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Il ministro
Valditara inaugura “Villaggio Italia” al Cairo: la scuola italiana diventa un modello anche all’estero
Finalmente “made in Italy” significa anche modello d’istruzione italiana e Giuseppe Valditara, che lo immaginava da tempo, adesso raccoglie i primi risultati. In Egitto si sta realizzando il primo evento al mondo che vede protagonista la collaborazione tra due paesi che puntano a unico obiettivo: rafforzare il modello educativo. Una società scolarizzata è indubbiamente una società più libera e stabile e questo lo hanno capito anche nei paesi del continente africano che hanno chiesto a Valditara, in più occasioni, che il ministero italiano assuma un ruolo da protagonista nell’ambito della didattica e dell’organizzazione scolastica nelle zone del continente dove manca anche solo l’idea di scuola. Sono oltre 250 milioni i bambini che necessitano di istruzione in Africa e l’Italia viene vista come fonte di speranza.
Il progetto in Egitto del “Villaggio Italia”
“Villaggio Italia” racchiude tutto, competenze, tecnologie, innovazione dei processi e questo patrimonio deve e può essere condiviso con chi ne ha bisogno. Forse anche per queste sfide globali c’è bisogno del liceo Made in Italy perché il mondo, come si evince al Cairo, ha bisogno di competenze trasversali che solo noi italiani, da sempre, abbiamo saputo applicare nei diversi settori che ci hanno resi, nel corso dei secoli, famosi nel mondo. “Un accordo che vuole portare le migliori esperienze formative italiane in Egitto e non soltanto in Egitto. È una straordinaria opportunità di cooperazione di vera cooperazione” – ha sottolineato agli organi di stampa Valditara lasciando intendere che” Villaggio Italia” può essere itinerante e arrivare dove altri non sono arrivati perché il linguaggio della scuola è universale e non ha fini se non quello della crescita degli studenti.
Ma Valditara ha parlato di numeri, esempi pratici e ha messo al centro dell’intervento il modello di formazione degli istituti tecnico-professionali e la riforma del 4+2 al fine di esportarla, non soltanto in Egitto, ma anche in Algeria, Tunisia ed Etiopia dove sono state già attivate commissioni congiunte per studiare e adottare la riforma. Quindi, per dare una risposta al disallineamento fra domanda e offerta di competenze tecniche altamente specializzate, che crea, secondo Confindustria, un danno ogni anno all’economia italiana di 35 miliardi di euro. Le politiche di integrazione passeranno anche da queste opportunità che i paesi dovranno cogliere, sin da subito, per permettere ai propri connazionali di ottenere, un domani, chiavi di accesso concrete. L’Italia c’è e ora anche nel Mediterraneo, si parla di istruzione come componente strategica per lo sviluppo.