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Ri-esplode il caso Imane Khelif, esclusa dai Mondiali di boxe femminile: “Non soddisfa i criteri di ammissibilità”
La pugile algerina Imane Khelif, campionessa olimpica a Parigi (quando ci fu il discusso ritiro dell’azzurra Carini nel match contro di lei) non è stata ammessa a partecipare ai mondiali di pugilato. La competizione di scena in Serbia, in programma dall’8 al 16 marzo. Come per le esclusioni dai mondiali 2023 e 2024, il motivo è la presenza di cromosomi XY e un livello di testosterone troppo alto riscontrati nel test di “gender eligibility” del 2023.
Imane Khelif esclusa dai Mondiali di boxe femminile: “Non soddisfa i criteri di idoneità”
Una vexata quaestio, quella della sua ammissibilità alle gare contro le avversarie sul ring, tornata alla ribalta in questi giorni anche da oltreoceano, nel momento in cui Donald Trump, annunciando un ordine esecutivo per vietare che atlete transgender gareggino con le donne nello sport, ha citato nelle more il caso della pugile algerina. «Chi può dimenticare le Olimpiadi dello scorso anno, dove un pugile uomo ha rubato la medaglia d’oro dopo aver brutalizzato le sue avversarie al punto che una campionessa», l’azzurra Angela Carini, «si è dovuta ritirare dopo soli 46 secondi». «Due donne che hanno completato la transizione hanno finito per vincere due medaglie d’oro», ha aggiunto l’inquilino della Casa Bianca… Allargando il discorso anche all’atleta di Taiwan, Lin Yu Ting.
Il caso all’attenzione (e nei commenti) anche di Donald Trump
Dunque, polemiche e recriminazioni a parte, la notizia è che Imane Khelif non è idonea a competere nei Campionati del Mondo di Boxe Femminili 2025, in programma a Nis in Serbia. La decisione è stata presa dall’International Boxing Association (Iba), l’organizzazione guidata dal russo Umar Kremlev che gestisce l’evento. E che già lo scorso anno le proibì di partecipare al Mondiale perché i requisiti richiesti non soddisfacevano i criteri di ammissibilità.
La vicenda riapre il caso delle Olimpiadi
Il Ceo dell’Iba: «Imane Khelif non è idonea per i nostri Campionati del mondo»
Ora però, indipendentemente dalla posizione del Cio, il segretario generale e Ceo dell’Iba Chris Roberts ha tuttavia insistito sul fatto che i test di idoneità di genere dell’organizzazione continueranno durante i campionati mondiali femminili di quest’anno. «Imane Khelif non è idonea per i nostri Campionati del mondo: non soddisfa i criteri di ammissibilità. Il nostro regolamento tecnico stabilisce chiaramente i requisiti e i criteri per l’evento. Conduciamo test di idoneità di genere in modo casuale – ha anche aggiunto – e li condurremo durante i Campionati del mondo qui». Una dichiarazione d’intenti ammantata dell’ufficialità nel corso di una conferenza stampa a Nis.
E la confusione continua a regnare sovrana…
E tra dati e riscontri, esami e norme, testosterone e cromosomi, posizioni scientifiche e sportive, tesi e dogmi sociali, protocolli e applicazioni, la confusione continua a regnare regnare sovrana… Esattamente come quando, al primo turno dei Giochi, i giornali avevano presentato Imane Khelif come pugile trans. Dal secondo turno era diventata intersex. In finale era stata declassata iperandrogina. Dopo l’oro è stata riconosciuta «donna al cento per cento»… Misteri della comunicazione sull’algerina, trionfatrice annunciata ai Giochi di Parigi, e oggi campionessa olimpica esclusa dai mondiali della disciplina per cui è stata insignita dell’oro…