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Trevignano, c’è la svolta col Dna: la Madonna piangeva lacrime di sangue uscito dal corpo della “santona”

I finti miracoli

Trevignano, c’è la svolta col Dna: la Madonna piangeva lacrime di sangue uscito dal corpo della “santona”

Cronaca - di Monica Pucci - 14 Febbraio 2025 - AGGIORNATO 14 Febbraio 2025 alle 09:43

Nessun miracolo, niente di trascendentale, quelle lacrime rosse non erano segnali celesti. Il sangue ritrovato sulla statua della Madonna di Trevignano è della “santona” Gisella Cardia. Al dato, secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, si è arrivati prima tramite le indagini nei laboratori di Tor Vergata dalle quali è emerso che si trattasse di sangue umano e femminile e, in seconda battuta, l’attribuzione del profilo genetico che risulta perfettamente sovrapponibile a quello della “santona”, davanti ai suoi seguaci, ha sempre sostenuto che la lacrimazione fosse vera e, dunque, che si trattasse di un fenomeno sovrannaturale.

Svolta sulle indagini, la Madonna di Trevignano non ha fatto miracoli

Il presunto miracolo, già  smentito dalla Chiesa – dopo un’indagine religiosa della Diocesi di Civita Castellana -, è ora confermato dalle analisi di laboratorio. La procura di Civitavecchia intanto aveva aperto un’inchiesta. Erano già emerse evidenze di come il sangue fosse di origine umana e non animale (alcune ipotesi parlavano anche di pittura color rubino). L’attribuzione del profilo genetico, compatibile perfettamente con quello della veggente) chiude la questione dell’origine del sangue apparso sul volto della statua. Le indagini di laboratorio verranno acquisite dalla procura che indaga per truffa.  Dal 2016 Gisella Cardia aveva continuato a lungo a radunare fedeli e pellegrini a Trevignano facendosi portatrice dei presunti messaggi della Madonna piangente. La procura di Civitavecchia aveva aperto un’indagine per abuso di credulità popolare e sui presunti miracoli si era già mossa la diocesi di Civita Castellana con un’indagine religiosa. Poi era arrivata la sentenza del Consiglio di Stato che aveva ordinato la rimozione di tutti i manufatti abusivi presenti sul Campo delle Rose.  Gisella Cardia rischia il rinvio a giudizio. Il fatto che le analisi abbiano confermato che il sangue rinvenuto sulla statua sia umano, sia femminile e appartenga alla veggente è stato commentato, sempre al Corriere della Sera, dall’avvocato di Gisella, Solange Marchignoli: “Aspettiamo di conoscere se si tratta di profilo misto o singolo: se il profilo è singolo significa che è solo di Cardia e lo ha messo lei, quindi in questo caso si andrebbe a giudizio, ma se come ci si aspetta il profilo è misto vuol dire che il Dna trovato sulla statua contiene anche e non solo Dna di Gisella, cosa che noi ci aspettiamo perché lei ha utilizzato la statuetta, l’ha baciata e maneggiata”, ha riferito.

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di Monica Pucci - 14 Febbraio 2025