![Trump firma le sanzioni contro la Cpi. Effetto domino: Israele ringrazia e l’Ungheria appoggia la decisione Trump firma le sanzioni contro la Cpi. Effetto domino: Israele ringrazia e l’Ungheria appoggia la decisione](https://www.secoloditalia.it/files/2025/02/Trump-Cpi-2.jpg)
Trump firma le sanzioni contro la Cpi. Effetto domino: Israele ringrazia e l’Ungheria appoggia la decisione
Donald Trump ha firmato nella notte l’ordine esecutivo contro la Cpi, dopo le indiscrezioni pubblicate dall’Nbc news, guadagnandosi l’appoggio dello Stato ebraico. “Grazie, Presidente Trump, per il tuo coraggioso ordine esecutivo sulla Corte penale internazionale”, ha scritto il premier israeliano Benjamin Netanyahu su X. Secondo il post del primo ministro di Israele il provvedimento “difenderà l’America e Israele dalla corte corrotta antiamericana e antisemita che non ha alcuna giurisdizione o base per impegnarsi in azioni legali contro di noi”. Anche il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, ha salutato positivamente l’iniziativa della nuova amministrazione americana, attestando che la Cpi avrebbe preso una decisione “immorale” e illegittima contro Israele.
Il testo dell’ordine esecutivo firmato da The Donald prevede il divieto d’ingresso negli Usa per gli agenti, i dipendenti e i dirigenti della Cpi, oltre che ai loro familiari più vicini e a chiunque abbia assistito al lavoro d’indagine del tribunale dell’Aja. Questo decreto annuncia anche il congelamento dei beni detenuti da questi negli Usa. Al momento, i nomi degli obiettivi delle sanzioni di Trump sono sconosciuti. La Cpi, nel frattempo, ha condannato la decisione del presidente americano di punire l’istituzione giuridica. “La CPI condanna la pubblicazione da parte degli Stati Uniti di un ordine esecutivo volto a imporre sanzioni ai suoi funzionari – si legge in un comunicato della corte – e a minare il suo lavoro indipendente e imparziale”.
Anche l’Onu si è detta dispiaciuta per la decisione presa dall’amministrazione Trump nei confronti del tribunale internazionale con sede in Olanda, chiedendo inoltre di revocare il provvedimento sulle sanzioni. Invece in Europa Trump guadagna l’appoggio dell’Ungheria, che ritiene plausibile la decisione presa da Trump verso la Cpi. Anche il presidente ungherese Viktor Orban sta infatti pensando di modificare l’adesione all’entità giudiziaria internazionale.
Trump sanziona la Cpi: l’Onu si lamenta
Non è la prima volta in cui Trump decide di prendere provvedimenti nei confronti della corte penale internazionale: infatti già nel 2020 il presidente americano aveva disposto delle sanzioni contro Fatou Besuda, allora procuratore della corte. Secondo il testo pubblicato dalla Casa Bianca, la Cpi “ha ingaggiato azioni illegali e prive di fondamento contro l’America e il nostro stretto alleato Israele“, con un riferimento connesso alle indagini del tribunale sui presunti crimini commessi dai soldati americani in Afghanistan e dai militari israeliani nella striscia di Gaza.
“Siamo profondamente rammaricati per le sanzioni individuali annunciate contro il personale della corte e chiediamo che questa misura venga revocata”, ha affermato Ravina Shamdasani, portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani. “Plaudo fortemente all’ordine esecutivo del presidente Trump che impone sanzioni alla cosiddetta corte penale internazionale“, ha scritto il ministro israeliano Sa’ar su X a proposito del nuovo provvedimento, aggiungendo che “la corte penale internazionale persegue aggressivamente i leader eletti di Israele, l’unica democrazia del Medio oriente”. Sa’ar ha poi difeso Israele e gli Usa, stabilendo che sono “entrambe fiorenti democrazie con militari che rispettano rigorosamente il diritto internazionale”.
“Le azioni della corte penale internazionale sono immorali e non hanno alcuna base legale”, ha accusato il ministro israeliano, secondo cui “le azioni della Corte penale internazionale sono immorali e non hanno alcuna base legale”.
Dopo gli Usa anche l’Ungheria riflette sul rapporto con la corte penale internazionale
Anche Viktor Orban, intanto, ha chiesto di revisionare l’adesione dell’Ungheria alla Cpi, dopo i provvedimenti presi dall’amministrazione Trump nei confronti del tribunale. “È tempo per l’Ungheria di rivedere ciò che stiamo facendo in un’organizzazione internazionale che ha sanzioni da parte degli Stati Uniti”, ha spiegato il presidente ungherese, attestando di aver accolto con favore i “nuovi venti” della politica internazionale, tra tutti il “Tornado Trump”. Il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, ha evidenziato che la decisione del governo americano nei confronti dell’Aja è “comprensibile”, perché la Cpi è diventata “uno strumento politico parziale”.
Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha affermato che le misure di Trump mettono a rischio “l’indipendenza” del tribunale e rappresentano un attacco “al sistema di giustizia penale internazionale nel suo complesso”. Eppure l’Ungheria ha scelto comunque di valutare la propria posizione nei confronti della Cpi utilizzando il proprio metro di giudizio, distaccandosi dal parere del socialdemocratico Costa e di altri partner europei.