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«Non si può vivere nella paura»: don Biancalani di nuovo nella bufera. Il vescovo: «Accoglienza rischiosa»
Cittadini di Vicofaro in rivolta contro il centro d’accoglienza gestito in parrocchia da don Massimo Biancalani. I residenti del quartiere si sono ritrovati sotto la Prefettura di Pistoia per protestare contro le condizioni di degrado generate da una situazione fuori controllo.
I cittadini di Vicofaro esasperati: «Otto anni che denunciamo»
Mediamente nei locali della parrocchia di Vicofaro vengono ospitati oltre cento migranti. Gli abitanti della zona lamentano un grave stato di disagio sia per ragioni di ordine pubblico sia per quanto riguarda l’igiene e la salute pubblica. «Sono problemi che ormai segnaliamo da otto anni, mancano i servizi e i ragazzi che sono lì fanno i loro bisogni dove capita, anche nei nostri giardini, ci sono rifiuti ovunque e siamo invasi dai topi», ha detto un cittadino, citato dall’agenzia di stampa Ansa. Una madre di due figli piccoli ha spiegato di vivere nella paura e di non poter neanche uscire sulla terrazza senza subire aggressioni verbali. «Qualcuno – ha aggiunto – ci tira anche i sassi». «Se siamo qua dopo otto anni c’è un motivo molto serio. È un motivo di rispetto della legge, delle regole, delle persone, anche degli ospiti e dei confinanti, dei cittadini tutti», ha detto uno dei residenti ai microfoni dell’emittente locale TvL.
Insicurezza, degrado, salute pubblica: una vita «costantemente nella paura»
«Illegalità, degrado e paura: ora basta», si leggeva su uno striscione esposto dai manifestanti, che hanno anche sottolineato il moltiplicarsi di fatti di cronaca, come accoltellamenti, e ricordato un episodio di violenza sessuale. «Non è possibile vivere costantemente nella paura», hanno commentato i cittadini al fianco dei quali sono scesi in piazza esponenti del centrodestra locale e della giunta cittadina, anch’essa di centrodestra e i ragazzi di Azione studentesca. I manifestanti, oltre a chiedere una presa di posizione della prefettura, hanno chiesto anche quella del vescovo di Pistoia, Fausto Tardelli. Quest’ultimo, il 2 febbraio, aveva rivolto un appello in cui chiedeva a «tutti i parroci ma anche ai religiosi e alle religiose, come a tutti i laici di buona volontà, la disponibilità di ambienti da destinare all’accompagnamento di singoli o di piccoli gruppi di immigrati» per «alleggerire il carico che grava su Vicofaro».
Il vescovo difende l’accoglienza, ma ammette: «”Rischiosa” da tanti punti di vista»
Nella lettera il vescovo, pur parlando di accoglienza «portata avanti con generosità» da don Biancalani, metteva di fatto in evidenza tutta la scivolosità dell’esperienza di Vicofaro: «In questi anni don Massimo ha aperto le porte della canonica, dei locali parrocchiali e persino della chiesa per offrire una primissima accoglienza soprattutto a chi vaga per le strade, ha problemi di varia natura anche di salute mentale o è uscito per motivi diversi dai percorsi istituzionali oppure più semplicemente, cerca un tetto, un punto di appoggio per trovare un po’ di lavoro. Tutte persone da accompagnare in un cammino educativo certamente non facile, verso un inserimento positivo e costruttivo nella società». «È stata ed è sicuramente un’accoglienza “rischiosa” da tanti punti di vista», ha ammesso il vescovo, per il quale però «la carità, si sa, ha sempre dei lati “rischiosi”». Concludendo la sua lettera appello, poi, il vescovo ha voluto «esprimere anche la mia comprensione per il disagio che alcuni residenti della zona hanno provato in questi anni».
(Foto della manifestazione dal profilo Facebook del Responsabile di Azione studentesca Pistoia, Matteo Pomposi)