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Guerra, pace e negoziati
Ucraina, che confusione… sarà perché ti armo? La rivoluzione copernicana di Trump spariglia le carte della geopolitica
Il presidente decisionista che scombina le regole della democrazia occidentale, non solo in Usa
«Grande è la confusione sotto il cielo, quindi la situazione è eccellente»: questo motto di Mao Tze Tung sembra attagliarsi al momento storico che stiamo vivendo. Basti pensare alle accuse reciproche rilanciate l’un contro l’altro dagli attori che calcano la scena dell’attuale geopolitica, accuse basate sulla storia recente e che forniscono motivazioni di facciata alle rispettive iniziative politiche.
Guerra in Ucraina, negoziati di pace, Trump e…
Nel fornirne in estrema sintesi alcuni esempi, cominciamo dall’infamante taccia di nazismo scambiatasi fra Ucraina e Russia, e che sembra essere alle radici della famigerata “operazione speciale”. Ora, proprio in Ucraina il Terzo Reich trovò e utilizzò i più efficienti e “volenterosi carnefici di Hitler”, mentre l’Armata Rossa infliggeva un colpo decisivo alla Wehrmacht, fino a determinarne la resa, la cui data ha assunto un’importanza sacrale nella storia russa.
Accuse e rovesciamenti dei piani
Del resto, l’accusa di neonazismo è stata lanciata anche dalla corte putiniana fino alla Sala Ovale, all’epoca occupata dal Presidente Biden. Anche qui, registriamo un surreale rovesciamento di ruoli, stavolta ai danni degli Usa, che furono vincitori del nazismo alla pari dell’Urss. Va detto che non si è sottratto alle trappole della confusione il nostro Capo dello Stato, ponendosi nella scia di coloro che hanno tacciato di “nazismo” l’autocrate Putin e in tal modo attirandosi dal Cremlino l’accusa di blasfema manipolazione della storia. In tale contesto, irrompe la presidenza Trump, con i suoi colonnelli Mask e Vance, a sparigliare le carte sul tavolo planetario.
Democrazia occidentale, Trump spariglia le carte
La nuova governance americana ha scombinato le vetuste regole della democrazia occidentale, sia in termini di ipocrita fair play. Sia – soprattutto – sotto il profilo dell’ossequio bigotto alla separazione dei poteri e agli impacci burocratici frapposti lungo l’iter legislativo. Insomma, le democrazie sono assoggettate alla legge interpretata dai giudici e comunque discutono e tardano nelle loro decisioni… (Clasa discutidora, diceva Donoso Cortes, riprendendo il classico «mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata»).
Crisi ucraina e Trump: il ruolo della Ue e degli Usa
Altro elemento di confusione è stato fornito da quella creatura ibrida che ha nome Unione Europea. Questo soggetto che non si basa su di una carta costituzionale, non dispone di un sistema fiscale (si pensi ai vari “paradisi”) e giuridico (si vedano i rapporti di estradizione) unitario, ha sposato fin dall’inizio della “crisi ucraina” (nel 2014, non nel 2023) la causa della Nato, sotto l’ombrello delle presidenze democratiche Usa.
Il capovolgimento copernicano nella politica Usa
Ora, l’avvento dell’era trumpiana minaccia di far registrare un capovolgimento copernicano nella politica americana, anche rispetto alle precedenti presidenze repubblicane. Conseguentemente fa vacillare i punti di riferimento consolidati al di qua dell’Atlantico, mettendo a nudo le carenze originarie e perduranti di quell’Unione, specialmente in materia di politica estera e di difesa. Fino a ieri, al netto di contrarietà e sfumature di qualcuno degli stati aderenti (vedi Ungheria e Slovacchia), il diktat della NATO sul sostegno perinde ac cadaver a favore dell’Ucraina invasa non ha fatto registrare disobbedienze o defezioni in ambito Ue.
Ucraina, Trump il decisionista che avvia i negoziati di pace
Con il decisionista Trump, però, sono cambiate le parti in commedia (o meglio, in tragedia). Ora il rozzo e (presunto) guerrafondaio Presidente americano (almeno, secondo il lessico democratico planetario) avvia i negoziati di pace, seguendo in questo la tradizione repubblicana, da Nixon a Reagan. Ammettendo al tavolo i “cattivi” Putin, Bin Salman e Xi Jinping. E, almeno in questa prima fase, escludendo i “buoni” Zelensky e i rappresentanti (?) Ue.
«Grande è la confusione sotto il cielo, quindi la situazione è eccellente»…
Questa “nuova onda” suscita appunto timori nell’Ue, specie se si ricordano le critiche trumpiane alla NATO. Le ripetute richieste di provvedere in proprio alla difesa dei confini d’Europa. La campagna volta a porre in essere dazi “erga omnes”. Certo, a chi ha paura del futuro sembrano bei tempi quelli della guerra fredda fra i campioni occidentali delle libertà democratiche e i “cavalieri neri” delle dittature socialcomuniste. Ma non mancano quelli che, da differenti sponde, si lamentavano della sudditanza o agli Usa o all’Urss, e che ora intravedono l’opportunità di partecipare a interessanti cambiamenti sotto il profilo geopolitico. «Grande è la confusione sotto il cielo, quindi la situazione è eccellente». Ma per chi?