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terrorismo e sicurezza e il nodo della privacy dei criminali

L'intervento

Sos sicurezza, no di Ecr e FdI al garante europeo che “difende” la privacy dei criminali: i cittadini vengono prima

La tutela dei cittadini europei deve avere la priorità sulle norme a difesa della riservatezza dei dati di criminali acclarati e potenziali

Politica - di Sara Kelany - 25 Febbraio 2025 alle 11:09

In un’Europa che ribolle, in cui rigurgiti terroristici infiammano le strade e macchiano di sangue i marciapiedi, dove vengono esportate pratiche di violenza sessuale di gruppo che affondano le radici dell’integralismo, siamo costretti ad assistere da due anni ad una surreale diatriba tra entità sovranazionali, divise sulle modalità per garantire la sicurezza dei cittadini. Riavvolgo il nastro di una vicenda che lascia scioccati e sulla quale il gruppo di ECR e Fratelli d’Italia stanno cercando di fare luce con tutti gli strumenti che hanno a disposizione.

Sos sicurezza in Europa: le norme sulla privacy negano lo scambio di dati dei possibili criminali

Due anni fa, il garante europeo per la protezione dei dati personali ha sostanzialmente bloccato la condivisione dei dati personali tra le agenzie Europol e Frontex, l’una dedicata al contrasto alla criminalità transfrontaliera e l’altra che è sostanzialmente la guardia di frontiera e costiera europea. Due agenzie a cui tutti gli Stati membri partecipano con personale e denari e che dovrebbero essere dedicate alla tutela della sicurezza dei cittadini europei. Ebbene, il garante europeo della privacy ha deciso che lo scambio dei dati personali di soggetti che hanno commesso o che potrebbero commettere crimini transfrontalieri, non possono essere scambiati in modo sistematico, perché ne andrebbe della riservatezza dei soggetti coinvolti. Sembra un paradosso ma è così.

Un “teatro dell’assurdo”, il no e l’impegno attivo di Ecr e FdI per la sicurezza dei cittadini

Racconto questa incredibile vicenda perché in questi due anni il gruppo europeo ECR ha chiesto conto dei fatti con interrogazioni presentate all’allora commissaria Johansson, mentre a livello nazionale, con Fratelli d’Italia abbiamo fatto emergere la questione portando in commissione i protagonisti di questo teatro dell’assurdo in cui gli unici ad uscirne con le ossa rotte sono i cittadini europei. Ieri a Varsavia, durante la sedicesima riunione del gruppo interparlamentare di controllo su Europol, abbiamo nuovamente posto la questione. Chiedendo in maniera molto netta al garante per la privacy se non fosse necessario un nuovo bilanciamento degli interessi in gioco, in un momento storico in cui il contesto geopolitico ci pone dinanzi a delle emergenze che parlano da sole.

La sicurezza dei cittadini europei viene prima della tutela della privacy dei criminali

Nel tributare vicinanza agli amici tedeschi vittime nei giorni scorsi di un vile attentato terroristico, abbiamo chiesto di far prevalere l’interesse della sicurezza dei cittadini europei, che è precondizione per l’esercizio dei diritti di libertà, su quello della tutela della privacy di criminali acclarati o potenziali. Ad Europol abbiamo chiesto se i problemi di scambio dei dati con Frontex sono ancora presenti. E mentre Europol ha restituito un quadro in cui è evidente che si viva ancora questa impasse, Il Garante non ha risposto. Nulla di nulla.

La lente distorta dell’ideologia

E mentre il Garante tace, mosso dall’altissimo spirito umanitario che impedisce di violare la privacy di chi potrebbe mettere a rischio le nostre vite, i cittadini europei investono i loro denari in agenzie depotenziate da una deriva che pretende di leggere con la lente distorta dell’ideologia anche la tutela della nostra sicurezza. Noi, per parte nostra, continueremo a difendere sicurezza e libertà.

(Sara Kelany *Deputato, responsabile dipartimento immigrazione di FdI)

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di Sara Kelany - 25 Febbraio 2025