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Festival e banalità
Stupidario sanremese: dalla “mano mozzata” di Elodie agli anatemi di Roberto Saviano
Ora che non ci sono baci tra due uomini o donne a sponsorizzare l’omosessualità e soggetti semi-nudi a cantare e ballare sopra il palco dell’Ariston, il delirio polemico woke e progressista si è fatto sentire, già a qualche giorno prima dell’inizio di Sanremo. Il primo campione del perbenismo è stato il rapper Jake la Furia del gruppo Club Dogo, che durante un’intervista su Rolling Stones ha spiegato che non avrebbe partecipato all’evento per motivi legati al “Fascismo della musica“, come se a dirigere l’orchestra al posto di Enrico Melozzi ci fosse Benito Mussolini. A proposito di quello che ormai è diventato famoso come il “Figlio del secolo”, dopo la serie tv di Joe Wright ispirata ad Antonio Scurati, non è mancata la domanda sull’ antifascismo ai conduttori del Festival e a Carlo Conti, che ha schivato la polemica definendo la domanda “anacronistica”.
Poi è arrivato il turno di Elodie, la quale ha spiegato al giornalista Enrico Lucci che non avrebbe votato Giorgia Meloni neanche se l’avessero mutilata. Lei non è l’unica però, visto che anche la cantante Giorgia si è rifiutata di mandare un bacio alla premier, mandandolo a tutte le donne che lavorano duramente: forse la cantante non ne è a conoscenza, ma anche il presidente del Consiglio è una donna che non manca di buona volontà. Strano che in questo episodio non siano intervenute le femministe, neanche un urletto contro il patriarcato, forse sono troppo impegnate a contare quanti uomini si sono seduti in platea quest’anno per montare una diatriba sulla disparità di genere.
Intanto c’è persino qualcuno che ha avuto da ridire sul brano che Simone Cristicchi ha presentato a Sanremo e che ha dedicato alla mamma vittima di un’emorragia cerebrale, come Selvaggia Lucarelli che ha definito “retorica e ridondante” la sua canzone sul Fatto quotidiano. La giornalista de La Repubblica Annalisa Cuzzocrea ha bombardato a sua volta il cantante, scrivendo che Sanremo avrebbe trascurato “la lotta collettiva”. Sembra quasi che per entrambe il festival non sia stato abbastanza progressista, anche considerando le loro idee, ma i milioni di ascolti e lo share del 59,8% nella terza puntata annullano le chiacchiere di chi forse preferiva il bacio forzato tra Fedez e Rosa Chemical, oltre all’ingannevole autotune. Il giornalista Roberto Saviano non può mancare all’appello, dopo il suo video in cui descrive come “sovranista” il festival di Sanremo ma senza riuscire a dare spiegazioni approfondite dal suo punto di vista.
Elodie l’esagerata a Sanremo: non voterebbe Meloni neanche se la mutilassero
Per non parlare di Elodie: alla domanda di Enrico Lucci: “Voterebbe Giorgia Meloni?”, la cantante romana ha risposto: “No. Neanche se mi tagliassero una mano”. Un’affermazione del tutto esagerata che ha animato non poche polemiche: soprattutto perché in democrazia ognuno vota chi vuole e non c’è bisogno di ricorre a un certo immaginario del terrore per svilire la fazione rivale.
Quando durante una seconda conferenza stampa è stato fatto notare a Elodie che la sua affermazione aveva portato ad accese polemiche sui giornali, lei ha risposto con un sobrio: “A me non me ne frega niente, mi fa tutto ridere” e aggiungendo alla fine “dico tante cazzate e tante cose vere”.
Giorgia l’antifemminista contro la Meloni: manda un bacio a tutte le donne meno che alla premier
Anche Giorgia (la cantante che “non rompe i c… a nessuno”, come si è vantata in un meme) è caduta nella trappola della tarantola architettata anche stavolta da Lucci che le ha chiesto se manderebbe un bacio a Giorgia Meloni. ” Da donna posso solo mandare baci a donne che lavorano e che si fanno il mazzo in mezzo agli uomini”, ha risposto la cantante, forse incosciente che al Parlamento di uomini ce ne sono e che il presidente del Consiglio essendo una donna non fa nient’altro che lavorare, dimostrando di non essere indietro rispetto a loro. Qua la cantante, nota all’anagrafe come Giorgia Todrani, ha dimostrato che la solidarietà femminile circola dalle sue parti a targhe alterne.
Lucarelli e Cuzzocrea allergiche a Cristicchi
Secondo Selvaggia Lucarelli, Simone Cristicchi avrebbe “romanticizzato troppo la malattia” con la canzone “Quando sarai piccola”. La dottoressa autoeletta della canzone italiana ha inoltre definito il brano come ripetitivo. Ecco però che il paziente Cristicchi decide di superarla nelle polemiche offrendole una diagnosi che lei non aveva notato, ovvero che la canzone “non vuole essere una cartella clinica o raccontare di una patologia, ma è il flusso, il ciclo della vita che si trasforma. Noi, di fronte a questa trasformazione, non possiamo che assistere, accettare o meno questa cosa”, stando a quanto riportato da Rds. Secondo Annalisa Cuzzocrea, invece, il brano di Cristicchi “si addice a un festival che ha scelto le vie dell’intimismo e del dolore privato”. Eppure, il cantautore romano aveva già spiegato alla Lucarelli che ” con la poesia, con questo piccolo racconto di quotidianità, ho voluto raccontare una cosa più universale”.
Roberto Saviano ha paura del “sovranismo”
Roberto Saviano ha coronato il rosicamento della sinistra italiana, dopo aver registrato un video di 18 minuti e 53 secondi reperibile su YouTube intitolato “Censura, politica e retroscena: il lato nascosto di Sanremo”. Da vedere assolutamente se si è di cattivo umore magari per sorridere un po’, visto che la registrazione si apre con l’accusa di “sovranismo” verso il festival per le modalità in cui è andato in onda, non per gli artisti ma per un discorso più generale di “macrocosmi” e “microcosmi” in cui lo scrittore napoletano si perde in elucubrazioni varie. Ha lamentato che non ci fossero monologhi liberi nel giorno in cui andava in onda Roberto Benigni con le sue punture di spillo al governo e alla destra. Saviano sconfessato in tempo reale. A incoronare il vero vincitore dello stupidario sanremese.