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Simbolo della lotta alla mafia
Roma, il verdetto sul caso Don Coluccia: tre anni di condanna per l’aggressore in scooter
Giustizia è fatta, almeno in parte. Sergio Del Prete, il trentenne che nell’ottobre 2023 tentò di investire Don Coluccia durante la sua marcia della legalità a Tor Bella Monaca, è stato condannato a tre anni di reclusione. La sentenza, pronunciata dal giudice monocratico della sesta sezione penale del Tribunale di Roma, segna l’epilogo di un episodio che aveva scosso la Capitale e rafforzato la determinazione del sacerdote antimafia nella sua battaglia contro il degrado e il crimine organizzato.
L’agguato a Don Coluccia sventato dagli agenti
Era una giornata come tante in viale dell’Archeologia, teatro di spaccio e malaffare, quando Don Coluccia si trovò nel mirino. L’uomo in sella a uno scooter, aveva trovato il suo bersaglio. Pochi attimi e poi l’accelerazione improvvisa. Solo la prontezza della scorta evitò il peggio. Un agente aprì il fuoco, colpendo il trentenne all’avambraccio, immobilizzando. Nel caos, uno degli uomini di scorta venne investito e trasportato d’urgenza in ospedale, mentre un altro rimase ferito da un collo di bottiglia durante l’inseguimento.
Dall’arresto alla condanna
L’arresto fu immediato, così come l’iniziale contestazione dell’accusa di tentato omicidio tentato omicidio. Nel corso del procedimento, il reato venne derubricato a lesioni personali, resistenza a pubblico ufficiale e violenza privata. Il pubblico ministero aveva chiesto quattro anni, ma la condanna si è fermata a tre. Una pena che non soddisfa tutti, ma che ribadisce un principio: chi ostacola la legalità non resta impunito.
Don Coluccia: “Non mi fermeranno”
Se l’intenzione di Del Prete era quella di intimidire Don Coluccia, il risultato è stato l’esatto opposto. Il parroco, noto per le sue battaglie contro la malavita che tiene in ostaggio le periferie romane, aveva rilanciato: «Forse pensavano di togliermi definitivamente dalla faccia di questa terra. Ma mi dispiace, io continuerò ancora più forte di prima. Tornerò in strada perché ci sono tanti cittadini che hanno bisogno di queste presenze nei territori».