
Edilizia
Arrestato a Milano l’architetto Giovanni Oggioni. E’ accusato dei reati di corruzione, falso e depistaggio
Il Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dell’architetto Giovanni Oggioni: il tutto è avvenuto prima dell’esame della proposta di legge nota come ‘Salva Milano’. Oggioni è stato vicepresidente della vice presidente della Commissione per il paesaggio del Comune di Milano dal 2021 e in precedenza dirigente dello Sportello unico per l’edilizia del capoluogo lombardo. L’architetto è accusato di aver commesso reati di corruzione, falso e depistaggio.
La procura di Milano ha coordinato diverse indagini, suddivise in diversi filoni investigativi che sono tutti riconducibili ai più grandi progetti urbanistici insistenti sul territorio del comune milanese. Le ricerche hanno fatto emergere l’esistenza di un “sistema” composto dai membri della Commissione per il paesaggio, operatori economici, progettisti privati e soggetti interni all’amministrazione comunale milanese, il cui scopo era quello di agevolare il rilascio di titoli edilizi illeciti e di realizzare operazioni immobiliari altamente speculative.
Le indagini sull’architetto Giovanni Oggioni
Secondo gli inquirenti, Giovanni Oggioni avrebbe ricevuto benefici da un’associazione di categoria dei costruttori edili e da un operatore economico del real estate, per favorire il buon esito di numerose pratiche edilizie. Inoltre, l’architetto avrebbe falsamente rappresentato lo stato dei luoghi, come il superamento delle altezze consentite, l’aggiramento delle norme sui cortili e l’ampliamento delle cubature e superfici edificabili nell’ambito di alcune prassi autorizzative edilizie. Successivamente, Oggioni aveva modificato le password dei cloud precedentemente sottoposti a sequestro lo scorso novembre e precludendo così alla polizia giudiziaria di procedere alle copie forensi. L’uomo era già indagato sia nell’inchiesta della procura di Milano per ‘Bosconavigli’, che per il progetto ‘Scalo house’, dove è stata costruita una residenza universitaria e sono in corso d’opera due nuovi palazzine.
Le rilevazioni del gip su Giovanni Giovanni Oggioni
Quando lo scorso novembre scattò il sequestro preventivo di ‘Scalo house’, il gip Mattia Fiorentini parlò di quella zona come dell’ultimo esempio di violazioni urbanistiche che sembravano nascondere dei meccanismi manovrati da “gruppi di pressione che controllano le operazioni immobiliari più lucrative, e che operano attivamente per assicurare il mantenimento di tale sistema, escludendone chi non vi appartiene, e impedire che l’azione del Comune venga ricondotta sui binari del rispetto del territorio e della legalità”.
Nel provvedimento era stato reso noto il ruolo dell’ex direttore dello sportello unico per l’edilizia Giovanni Oggioni e la “non celata trasversalità della propria azione, che fin quando era in servizio come pubblico funzionario del comune esercitava contemporaneamente la mattina presso il Sue e il pomeriggio presso il tavolo ‘C’è Milano da fare’, in cui sedeva e discuteva di Regolamento edilizio, Pgt e interventi immobiliaristi, con immobiliaristi e loro progettisti, in uno stato di costante conflitto di interessi e sempre a favore dell’incremento delle volumetrie e dei minimi oneri per l’operatore privato e negando la vigenza e dei minimi inderogabili standard di legge, sottostimando gli interventi e la loro onerosità”.
Oggioni è indagato anche per Torre Milano, fascicolo sull’urbanistica già a processo: in quel caso le svariate perquisizioni furono giustificate dalle modalità d’azione contestate agli indagati, i quali “lungi dall’essere isolati casi di false attestazioni di assenza di conflitti di interesse, appaiono sintomatici dell’esercizio distorto di poteri e funzioni pubbliche in cambio di utilità o riconoscimenti professionali”.
La accuse della procura e le perquisizioni
“Al fine di favorire il buon esito di numerose pratiche edilizie, avrebbe ricevuto altre utilità da un’associazione di categoria dei costruttori edili e da un operatore economico del real estate”. In questo modo è stata formulata l’accusa di corruzione da parte della procura di Milano nei confronti di Giovanni Oggioni. Il nucleo di polizia economico-finanziaria ha eseguito delle perquisizioni al comune di Milano, negli uffici del dirigente della direzione Rigenerazione urbana, e nei confronti di altri soggetti indagati e non indagati.
Gli agenti hanno perquisito anche le sedi dell’Assimpredil Ance e della società Abitare In, “i cui progetti sono stati oggetto di valutazione da parte della Commissione per il Paesaggio e che avrebbero corrisposto utilità nei confronti dell’architetto Giovanni Oggioni”. I militari delle Fiamme gialle hanno anche provvisto all’acquisizione di documentazione presso il comune di Milano, negli uffici del segretario generale e del responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza.
Le indagini su Assimpredil e Abitare In
Assimpredil-Ance Milano e la società immobiliare Abitare In sono indagate sulla responsabilità amministrativa degli enti nell’inchiesta milanese sull’urbanistica che ha portato ai domiciliari l’architetto Giovanni Oggioni, in qualità di vice presidente della commissione per il Paesaggio di Palazzo Marino. Precisamente, secondo l’ordinanza del gip Mattia Fiorentini, alla società immobiliare viene contestato di “non aver rilevato l’evidente conflitto di interessi tra Oggioni dirigente del Sue di Milano e poi vice presidente delle commissione per il Paesaggio e la figlia (non indagata) e remunerata (con circa 124mila euro) quale stabile collaboratrice dell’impresa” dal 2020 ad oggi.
Invece, per Per Assimpredil-Ance Milano, invece, la contestazione riguarda il “non aver rilevato l’evidente conflitto di interessi di Oggioni incaricato di un contratto di consulenza pluriennale del valore di 178.000 euro” dal novembre del 2021 e ancora in essere. La procura milanese ha richiesto un sequestro preventivo di 300 mila euro come profitto del reato contestato all’architetto Oggioni, da poco arrestato.