
Rinvio a giudizio
Andrea Purgatori, a processo 4 medici con l’accusa di omicidio colposo: si comincia il 19 settembre
La procura di Roma ha chiesto il processo per quattro medici accusati della morte di Andrea Purgatori, il giornalista morto il 19 luglio 2023. L’accusa è di omicidio colposo. I pm di piazzale Clodio avevano chiuso le indagini lo scorso dicembre. Rinviati a giudizio il radiologo Gianfranco Gualdi, il suo assistente Claudio Di Biasi, la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo, e il cardiologo Guido Laudani. Secondo l’accusa, Purgatori sarebbe deceduto a causa di errori medici molto gravi, tra cui una diagnosi e una terapia sbagliate. L’udienza preliminare si terrà il 19 settembre.
Purgatori, rinviati a giudizio 4 medici per omicidio colposo
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, infatti, il popolare giornalista e autore sarebbe morto per “la negligenza dei medici”. L’ipotesi della Procura è che, se avesse ricevuto una diagnosi appropriata e tempestiva, si sarebbe potuto curare. I quattro avrebbero commesso un errore della diagnosi, individuando delle metastasi inesistenti nel corpo di Purgatori che poi sono state curate con una radioterapia considerata superflua, secondo i medici che hanno svolto le ultime perizie.
La morte per endocardite e la diagnosi sbagliata
Andrea Purgatori è morto a 70 anni, il 19 luglio 2023 a causa di un‘endocardite, infezione dei tessuti cardiaci che, come sembrano confermare le perizie sul corpo del giornalista, sarebbe stata curabile. L’ipotesi della cura errata era scattata fin dal giorno successivo alla morte. Sarebbe stata una ‘svista’ imperdonabile (ischemie scambiate per metastasi cerebrali) a causare la morta del giornalista. “Immagini così facili da leggere che avrebbe potuto farlo anche uno specializzando”, sono le parole messe a verbale da Ludovico Purgatori, primogenito del giornalista, sulle risonanze cerebrali del padre. Secondo l’accusa, non solo i quattro avrebbero sbagliato clamorosamente diagnosi, ma avrebbero letto molto frettolosamente i referti. Nonostante il parere diverso del dottor Alessandro Bozzao, Purgatori venne sottoposto a dieci cicli di chemioterapia.
La difesa: è morto per complicanze di un tumore polmonare
La difesa dei medici, invece, è inamovibile. “Purgatori è morto per naturali complicanze di un gravissimo tumore polmonare con metastasi. Il mio assistito ha operato in ossequio alle buone pratiche”, dichiara l’avvocato di Laudani, Nicola Madia. Una reazione simile quella dell’avvocato Fabio Lattanzi, che segue Di Biasi e Colaiacomo: “Sono convinto che il procedimento si chiuderà con un proscioglimento. I miei assistiti non hanno alcuna responsabilità”. Secondo quanto emerso dall’autopsia sul corpo di Purgatori, il giornalista aveva sì metastasi in tutto il corpo, ma di fatto è morto per un’endocardite. Curata con una terapia antibiotica avrebbe potuto aumentare la sua aspettativa di vita.