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Rovagnati vegani

Rovagnati, che vergogna l’odio dei vegani sui social: “Ne facessero salamini”. “Il karma arriva”

Cronaca - di Gabriele Alberti - 7 Febbraio 2025 - AGGIORNATO 7 Febbraio 2025 alle 14:45

L’invidia e la cattiveria sono una miscela esplosiva. L’odio social contro Lorenzo Rovagnati schiantatosi col suo elicottero con due piloti al seguito ne è stata un’ulteriore prova, se mai cene fosse stato bisogno. “Ne facessero salamini”. “Noi non moriremo mai così! Ucciso da benessere”. Alcuni sfregi non tra i più incivili pervenuti all0’indomani della morte dell’erede del grande marchio di salumi italiano. Sono per lo più animalisti, vegani ad infierire con tutto l’odio possibile.  Vivere in un castello all’interno di un parco, essere ricco e tra i titolari di un’azienda che produce salumi: caratteristiche di Lorenzo Rovagnati, che tanti hater da tastiera non tollerano.

L’odio dei vegani e degli invidiosi contro Lorenzo Rovagnati

L’intolleranza che conduce all’odio, mascherato da ironia, è quanto di peggio si possa leggere. Se c’è chi come ‘fabiozeta’ sottolinea che Rovagnati è morto “nel parco del castello di famiglia”, come fosse una colpa: la demonizzazione della ricchezza; come se dietro il successo di un’azienda non ci fossero lavoro, dedizione, capacità di dare lavoro. C’è il macabro sarcasmo di chi scrive: “Ne facessero salamini”. Qualche animalista convinto associa la morte di Rovagnati a quella dei maiali utilizzati per le attività dell’azienda: “Stermini milioni di animali da tutta la vita e trai profitto dalla loro sofferenza”, dice un utente social, aggiungendo: “prima o poi il karma arriva”.

Rovagnati, follia dei vegani: “Viveva sulla morte dei maiali”

Una vergogna assoluta. Sciacalli che insultano perfino dopo la morte dell’amministratore delegato dell’azienda di salumi: 42 anni, deceduto in un incidente in elicottero mercoledì 5 febbraio 2025, nel Parmense. Lascia la moglie, due figli e un terzo in arrivo. La follia a fa scrivere inoltre: “Non so se posso dispiacermi per la morte di un carnefice di animali. La sua era una vita dedicata a fare soffrire. No, sono logica, non posso dispiacermi”, ha scritto una mente orribile. Qualcun altro invece: “Non è gioire, nessuno gioisce. Diciamo che non a tutti dispiace, è diverso”. E ancora: “State parlando di un uomo che viveva, e anche molto bene, sulla morte dei maiali”.

“Siamo un popolo di invidiosi”

C’è da dire che fortunatamente i messaggi odiosi non sono la maggioranza. Sono in tanti a dare alla famiglia Rovagnati solidarietà. Sono molti quelli che sottolineano le qualità imprenditoriali e umane della famiglia Rovagnati e il fatto che l’azienda dia lavoro a centinaia di famiglie. Pertanto gli odiatori sono serviti: “Soggetti frustrati, divorati dall’invidia, che godono per la morte altrui”. E c’è infine chi, come ‘Selvatica’, sintetizza efficacemente i mille messaggi di sdegno per l’odio social riversato nei confronti della famiglia Rovagnati: “Altro che popolo di Santi, navigatori e poeti. Siamo un popolo di invidiosi…”.

Il procuratore di Parma, Andrea Bianchi, è a capo dell’inchiesta che vuole fare chiarezza sull’esatta dinamica che ha portato l’elicottero di Lorenzo Rovagnati, amministratore delegato dell’azienda di famiglia, a schiantarsi su un appezzamento di terra adiacente al Castello di Castelguelfo nella serata di mercoledì 5 febbraio. Dopo aver portato a termine l’estrazione del corpo di Rovagnati e dei due piloti che si trovavano con lui a bordo (ossia Flavio Massa e Leonardo Italiani, rispettivamente di 59 e 30 anni), i vigili del fuoco e i carabinieri coordinati dalla Procura di Parma hanno continuato a lavorare incessantemente per ricostruire gli attimi che hanno portato all’incidente.

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di Gabriele Alberti - 7 Febbraio 2025