CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

niente inglese nei documenti Crusca

Sos lingua italiana, la delibera di un sindaco tuona: “Niente inglese nei documenti”. E la Crusca approva

Cronaca - di Giulia Melodia - 1 Febbraio 2025 - AGGIORNATO 2 Febbraio 2025 alle 09:27

Sos lingua italiana, sotto attacco di inglesismi e stilemi e formule mutate dal sincretismo informatico: in principio fu il vicepresidente della Camera e deputato di FdI, Fabio Rampelli, a lanciare l’allarme e la soluzione per porre rimedio alla ineluttabile crisi d’oblio e sostituzione linguistica, con una legge a tutela del nostro blasonato idioma che oggi, numeri alla mano, risulta sempre più messo a rischio da un uso eccessivo di «foresterismi». Ebbene, oggi il presidio si estende anche fino ai confini di un’amministrazione comunale toscana la cui iniziativa ha riscosso il plauso istituzionale – e culturale – niente poco di meno che dell’Accademia della Crusca. Ma procediamo con ordine.

Sos lingua italiana: «Niente inglese nei documenti». In principio fu Rampelli, poi oggi..

Il fine ultimo è sempre quello già riconosciuto e instradato dall’iniziativa legislativa targata Rampelli: ossia lo scopo di custodire e valorizzare la nostra lingua madre, garantendone l’utilizzo nella fruizione di beni e di servizi, nell’informazione e nella comunicazione, nelle attività scolastiche e universitarie, nonché nei rapporti di lavoro e nelle strutture organizzative degli enti pubblici e privati. L’ultimo 8in ordine cronologico) persecutore di tale nobile intento è allora il sindaco leghista di Castiglion Fiorentino (Arezzo), Mario Agnelli, che, attraverso una delibera, ha deciso di mettere al bando le parole in inglese nella comunicazione istituzionale. Allora, niente più «welfare» o «smart working» o «full immersion», quando ci sono termini equivalenti in italiano. E, per giunta, comprensibili a tutti.

Il sindaco di Castiglion Fiorentino mette al bando parole e locuzioni in inglese nella comunicazione istituzionale

Una decisione che ha incontrato il favore dei più e l’obiezione narcisistica e compiaciuta di chi gli è andato contro. Tra i sostenitori dell’iniziativa, però, figura una calibro da novanta: l’Accademia della Crusca che ha promosso a pieni voti l’iniziativa del primo cittadino dell’Aretino. Dunque, ripartiamo da qui: dall’ok assertivo e convinto, riferito tra gli altri dal Corriere di Arezzo e dal Corriere dell’Umbria – e rilanciato dall’Adnkronos – della secolare istituzione fiorentina incaricata di custodire il “tesoro” della lingua italiana. E dalle parole e argomentazioni con cui il presidente dell’Accademia apprezza la delibera del Comune toscano.

«Niente inglese nei documenti»: e l’Accademia della Crusca approva e rilancia la proposta “toscana”

Dunque, nello sposare intento e modo di procedere, il presidente dell’Accademia della Crusca, Paolo D’Achille, sottolinea: «Lodo l’iniziativa del sindaco Agnelli, perché cerca di evitare termini in inglese nella comunicazione verso i cittadini. È importante che le parole vengano comprese da tutti, specialmente da quella parte di popolazione più anziana nei confronti dei quali la comunicazione contenente termini stranieri non sarebbe così diretta come invece accade nel momento in cui usiamo termini in italiano». Aggiungendo peraltro (e a scanso di equivoci e immancabili polemiche): «Quindi ben vengano iniziative che intendono servirsi dell’italiano, sfruttando le potenzialità della nostra lingua»…

Il dovere di custodire il nostro idioma, il diritto del cittadino a una comunicazione accessibile

Non solo. Perché proseguendo nell’argomentare la sua adesione all’iniziativa del sindaco toscano, il presidente della Crusca fa anche un rilievo – che, sia chiaro: non c’entra con una semplice abrogazione dei termini inglesi, ma con il giusto utilizzo dei loro corrispondenti italiani – per quanto riguarda alcuni vocaboli. «Per esempio – spiega il professor D’Achille – in questi giorni abbiamo sentito parlare di “inaugurazione di Trump” ma non è corretto: perché si inaugura un monumento o un evento e non una persona. Prestiamoci attenzione».

«Niente inglese nei documenti»: il succo (e il fine ultimo) della libera

E ancora. Nell’illustrare e motivare la delibera che ha promosso e votato il Consiglio comunale di Castiglion Fiorentino, l’amministrazione spiega anche chiaramente che «il Comune è istituzionalmente tenuto a curare gli interessi collettivi e a promuovere lo sviluppo della propria comunità. E che, in attuazione dei compiti assegnati, sostiene iniziative ed azioni di sensibilizzazione legate e fondate sull’uso della lingua italiana: un patrimonio ereditato formatosi nel corso dei secoli con sacrificio, degno di essere conservato, tutelato, conosciuto, utilizzato e valorizzato».

Per continuare a leggere l'articolo sostienici oppure accedi

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Giulia Melodia - 1 Febbraio 2025