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Al Senato si replica lo show, urla da stadio e sinistre fuori controllo: “Meloni disonora la Repubblica”

Ventotene il giorno dopo

Al Senato si replica lo show, urla da stadio e sinistre fuori controllo: “Meloni disonora la Repubblica”

Ordine di scuderia delle opposizioni sull'orlo di una crisi di nervi: drammatizzare e cercare lo scontro aspettando il 25 aprile. Italia Viva scatenata: parole gravi, vergognose e disumane

Politica - di Sara De Vico - 20 Marzo 2025 alle 13:46

Dagli all’untore e al governo che rinnega i valori repubblicani. Sarà il 25 aprile che si avvicina, sarà il nervosismo crescente per l’implosione del campo largo, sarà l’isolamento europeo a scatenare le ire furiose delle opposizioni,. Che oggi, con i renziani in prima fila, replicano al Senato lo show di ieri alla Camera stracciandosi le vesti sul “caso Ventotene”. Stessa gazzarra fuori tempo, stesse urla guaiate, stessi attacchi frontali a cercare lo scontro, nel nome, neanche a dirlo della tenuta democratica.

Ventotene, al Senato le opposizioni replicano lo show

A inizio seduta a dare fuoco alle polveri ci pensa la senatrice Raffaella Paita di Italia Viva. Che si scatena contro l’intervento della premier Meloni che, con la presa di distanza da alcuni passaggi (eloquenti e irricevibili) del Manifesto di Ventotene, la nuova Bibbia delle sinistre, avrebbe disonorato l’Italia. “Quanto è accaduto ieri è grave per la democrazia e per l’Europa”. E giù insulti. Il canovaccio è lo stesso recitato a Montecitorio, dove il presidente Fontana è stato costretto a sospendere per due volte i lavori. Nel mirino le parole di Meloni che dopo aver citato alcuni passaggi del manifesto ha concluso dicendo “Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia”. Apriti cielo.

Paita: le parole della premier disonorano il Paese

“Estrapolare dal contesto le parole di persone al confino, di eroi, è quanto di più grave, vergognoso e disumano si sia visto negli ultimi anni, in un momento cruciale per la vita del Paese”. L’ordine di scuderia è chiaro: drammatizzare e sparare ad alzo zero fino convocare un flash mob a Ventotene, annunciato dal dem Daniele Leodori, per mostrare i muscoli alla premier. “Luogo simbolo della nascita dell’idea di un’Europa unita e democratica”, spiega il consigliere regionale del Pd al quale deve essere sfuggito qualche passaggio, che soffia sul fuoco invitando la premier a partecipare.

Avs: ci vergogniamo di aver ascoltato quelle parole

“Le parole delle premier – continua la senatrice renziana – disonorano il nostro Paese. E non rendono giustizia alla storia dell’Europa, alla resistenza, all’antifascismo. È una pagina brutta che testimonia qualcosa di recondito nella storia della destra”. Non è stato meno pasdaran l’intervento di Tino Magni di Avs che chiede di riaprire il caso in Aula. Anche per lui le parole di Meloni sul sacro testo del gotha progressista “rinnegano  le fondamenta di questa Repubblica. Ci vergogniamo di aver sentito nel Parlamento quelle parole”. Il Pd va sul dramma ska “Ascoltando le parole della Premier alla Camera abbiamo tremato di sconcerto, di sdegno, ma anche di fierezza”. Parola di Dario Parrini, senatore dem. “Giorgia Meloni, che di quella storia è discendente politica e non lo nega, ha cercato di mettere alla gogna Spinelli, Rossi e Colorni e lo ha fatto con citazioni caricaturali e stravolgenti del manifesto di Ventotene, uno dei documenti più gloriosi della nostra storia”.

Urla da stadio e brusii contro Borghi e Malan

Il primo a rispondere alle provocazioni delle opposizioni è il leghista Claudio Borghi, costretto a parlare tra le urla provenienti dai banchi del centrosinistra. “Il Manifesto di Ventotene è uno dei testi più orribilmente antidemocratici che siano mai stati scritti”. Urla da stadio, stigmatizzate dal presidente di turno Licia Ronzulli, anche durante l’intervento del capogruppo di Fratelli d’Italia, Lucio Malan. “Colpevole”, per le sinistre in versione Erinni, di aver pronunciato una verità scomoda. “Citare le parole testuali di Spinelli, Rossi e Colorni suscita l’ira di alcuni che dicono di sostenerli. Questo dovrebbe suscitare delle domande in voi. Sappiamo bene il contesto, di persone ingiustamente messe al confino. Questo non vuol dire che tutte le loro idee debbano essere accettate”.

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di Sara De Vico - 20 Marzo 2025