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“All’amico Vittorio griderei: capra, alzati e cammina!”. L’appello commovente di Marcello Veneziani a Sgarbi

La depressione

“All’amico Vittorio griderei: capra, alzati e cammina!”. L’appello commovente di Marcello Veneziani a Sgarbi

Cronaca - di Marta Lima - 24 Marzo 2025 alle 08:24

“Vorrei gridare al mio amico Sgarbi ‘rialzati e cammina, capra!”, aveva titolato ieri “La Verità” in una lunga intervista al giornalista e intellettuale di destra Marcello Veneziani, nella quale si affrontava il tema della malattia e della depressione del critico d’arte, emersa in questi giorni sui media. Una lettera-appello ripresa oggi sul “Corriere della Sera“, con Veneziani che parla del suo amico e della stima che nutre nei suoi confronti. “Vittorio è un talento unico, ha una capacità intuitiva di attribuire opere e riconoscere autori come pochi. Sa spiegarti ciò che non avresti mai capito da solo. La depressione? Figlia del suo narcisismo ferito. Ha la percezione che molte delle sue libertà impulsive non potranno più essere praticate. Il suo universo si sta restringendo: drammatico per chi è stato convinto di poter cavalcare il mondo. Una dimensione dell’io sproporzionata rispetto al passato e che lo porta ad atteggiamenti distruttivi”, spiega Veneziani al Corriere.

Marcello Veneziani e il messaggio all’amico Vittorio Sgarbi

Marcello Veneziani prova a indicare la strada: “La depressione è purtroppo un’ottima alleata della malattia. Ma conoscendo Vittorio non escludo affatto un risorgimento personale. Penso che potrebbe riuscire a ritrovare il giusto impeto per riprendere la sua strada. Credo però debba affrontare un passaggio molto importante… Deve passare attraverso una sorta di ‘piccola morte’ lasciandosi alle spalle il ‘Vittorio Uno’, dicendogli addio, per aprire il capitolo del ‘Vittorio Due’. Dovrà insomma immaginarsi in un’altra prospettiva certamente meno egocentrica e più legata al mondo reale. E deve poi affidarsi ai Maestri…”.

La lezione dei grandi dell’arte è la strada indicata dall’amico. “Per primi Caravaggio e Raffaello. Il suo rapporto con loro dovrebbe riportarlo in piedi. La nostra vita è trascurabile, passa e finisce. Ma le opere dei grandi restano. E lui deve continuare a occuparsene finché avrà fiato: la sua mente sa come accompagnarci da loro“. La lettera-appello sarà gradita da Vittorio Sgarbi? “Non lo so. Ho esitato ma credo sia giusto dimostrargli che c’è chi gli è vicino con apprensione nel dolore. C’è per esempio Santino, un ex carabiniere che lo segue come collaboratore con una devozione assoluta. Vittorio sa suscitare sentimenti forti anche di ira che poi, quasi alchemicamente, possono diventare sentimenti forti di affetto”.

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di Marta Lima - 24 Marzo 2025