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Sinistra kamikaze
L’ultima mossa disperata delle opposizioni: la sfiducia a Nordio. Che fantasia
Dopo gli show da circo in Parlamento sul caso Almasri le opposizioni senza numeri né argomenti sfoderano la più classica delle armi spuntate: la sfiducia al Guardasigilli. Calenda: è inutile, fermatevi
Poco originale, del tutto inutile ma significativa dello stato confusionale delle opposizioni. L’ultima mossa disperata della comitiva al gran completo, 5Stelle-Pd-Avs-Italia Viva-+Europa? La presentazione di una mozione di sfiducia contro il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Eccola la risposta dei sinceri democratici e delle sentinelle rosse, con l’esclusione di Azione, allo scandalo del governo “complice del torturatore Almasri”.
L’ultima mossa disperata delle sinistra: mozione di sfiducia a Nordio
Chissà quanto ore di sudato studio avranno impiegato gli statisti Conte, Schlein, Bonelli, Fratoianni, Renzi per sfoderare questa nuova pagliacciata. Inutile dire che la poltrona del Guardasigilli è al sicuro. Difficilmente, dopo l’avviso di garanzia ricevuto insieme a mezzo governo, dalla solerte Procura di Roma, il ministro Nordio potrebbe restare scalfito dalla sfiducia delle opposizioni senza numeri e senza argomenti. La narrazione delle sinistre, che solo nel plotone d’esecuzione contro il governo trovano un briciolo di compattezza, è sempre più un disco incantato.
Dallo slogan “dimissioni dimissioni” a “sfiducia sfiducia”
Dopo il racconto della premier in fuga con il refrain quotidiano della richiesta di chiarimenti in Parlamento e lo slogan “dimissioni dimissioni”, ripetuto a ogni piccolo passo presunto falso della maggioranza, adesso le sinistre brandiscono la più classica delle armi spuntate. Sottotitolo: dagli all’untore, un po’ per celia un po’ per dimostrare l’esistenza in vita sotto i riflettori. Trovare un decimo dei parlamentari disposti a firmare la dichiarazione di guerra al ministro, come prevede la Costituzione, è un gioco da ragazzi, pensare che la freccia vada a segno è una mission impossible. Nella storia repubblicana una sola volta un ministro è stato costretto a dimettersi per un voto parlamentare, Filippo Mancuso nel 1995, che fu sfiduciato dalla sua stessa maggioranza. Ma soprattutto non bisogna essere un esperto politologo né uno stratega di fama mondiale per sapere che non c’è migliore ricetta per ricompattare la maggioranza che mettere nel mirino un suo ministro.
Calenda: una mossa controproducente, fermatevi
Ci pensa Carlo Calenda, non certo un simpatizzante di Meloni specie negli ultimi temi, a tirare le orecchie ai presunti alleati. Per il leader di Azione si stratta di una operazione controproducente. “Non è possibile che l’unica via per fare opposizione sia passare da una mozione di sfiducia all’altra. Ieri Santanchè, oggi Nordio. Tutte peraltro completamente inutili. Occupiamoci di altro”.
Oggi Nordio domani chissà… Sinistra kamikaze
Ma tant’è. Dalle urla “Dimissioni, dimissioni” allo slogan “sfiducia, sfiducia”. Che altro fare per raschiare il fondo del barile?. Oggi a Nordio, domani chissà. A Piantedosi? Direttamente alla premier? Chi pensava che con gli show da circo nelle aule parlamentari, la favola di Pinocchio rivisitata e corretta, le battutine poco divertenti sulla “presidente del Consiglio”, l’opposizione avesse toccato il fondo si sbagliava. In queste settimane assistiamo a un crescendo di attacchi livorosi e sguaiati e mosse da kamikaze che hanno definitivamente archiviato la decenza, la grammatica istituzionale e la politica.