Svezia, sparatoria in una scuola a Örebro: almeno dieci i morti e quindici i feriti
Una mattinata di terrore ha scosso la città di Örebro, nel cuore della Svezia. Un uomo ha aperto il fuoco nei pressi del Campus Risbergska, una scuola per adulti a 200 km a ovest di Stoccolma, colpendo sei persone prima di rivolgere l’arma contro sé stesso. Il bilancio è salito a 10 morti e 15 feriti, fortunatamente tra loro nessun bambino. Ma la dinamica dell’attacco resta ancora avvolta nel caos, mentre la polizia ha confermato che «nessun agente è rimasto ferito», smentendo le iniziali indiscrezioni.
Nella scuola in Svezia: “Spari e molto sangue”
Le autorità locali hanno invitato la popolazione a stare lontana dalla scuola, teatro della scena brutale. «Ho sentito dei botti e visto molto sangue», ha raccontato Andreas Sundling, 28 anni, testimone che si trovava nell’istituto al momento dell’attacco. «La scuola è piena di poliziotti. Ora siamo seduti qui in attesa di essere evacuati. Le informazioni che abbiamo ricevuto sono che dobbiamo restare e aspettare», ha precisato all’Expressen.
L’intervento della polizia e la risposta del governo
La polizia svedese ha rapidamente blindato l’area e sta ricostruendo la sequenza dell’attacco, mentre ulteriori dettagli sono stati rimandati a una conferenza stampa. L’autore della sparatoria, di cui non è stato ancora reso noto il profilo, si sarebbe sparato subito dopo aver colpito le vittime.
Il premier della Svezia: “Giorno doloroso”
«È con profonda tristezza che ho appreso la notizia di questo terribile atto di violenza a Örebro. Il mio pensiero va a coloro che sono stati colpiti e alle loro famiglie», commenta il primo ministro svedese, Ulf Kristersson, definendo l’accaduto «un giorno molto doloroso per tutta la Svezia». A fargli da eco il ministro della Giustizia Gunnar Strömmer: «Un fatto molto grave»
La sparatoria a scuola: “Un incubo”
In un messaggio sui social, il premier ha espresso vicinanza anche a chi si è ritrovato improvvisamente prigioniero della paura tra le mura scolastiche: «Penso anche a tutti coloro la cui normale giornata scolastica è stata barattata dal terrore. Essere confinati in classe preoccupandosi per la propria vita è un incubo che nessuno dovrebbe vivere».
Kristersson ha sottolineato che il governo è in costante contatto con le autorità di polizia, seguendo da vicino l’evolversi della situazione: «L’operazione è ancora in corso ed è fondamentale che la popolazione segua solo le informazioni ufficiali». Infine, un appello: «È essenziale dare ora alla polizia la tranquillità di cui ha bisogno per indagare su quanto accaduto e su come questi crimini orribili siano potuti accadere».
Feriti e incertezza sul movente
Le persone colpite sono state ricoverate d’urgenza negli ospedali della zona, ma le loro condizioni restano incerte. Nessun dettaglio è stato fornito sull’età e l’identità delle vittime, così come sul possibile movente dell’attacco.
Il silenzio che avvolge l’aggressore e le circostanze del gesto alimenta gli interrogativi su cosa abbia scatenato l’ennesima giornata di sangue in una Svezia sempre più segnata da episodi di violenza, specialmente da parte di immigrati. Nel frattempo, l’istituto scolastico resta presidiato da squadre di sicurezza, mentre i residenti della zona guardano impotenti.