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Il ruolo di Meloni è considerato centrale al summit di Parigi sull’Ucraina

Manovre di pace

Vertice a Parigi, riflettori su Roma: perché Meloni è centrale al summit sull’Ucraina

Stabilità e capacità di dialogo con Washington fanno dal premier italiano un attore cruciale nelle delicate interlocuzioni per favorire una pace giusta

Politica - di Sveva Ferri - 17 Febbraio 2025 alle 09:21

Forse non si può arrivare al titolo che Politico utilizzò alla vigilia del G7, «Sei anatre zoppe e Meloni», e nemmeno c’è da augurarsi che sia così. Ma anche per il vertice informale d’emergenza sull’Ucraina, convocato da Emmanuel Macron per oggi pomeriggio a Parigi, emerge con una certa evidenza il ruolo cruciale dell’Italia. Il premier Giorgia Meloni vi parteciperà portando con sé, come emerge da tutti i retroscena, più di un dubbio su una mossa che rischia di indebolire l’immagine dell’Europa, mettendo al tavolo solo alcuni e sottraendo a Bruxelles il ruolo di iniziativa e di coordinamento. E ciononostante ha deciso di esserci, nella consapevolezza che in una partita così delicata ciascuno è chiamato a fare tutto il possibile per tenere la barra dritta.

Meloni centrale al vertice di Parigi sull’Ucraina

La convinzione che quel ruolo possa essere svolto da Roma è diffusa tra gli analisi, non solo a Palazzo Chigi. Del resto, come fu per il G7, anche la virtuale photo opportunity di questo summit mette al centro il premier italiano, sia per la stabilità e, dunque, l’autorevolezza che può vantare rispetto ad altri leader presenti sia per la qualità delle interlocuzioni che può intavolare con Washington.

Chi sono i leader al tavolo

Al vertice partecipano, oltre a Macron e Meloni, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il premier del Regno Unito Keir Starmer, il premier polacco Donald Tusk, quello spagnolo Pedro Sanchez, l’olandese Dick Schoof, la premier danese Mette Frederiksen. Ci sono poi il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il segretario generale della Nato, Mark Rutte. Secondo alcune indiscrezioni si discuterà anche di un documento inviato dagli Usa in concomitanza con la Conferenza sulla sicurezza di Monaco, nel quale si chiede tra l’altro quali Paesi potrebbero vigilare sugli accordi, quali sarebbero pronti a schierare forze di pace in Ucraina e quale potrebbe essere la consistenza di una forza di interposizione a guida europea.

Perché il ruolo del premier italiano è così importante

Quello che Politico scrisse sul G7, oggi sul Giornale Gian Micalessin lo aggiorna così: «La compagnia di giro in fondo non ha un gran futuro. Il padrone di casa non governa più neanche casa propria. Il Cancelliere tedesco ha i giorni contati. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen vale per gli Usa quanto un due di briscola. Mark Rutte è il Segretario Generale di una Nato in cui non ha più la fiducia dell’azionista di maggioranza. Polonia e Gran Bretagna rappresentano militarmente le punte di lancia europee di uno scontro con la Russia che Trump non vuole più continuare. La Danimarca ha un problema chiamato Groenlandia. L’Olanda è una briciola. E Madrid sta agli antipodi politici di Washington». Resta Meloni ed è a lei che si guarda affinché il vertice possa davvero rappresentare un’occasione per la pace e per l’Europa.

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di Sveva Ferri - 17 Febbraio 2025