
Conferenza di Monaco
Vance alla conferenza di Monaco: “Siamo sopravvissuti a 10 anni di Greta Thunberg, si può sopravvivere a Musk”
"C'è un nuovo sceriffo in città", dice Vance. Ma in Europa non tutti sono d'accordo
«C’è un nuovo sceriffo in città», ha esordito venerdì il vice di Trump J.D. Vance alla Conferenza di Monaco, preannunciando un terremoto. La minaccia più grande per l’Europa? «Non la Russia. Non la Cina. Ciò che mi preoccupa è la minaccia dall’interno: il ritiro dell’Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali, valori condivisi con gli Stati Uniti d’America», ha detto Vance raggelando la platea. «E credetemi, lo dico con tutto il senso dell’umorismo. Se la democrazia americana può sopravvivere a dieci anni di ramanzine di Greta Thunberg, voi potete sopravvivere a qualche mese di Musk», ha aggiunto, scatenato la reazione dei leader europei. Da Zelensky a Rutte, dalla Francia alla Germania tutti hanno espresso la loro posizione.
Zelensky risponde a Vance e lancia un monito all’Europa
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky risponde a tono alla bordata americana. «Non possiamo escludere che l’America possa dire no all’Europa su questioni che la minacciano», ma il Vecchio continente «ha bisogno di un proprio esercito». «Credo fermamente che il momento sia arrivato. Le forze armate europee devono essere create», sentenzia Zelensky. «Non si tratta solo di aumentare la spesa per la difesa. Il denaro da solo non fermerà un assalto nemico». Senza l’esercito ucraino, spiega, quelli europei «non saranno sufficienti a fermare la Russia».
Poi l’affondo. «Alcuni in Europa potrebbero essere frustrati con Bruxelles. Ma sia chiaro: Se non Bruxelles, allora Mosca. È una scelta. Questa è la geopolitica. Questa è la storia», afferma Zelensky. «Mosca farà a pezzi l’Europa se noi europei non ci fidiamo l’uno dell’altro». Un monito e messaggio diretto a Washington: se l’America si tira indietro, l’Europa dovrà cavarsela da sola.
E sui negoziati non discute: «Nessuna decisione sull’Ucraina senza l’Ucraina. Nessuna decisione sull’Europa senza l’Europa. Deve avere un posto al tavolo quando si prendono decisioni che la riguardano. Qualsiasi altra opzione è pari a zero. Se veniamo esclusi dai negoziati sul nostro stesso futuro, allora perdiamo tutti». Dopo un colloquio telefonico con Donald Trump, avverte: «Prima di qualsiasi incontro con Putin, voglio vedermi con lui». Tradotto: Kiev non accetterà accordi a porte chiuse.
Rutte e Vance: “Siamo una famiglia”
Dopo il leader ucraino, è anche il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Mark Rutte, a dire la sua. «Sono ottimista. Dagli incontri con Vance e altri funzionari americani, emerge chiaramente che siamo un’unica famiglia». Il tono è più diplomatico, ma il disco è sempre lo stesso: l’Europa deve accelerare. «C’è un impegno assoluto degli Stati Uniti verso la Nato. Ma anche un’aspettativa chiara: dal lato europeo, dobbiamo fare di più, dobbiamo spendere di più. E hanno ragione: non stiamo spendendo abbastanza».
Un concetto che sarà centrale al summit dell’Aia di giugno, quando verrà definita una «nuova cifra» sugli investimenti per la difesa. Il compito è: garantire che l’Ucraina sia nella posizione migliore possibile quando inizieranno i negoziati di pace. E «questo significa continuare a fornire armi e addestramento». Perché «la pace deve essere duratura. Su questo, americani ed europei sono d’accordo».
Merz: “Noi rispettiamo gli Usa e ci aspettiamo lo stesso rispetto”
Anche Friedrich Merz, leader della Cdu e probabile successore di Scholz alla cancelleria tedesca, prende posizione contro Washington, toccando un tema caro ai tedeschi: la libertà di stampa. «La libertà di espressione continuerà a essere parte della nostra società democratica aperta. Ma le fake news, l’incitamento all’odio e le offese restano soggetti a vincoli legali e al controllo delle autorità indipendenti», dichiara Merz.
«Noi non cacceremmo mai un’agenzia di stampa dalla sala stampa del nostro Cancelliere». Una stoccata evidente all’esclusione di un giornalista dalla Casa Bianca dopo che aveva criticato Trump. Ma Merz non si ferma: «Noi rispettiamo le elezioni presidenziali americane e ci aspettiamo lo stesso rispetto per le nostre. E il nostro quadro giuridico su informazione e opinioni rimane valido per chiunque operi in Europa, indipendentemente dal luogo di provenienza o dalla sede legale della loro azienda».
“La Nato, tutta insieme, deciderà sull’adesione dell’Ucraina”
Inoltre per ciò che riguarda la strategia di negoziazione che Donald Trump sta portando avanti con la Russia, Merz non si dice d’accordo. «C’è uno status, c’è un accordo, c’è qualcosa che la Nato ha già deciso», togliere l’adesione dell’Ucraina all’Alleanza per facilitare le trattative deve essere una scelta condivisa non unilaterale.«Nell’ultimo vertice c’è stato un consenso interno sul fatto che l’Ucraina debba avere la prospettiva di adesione», se lo scenario dovesse cambiare, spetta all’intero tavolo decidere.
Scholz: “Non permetteremo a Vance di dettare legge in Europa”
Se Merz usa il bisturi, Scholz opta per il martello. Il cancelliere tedesco, sotto assedio nei sondaggi, non ha infatti gradito l’incontro di Vance con l’AfD e lo fa sapere senza troppi giri. «Non accetteremo che persone che guardano alla Germania dall’esterno intervengano nella nostra democrazia, nelle nostre elezioni e nel processo di formazione dell’opinione democratica nell’interesse di questo partito. Questo non deve essere fatto, certamente non tra amici e alleati. Lo respingiamo con determinazione», avverte Olaf Scholz.
La Francia: “Nessuno può imporci il suo modello”
A chiudere il fuoco di fila, il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot con una replica breve e tagliente. «In Europa la libertà di espressione è garantita. Quando uno è sicuro di se stesso e dei suoi valori, non si sente minacciato dalle critiche. Nessuno è costretto ad adottare il nostro modello, ma nessuno può imporci il suo».