda in onda lo zar che tiene un incontro in videocollegamento con il governo sulle terre rare della Federazione e concede un’intervista a Pavel Zarubin. Il leader del Cremlino conferma l’intesa con Donald Trump (che ieri ha assicurato che la pace in Ucraina è questione di settimana) e apre alla possibilità di colloqui anche con gli Stati europei.
Timida apertura di Putin ai colloqui con la Ue
“La Russia non è contraria alla partecipazione dell’Ue ai colloqui per una soluzione alla guerra in Ucraina, ma ritiene importante anche la posizione dei Paesi Brics”, ha sottolineato Putin, nell’intervista al canale televisivo Rossiya-1. Non mancano le lodi al presidente Usa che, a differenza della Ue “che ha promesso troppo a Kiev “ha le mani libere, è libero da queste catene”. Europei al tavolo del negoziato, dunque? Putin apre spiragli. “Erano stati loro a rifiutarsi. Se vogliono tornare, che lo facciano”. Ma chiarisce che l’interlocuzione deve limitarsi al dossier ucraino. Poi puntualizza: «Ma che cosa c’entrano gli europei? Qui si parla delle relazioni bilaterali russo- americane. Nella mia telefonata con Trump e nell’incontro a Riad si sono toccate questioni legate alla crisi ucraina, ma la sostanza non è stata discussa. Abbiamo semplicemente concordato che ci saremmo messi al lavoro”.
Terre rara, Mosca pronta a collaborare con gli Usa
Il capo del Cremlino è apparso particolarmente attento a non urtare il presidente americano, di cui conosce bene il carattere. Non a caso si è dilungato nell’assicurare al suo intervistatore che Trump è tutt’altro che «umorale. Poi si passa all’accordo americano-ucraino sulle terre rare. Prima dice che non solo «non lo riguarda», ma che «non vuole neppure pensarci », salvo poi buttare lì che sarebbe pronto a «cooperare con i partner americani» “Siamo pronti ad attrarre partner stranieri nei nostri nuovi territori storici che sono stati restituiti alla Russia. Ci sono alcune riserve qui. Siamo pronti a lavorare con i nostri partner, compresi quelli americani, nelle nuove regioni”. Il presidente russo sostiene anche la proposta del presidente i Donald Trump, secondo cui Russia, Stati Uniti e Cina dovrebbero dimezzare i loro budget militari. “Penso che sia una buona idea. Gli Stati Uniti taglierebbero del 50 percento e noi taglieremmo del 50 percento e poi la Cina si potrebbe unire se lo volesse”.
Zelensky sta diventando una figura tossica
Poi torna a punzecchiare il nemico Zelensky riproponendo la sua narrazione, a partire dall’illegittimità del presidente ucraino. “L’attuale capo del regime di Kiev sta diventando una figura tossica per le forze armate ucraine perché impartisce ordini assurdi, dettati non da considerazioni militari, ma politiche, e non è chiaro su cosa si basino. Questo porta a perdite enormi”. Non manca di sottolineare la perdita di consensi del premier ucraino “scaduto”. “Ha dei problemi, visto che il consenso per lui è la metà di quello per Zaluzhny”. Così Putin riferendosi all’ex capo delle forze armate ucraine, il generale Valery Zaluzhny, destituito da Zelensky e possibile candidato alla successione del leader ucraino. Il capo del Cremlino, infine ha reso noto che aziende russe e americane sono “in contatto” per progetti economici congiunti nell’ambito della risoluzione della guerra in Ucraina”. La scorsa settimana Washington aveva parlato di “partnership economiche potenzialmente storiche” nel caso in cui il conflitto finisse.
Cremlino e Casa Bianca hanno tempi diversi
Ma il Cremlino e la Casa Bianca hanno tempi molto diversi sul percorso dei negoziati. Mentre il presidente Usa ha fretta Putin, al contrario, temporeggia. Il Cremlino lo ha dimostrato aprendo la strada a trattative infinite che hanno già visto la riunione di due tavoli tecnici nei giorni scorsi. L'”incontro a tutto campo”, però, ha riguardato solo il ripristino della funzionalità delle ambasciate, previsto per questa settimana. Per Mosca lo sblocco delle relazioni con gli Stati Uniti è già una vittoria. Il leader tycoon invece è impaziente. Non solo per le sue noti caratteriali o perché durante la campagna elettorale aveva promesso di porre fine alla guerra in 24 ore dal suo insediamento. Trump ha bisogno di un risultato in tempi veloci anche per dare il colpo di grazia all’assetto messo in atto dall’amministrazione Biden.