
Dopo le studentesse velate
A Monfalcone una lista islamica alle comunali: «Vogliono prendere il potere»
L'allarme lanciato dall'ex prima cittadina Cisinet. Il 30% della popolazione è straniero. Il candidato sindaco è stato assessore col centrosinistra, che ora parla di «coesione e unità». E viene in mente la Francia di "Sottomissione"
Dopo il caso delle studentesse velate a scuola, Monfalcone, in provincia di Gorizia, torna a far parlare di sé a livello nazionale per la presentazione alle prossime comunali del 13 e 14 aprile di una lista composta interamente da stranieri, per la gran parte esponenti della corposa comunità islamica locale, guidata dall’ex assessore di centrosinistra Bou Konate, di origine senegalese e a sua volta islamico. Non siamo allo scenario descritto una decina di anni fa da Michel Houellebecq in Sottomissione, ma insomma qualche elemento che lo ricorda, per quanto in sedicesimo, c’è: dai volti coperti delle ragazze nei luoghi d’istruzione alla presenza di una lista islamica che si candida ai vertici delle istituzioni, favorita dalle scelte della sinistra.
A Monfalcone una lista islamica in corsa alle comunali
A lanciare un agguerritissimo allarme è stata l’europarlamentare leghista Anna Maria Cisint, sindaco della città fino all’elezione a Strasburgo (attualmente il Comune è guidato dal vicesindaco facente funzioni Antonio Garritani). «In questi anni mi hanno detto che esageravo, ma gli islamici hanno un obiettivo chiaro: prendere il potere. È a causa della sinistra se oggi ci troviamo in questa situazione», ha detto Cisinit al Giornale, parlando di una «volontà islamica di cancellare la nostra identità e i nostri valori occidentali, imponendo regole che sono in netto contrasto con i nostri ordinamenti» e sottolineando che «Monfalcone diventa il primo esempio nazionale in cui, in forza di una presenza favorita da leggi permissive in tema di ricongiungimenti familiari, a cui il governo ha ora posto rimedio, il rifiuto di ogni forma di integrazione si traduce persino in una contesa elettorale».
Il 30% della popolazione è di origine straniera, l’80% degli stranieri è musulmano
A Monfalcone, secondo un censimento di 3 anni fa, oltre il 30% dei circa 30mila abitanti sarebbe di origine straniera. Di questi circa 9mila cittadini, per lo più provenienti dal Bangladesh, circa l’80%, vale a dire 7mila sarebbero di fede musulmana. Nelle scuole, poi, secondo quanto riferito dall’allora sindaco Cisint nel 2023, la percentuale di studenti stranieri arriverebbe al 65%. Tra le donne straniere, quelle che girano con il volto velato sarebbero il 75%. Oltre che per la recente questione delle studentesse in niqab, la città ha vissuto momenti di preoccupazione anche per l’esistenza di due moschee abusive, chiuse da Cisint tra le proteste anche di piazza della comunità musulmana.
L’allarme della prima cittadina: «Si rischia l’enclave. Colpa della sinistra se ci troviamo così»
«Lista composta esclusivamente da stranieri diventa, concretamente e simbolicamente, l’espressione di una volontà che guarda alla prospettiva di conquistare il controllo delle istituzioni per trasformare un angolo del nostro Paese in una enclave musulmana», ha detto ancora Cisint, aggiungendo che «è chiaro che il centrodestra è l’argine indispensabile per salvaguardare il rispetto delle nostre leggi, della nostra cultura e del nostri valori per guardare con serenità al futuro minacciato da chi ha consentito l’arrivo incontrollato di stranieri senza pretendere l’accettazione delle nostre regole e delle nostre tradizioni ed il rispetto verso la nostra comunità locale».
Le lacrime di coccodrillo dei progressisti
Ma ora che nella competizione elettorale si affaccia questa lista di stranieri, si allarma anche la sinistra che si ritrova con uno sgradito competitor diretto e che, naturalmente, non manca di ribaltare le proprie responsabilità sul centrodestra. «Bou Konate sta sbagliando. Presentarsi con una lista etnica è la risposta (sbagliata) agli atteggiamenti della destra monfalconese di questi nove anni di governo della città», ha scritto sulla sua pagina Facebook il candidato di Pd e liste civiche progressiste Diego Moretti, sostenendo che si tratta di una «scelta che va contro quello per cui il centrosinistra ha sempre lottato: inclusione e coesione di una comunità». Secondo il candidato progressista, inoltre, Cisint strumentalizzerebbe la situazione con «la volontà di alimentare la paura e l’odio a tutti i costi», con «una radicalizzazione di segno uguale e opposto imputata agli altri». «Noi siamo contro ogni radicalizzazione: Monfalcone ha bisogno di coesione e unità», ha concluso Moretti, con parole che sembrano preparare il terreno per un’alleanza all’eventuale ballottaggio. E che, di nuovo, fanno venire in mente la sinistra della Francia immaginaria di Sottomissione.