
Italia, Stati uniti ed Europa
“Agricoltura è”, il confronto tra Urso, Tajani e Lollobrigida: “Gli Usa sono un alleato, bisogna evitare i dazi”
Riflettori puntati sul secondo giorno di “Agricoltura è”, l’evento organizzato dal Ministero dell’agricoltura in corso a Roma. Nel pomeriggio si sono alternati al microfono i ministri Francesco Lollobrigida, Antonio Tajani e Adolfo Urso durante il panel dedicato al Made in Italy, per parlare dell’importanza che i prodotti italiani ricoprono nel mercato globale, assieme al presidente dell’agenzia Ice Matteo Zoppas. L’incontro è stato moderato dal giornalista Bruno Vespa che ha ricordato come i prodotti italiani siano “la nostra principale fonte di ricchezza nazionale in un momento in cui ci sono molti timori”. Oltre al settore manifatturiero italiano, i tre rappresentanti del governo italiano hanno anche parlato dell’impatto dei dazi americani sugli stati europei, oltre agli eventuali provvedimenti da adottare per tutelare gli interessi del “Vecchio continente”.
Lollobrigida: “Italia, Usa ed Europa sono indispensabili”
“Gli Stati Uniti sono un alleato strategico con il quale dobbiamo dialogare”, ha sottolineato Francesco Lollobrigida. “C’è una necessità di organizzarsi in primis all’interno dell’Unione Europea, la nostra casa in cui l’Italia è tornata ad essere protagonista e poi in un quadro complessivo a partire dai nostri alleati americani”. Secondo il ministro bisogna ragionare sul fatto che alle porte d’Europa c’è “una guerra vera che stiamo ‘combattendo’ contro un autocrate come Putin in difesa di valori comuni che sono quelli che ci mettono in condizione di non pote rinunciare al rapporto con gli Usa”. “C’è chi invita al rapporto muscolare con un alleato, ma il saggio ‘Vecchio continente’ deve averne uno dialettico che riporti il concetto secondo cui difendere i nostri valori equivale a difendere il benessere dei nostri concittadini”.
“Stati Uniti ed Europa sono indispensabili alleati l’uno per l’altro”, ha aggiunto il titolare di via Venti Settembre: “Bisogna costruire le condizioni internazionali per consentire agli imprenditori di fare bene il loro mestiere: una delle certezze che abbiamo è che gli imprenditori italiani si radicano laddove ci sono le condizioni, anche in mercati in cui c’è chi mette tariffe eccessive”. “La vera sfida che stiamo affrontando in questo tempo – ha continuato Lollobrigida – è quella di dimostrare che la democrazia vale più di ogni altro sistema, ma un sistema è emulato se dimostra di essere più efficiente”.
Secondo il ministro è vero che “senza l’Europa non si va da nessuna parte”, ma è altrettanto vero che l’Ue allo “non va da nessuna parte senza l’Italia e questo governo è stato in grado di ricordarlo, tornando ad essere protagonista sullo scenario internazionale e avendo un beneficio con la crescita di ricchezza, che deriva dalla nostra capacità di export”.
Tajani: “Le relazioni tra Usa, Europa e Italia sono forti, bisogna dialogare sui dazi”
“Le relazioni tra Stati Uniti ed Europa, e anche tra Usa e Italia, sono talmente consolidate che vanno oltre la simpatia verso questo o quel presidente”, ha spiegato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, per poi ricordare che “se ci sono confronti su questioni di politica militare, di sicurezza o commerciale, li affrontiamo perché non siamo la stessa cosa, ma due facce della stessa medaglia chiamata Occidente”. Il titolare della Farnesina ha reso noto di aver chiesto al commissario al Commercio Ue Maros Sefcovic di “non inserire il whisky tra i prodotti da sanzionare con nuovi dazi, perché la reazione americana sarebbe durissima contro i nostri alcolici, contro il nostro vino”. “Poiché esportiamo molto più vino di quanto whisky importiamo – ha proseguito Tajani – sanzionare il whisky sarebbe come darsi la zappa sui piedi”.
Sucessivamente, il ministro italiano ha evidenziato che per il momento bisognerebbe capire “quando gli americani decideranno di mettere nuovi dazi”, affinché l’Europa possa scegliere le proprie contromisure economiche. “Se vogliamo come Italia continuare a esportare più prodotti negli Usa, dobbiamo importare più prodotti dagli Usa – ha poi continuato il titolare del dicastero – perché c’è un disavanzo commerciale a nostro vantaggio”. Inoltre, Antonio Tajani ha precisato che l’Italia da sola non potrebbe confrontarsi contro superpotenze come l’India, la Cina, la Russia e gli Usa e per questo motivo il nostro paese dovrebbe svolgere un ruolo di parte attiva in Ue, anche per evitare una “marginalizzazione”.
Urso: “Bisogna scongiurare la guerra commerciale”
“La globalizzazione è finita sostanzialmente con la pandemia, quando si sono rotte le catene di approvvigionamento e i confini nel mondo si sono rialzate”, ha spiegato il ministro per le imprese e il Made in Italy Adolfo Urso: “Mentre il mondo cambiava velocemente è stato proprio il sistema produttivo italiano a guadagnare di più”. “In questi anni le nostre imprese hanno scalato la classifica anche per quanto riguarda l’esportazione – ha proseguito – superando il Giappone e la Corea del Sud”. Secondo Urso, questo primato dell’Italia a livello commerciale si è verificato perché ” il nostro sistema produttivo è composto da grandi, piccole e medie imprese esportatrici (oltre 200mila) che sono più resilienti”.
Quanto ai dazi anticipati dagli Usa, il titolare di via Veneto ha spiegato che con la loro applicazione “perderemo tutti e quindi dobbiamo scongiurarla”. “Per questo noi chiediamo alla Commissione Europea, che ha la delega alla politica commerciale, di confrontarsi con gli Stati Uniti per evitare che sia realizzata una politica daziaria e soprattutto che scoppi una guerra commerciale sui dazi”. “D’altra parte Von der Leyen ha già misurato quale sarebbe l’impatto – ha ribadito Adolfo Urso – e l’altro giorno ha detto che se i dazi annunciati dagli Stati Uniti fossero attuati, l’impatto negativo sulla crescita europea sarebbe pari allo 0,3%”.
In base alle previsioni del ministro delle Imprese, se si dovessero realizzare le contromisure europee, un simile impatto “aumenterebbe allo 0,5% sulla nostra economia, quindi abbiamo tutto l’interesse ad evitare una guerra commerciale“. L’obiettivo dell’Italia, dunque, rimane quello di “agire” e non di “reagire”, perché bisogna prima “cambiare la politica europea. Il problema non sono gli Usa o la Cina, perché non possiamo decidere le scelte degli altri Paesi”.