
Immigrazione
Albania, doccia gelata per sinistra e toghe militanti. Bruxelles approva: in linea con il diritto Ue
Via libera della Commissione Ue al nuovo decreto legge del governo sui centri per i rimpatri. Kelany: adesso che cosa diranno Schlei, Renzi e la presidente di Magistratura democratica?
È in linea con il diritto europeo. Brutte notizie per la sinistra, il nuovo decreto legge sui centri per migranti in Albania, varato venerdì scorso dal governo, non presenta ombre ed è in linea con il diritto europeo. A dirlo esplicitamente è il portavoce della Commissione Ue, Markus Lammert, nel corso di un punto stampa a Bruxelles. “Siamo in contatto con le autorità italiane. Secondo le nostre informazioni nei centri gestiti dall’Italia in Albania si applicherà il diritto italiano, come è stato in precedenza. Tuttavia, in linea di principio, questo è legale in base al diritto Ue”. Parole che archiviano definitivamente le levate di scudi delle opposizioni e le “lezioni di diritto” della presidente di Magistratura democratica, Silvia Albano. La giudice militante che firmò il primo stop al trasferimento dei migranti in Albania, ancora oggi, intervistata da Repubblica, faceva le pulci al decreto del governo ipotizzando “molti problemi giuridici di non facile soluzione”.
Albania, la Commissione Ue: il decreto italiano è in linea con il diritto europeo
A gelare il boicottaggio delle toghe militanti in comitiva con le opposizione arriva il via libera della Commissione Ue. “A quanto ci risulta – spiega il portavoce della commissione – si applicano le leggi nazionali. E i centri in Albania rientrano nella procedura precedente al rimpatrio nei Paesi di origine. Secondo le nostre informazioni, questi individui hanno ricevuto un ordine di rimpatrio dall’Italia. E sarebbero detenuti in attesa dell’attuazione di questa decisione di rimpatrio da parte dell’Italia. È fondamentalmente diverso dal concetto di hub di rimpatrio. Continueremo a monitorare l’attuazione del protocollo nella sua nuova versione e a rimanere in contatto con le autorità italiane”.
Bruxelles pronta a esplorare soluzioni innovative
Del resto il modello Italia, come sottolineato dalla premier Giorgia Meloni nel suo messaggio al Border Security Summit, dopo l’iniziale freddezza, ha ricevuto il plauso della Ue per un progetto pilota che potrebbe essere adottato da Bruxelles. La Commissione europea – ha confermato il portavoce – è aperta a “esplorare soluzioni innovative” nel contrasto all’immigrazione clandestina. “Sempre nel rispetto degli obblighi previsti dal diritto dell’Ue e internazionale”. Riassumendo: i centri per i rimpatri in Albania sono conformi al diritto Ue. Così come il trasferimento di migranti già destinatari di provvedimento di trattenimento o espulsione nella struttura per i rimpatri di Gjader.
Delmastro: l’Italia prosegue e non rinuncia alla sovranità
“Un altro passo fondamentale per rafforzare il controllo sui flussi migratori”. Così in una nota il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro. “L’Italia non rinuncia alla sua sovranità e prosegue nella lotta contro l’immigrazione illegale, tracciando la rotta in Europa. Ora cosa si inventeranno a sinistra?”.
Kelany: ora cosa diranno Schlein, Renzi e Silvia Albano?
Soddisfatta del chiarimento di Bruxelles anche Sara Kelany, responsabile immigrazione di Fratelli d’Italia. “Mentre Giorgia Meloni detta la linea in Europa sulla gestione dell’immigrazione irregolare, la sinistra pur di attaccare la presidente del Consiglio è costretta a negare persino l’evidenza. Cosa diranno ora la Schlein, Renzi o la presidente di Magistratura Democratica, Silvia Albano, che fino a pochi giorni fa tuonava che i trasferimenti dei migranti già destinatari di un ordine di rimpatrio in Albania andava contro il diritto europeo?”