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Sanremo segna l’alba cinica della generazione “Effe”, resiste solo l’eroe Cristicchi a difesa dei valori

Musica e psiche

Sanremo segna l’alba cinica della generazione “Effe”, resiste solo l’eroe Cristicchi a difesa dei valori

Cultura - di Felice Massimo De Falco - 16 Febbraio 2025 alle 16:33

Sullo sfondo spettrale di una società che si muove per inerzia verso un avvenire fervido di incertezze e di lampi di nuovismo tecnologico, come una zattera sbattuta dai flutti marini, emerge una generazione apolide, figlia di un concime ideologico che si fa fatica a discernere. Nell’avvicendarsi delle generazioni c’è sempre stato un atto di rottura: nulla è avvenuto per staffetta. Pensiamo al ’68 e al portato culturale dei movimenti che inneggiavano alla “morte dei padri”, a favore di una certa libertà che poi si è scoperta come ipocrita e licenzioso trampolino per un posto al sole. Quella generazione lì andò poi ad occupare negli anni i posti di potere che nei megafoni urlava di abiurare, molti presero la tessera del Pci fregandosene di chi davvero aveva creduto in una rivoluzione culturale.

Invece, l’urto terremotante della cosiddetta generazione Z è un composto furente di contraddizioni senza basi ideologiche, senza direzioni politiche, senza regie. Si muove per inerzia come una folla solitaria, per dirla con Riesman, verso emisferi abitati da atarassia ed egoismo e desiderio di rompere qualsiasi legame col presente. L’atmosfera in cui vive è depressogena. Certo che ci sono sul tappeto i problemi di sempre: la precarietà, il mancato riconoscimento del merito e della diversità, e una politica che poco si interessa a loro. Cose comprensibili. Ma si fa fatica a riconoscere un nucleo culturale che potrebbe dare un segno di riconoscimento a questa generazione.

Il risultato è una cesura cruenta intra generazionale. Pensieri confusi e rabbiosi vagheggiano per lo più nell’inconscio di un pachiderma umano che sega con protervia i valori sui quali si è poggiata finora la società. Famiglia, amore, rispetto, socialità, ricordo, riconoscenza, attaccamento alle proprie origini, fiducia. Un “lessico familiare” che s’imbruttisce e si trasforma in pose vendicative e sprezzanti verso la generazione che ha forgiato le filiere della società in tempi avari di certezze. E questa generazione ora sta tramontando nell’indifferenza.

Sta morendo la generazione che, senza aver mai studiato, ha educato i suoi figli. Quella che, nonostante la mancanza di tutto, non ha mai permesso che mancasse l’indispensabile in casa. La generazione che ai figli ha insegnato i valori, a cominciare dall’Amore e dal Rispetto. Stanno morendo quelli che potevano vivere con pochi lussi, senza sentirsi frustrati per questo. Quelli che hanno lavorato da giovanissimi e ci hanno insegnato il valore delle cose, non il loro prezzo.

Muoiono quelli che hanno attraversato mille difficoltà e, senza mai arrendersi, ci hanno insegnato come vivere con dignità.
Quelli che dopo una vita di sacrificio e stenti, se ne vanno con le mani stropicciate ma con la fronte alta. Sta morendo la generazione che ci ha insegnato a vivere senza paura. Sta morendo la generazione che ci ha dato la vita. Il punto di domanda è: cosa sta nascendo se non una generazione di cristallo che ai primi urti si romperà in mille pezzi? Tramonta la società dei Cristicchi a favore di un’anonima e crudele società di Tony Effe.

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di Felice Massimo De Falco - 16 Febbraio 2025