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Sinistre bulle, dopo l’Aventino minacciano sfracelli: se Meloni non viene blocchiamo tutto

Sinistre bulle, dopo l’Aventino minacciano sfracelli: se Meloni non viene blocchiamo tutto

Politica - di Alessandra Parisi - 3 Febbraio 2025 - AGGIORNATO 4 Febbraio 2025 alle 09:52

Alla guerra come alla guerra. Sgangherate e ululanti le opposizioni continuano con la richiesta ossessiva di volere lumi sul caso Almasri dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e minacciano sfracelli sotto il ricatto di bloccare il Parlamento. “Meloni non scappi”: è la stanca litanìa che si ripete dal giorno dell’avviso di garanzia a mezzo governo con ipotesi di reato esilaranti.  Dall’Aventino sdegnato della scorsa settimana (con l’abbandono dell’Aula) si passa all’esibizione muscolare. Parlamento bloccato se la premier non viene in aula: questo il messaggio da bulli. Il più scatenato è Giuseppe Conte che chiede un’informativa urgente in aula (che verrà affrontata domani nella conferenza dei capigruppo convocata alle 13), alla quale, neanche a dirlo si associa tutta la compagnia delle sentinelle democratiche.

Il ricatto delle opposizioni : se non viene Meloni  blocchiamo il Parlamento

“Giorgia Meloni deve venire in Parlamento a spiegare agli italiani la versione vera, reale, effettiva sul caso Almasri”. Così con toni da comizio il leader 5Stelle in aula in apertura di seduta conferma il ‘gioco di squadra’ delle opposizioni che sulla tesi di Meloni “complice morale del torturatore libico” hanno trovato un briciolo di compattezza. “È stata evocata la sicurezza nazionale, allora deve venire la presidente del Consiglio. Non può essere il ministro dei Rapporti con il Parlamento a chiarire questo punto, è nevralgico fondamentale. Solo lei può chiarire le motivazioni che espongono il nostro Paese alla vergogna nazionale e internazionale”, ha detto Conte.

Conte apre le danze, Avs e Pd lo seguono a ruota

Nicola Fratoianni, versione pasdaran, si aggrega immediatamente. “Mi associo a nome Avs alla richiesta avanzata da Conte perché la premier Giorgia Meloni venga in aula in Parlamento a rispondere ad alcuni semplici domande. Noi vogliamo sapere perché il governo ha scarcerato Almasri su cui pende il mandato di cattura della Corte penale internazionale per crimini di guerra e crimini contro l’umanità”, ripete come un ritornello. Il fine settimana non ha portato consiglio. Il leader della sinistra italiana era stato il primo a provocare l’aula di Montecitorio pochi minuti dopo la notizia degli avvisi di garanzia. “Meloni scappa dal Parlamento”, “è complice dei torturatori”, “frigna fa la vittima”: è il programma di governo delle sinistre. Dichiarazioni “copia e incolla” per alzare lo scontro e minacciare il collasso.

Il Pd svela il ricatto e grida al rischio per la democrazia in pericolo

“Ribadiamo la richiesta”, dice a metà pomeriggio la capogruppo dem Chiara Braga. “La premier Giorgia Meloni e i ministri competenti vengano a riferire in aula. Lo faremo alla capigruppo di domani e anticipiamo che non siamo disponibili a riprendere i lavori nella giornata di domani se non ci sarà una risposta alla nostra richiesta. La premier Meloni e autorevoli esponenti della maggioranza stanno parlando di questa vicenda ovunque, noi vogliamo lo facciano qui in Parlamento”. E giù con le grida per la tenuta democratica in pericolo e le accuse alla destra che sul caso Almasri avrebbe “svelato il suo vero volto”.

Renzi: saranno tutti a Roccaraso

Il ricatto piace a tutti. L’onda cresce e alla fine anche Italia viva (con Roberto Giachetti), +Europa (con Benedetto Della Vedova) e Azione (con Valentina Grippo) si uniscono alla richiesta dell’ex avvocato del popolo. Matteo Renzi non rinuncia alle sue battute, più o meno fulminanti, sui social. “Le opposizioni unite chiedono che il governo riferisca sulla vicenda Almasri. Meloni non c’è, Nordio non c’è, Piantedosi non c’è. Saranno tutti a Roccaraso”. L’informativa dei ministri  Piantedosi e Nordio, finiti sotto indagine insieme a Meloni e al sottosegretario Mantovano era prevista la settimana scorsa. Ma è saltata dopo la comunicazione di iscrizione nel registro degli indagati da parte della procura di Roma.

 

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di Alessandra Parisi - 3 Febbraio 2025